04-04-2020, 22:10
Il gruppo di avventurieri era tornato dalla Edgeland. Il Mago elfico Elfeor li aveva mandati in quella pericolosa zona della foresta del Cormanthor con il compito di recuperare un raro metallo che sarebbe servito negli incantesimi di contenimento della frattura planare che minacciava Myth Drannor.
Le cose non erano andate per il verso giusto, ma in quei giorni nulla andava mai per il verso giusto, il metallo era andato distrutto e un omnielementale di dimensioni colossali si era generato dalla magia selvaggia delle Edgeland aggiungendosi al resto dei pericoli mortali.
La fortezza Xaxox con cui Daruth Winterwood e il suo gruppo di maghi elfici erano partiti 900 anni prima in esplorazione della realtà oltre il multiverso aveva fatto ritorno.
Era contro di lui che le Valli stavano combattendo per la loro stessa sopravvivenza e stavano perdendo.
Una sconfitta dietro l'altra, una catastrofe dietro l'altra, il potere di Daruth e i suoi folli piani sembravano inarrestabili.
Ashabenford era stata trasformata e invasa da una contorta foresta dominata da una grottesca caricatura dell'albero delle vie corrotto e trasfigurato in una folle entità maligna capace di assimilare le persone.
Shadowdale non esisteva più, al suo posto ora si trovava un lago probabilmente infestato da mostruosità artigliate e anfibie.
Essembra era divenuta una città fantasma, congelata e oscura.
Gli eserciti delle tre Valli avevano subito perdite terribili e ciò che ne rimaneva era impegnato a proteggere i rispettivi popoli in viaggio alla ricerca di nuove terre dove ricominciare a vivere.
Dopo ore di viaggio e di combattimenti nella foresta, Annette aveva fatto ritorno a Myth Drannor, l'ultima roccaforte della regione.
Lei avrebbe voluto rendersi utile ai maghi impegnati con gli incantesimi di contenimento della breccia, ma Elfeor le aveva consigliato di riposarsi per il momento.
Annette era provata e stanca ma anche determinata nel portare avanti il lavoro.
La perdita di una parte dei suoi poteri magici e del favore di Torm, avvenuta qualche mese prima non l'aveva mai vissuto come un vero problema, lei aveva sempre cercato di restare fedele ai propri ideali e di fare del proprio meglio il resto erano cose che capitavano. Per certi versi l'alleggerimento delle sue responsabilità era stato un gradevole cambio di prospettiva.
Adesso però la situazione sembrava davvero disperata e lei si sentiva come se stesse costantemente agendo con una mano legata dietro la schiena.
Pensò che era il momento di cambiare le cose, se Torm non le aveva concesso i poteri nemmeno nel cuore della battaglia, allora si sarebbe rivolta a qualcun altro e stava pensando a chi già da qualche tempo.
Si diresse alla radura dell'amante incaricando il suo famiglio di trovarle e portarle un pezzo di legno delle dimensioni di una mano. Heim entusiasta del compito assegnatogli esplorò il sottobosco combattendo contro lumache giganti pur di portarle alcuni semi legnificati. Lei guardò la pigna e sorridendo al famiglio la prese iniziando a scolpire il legno con il piccolo coltello da erborista che anni prima le aveva costruito il suo amico Darry.
Vi era del pragmatismo nella sua necessità. Come Teurga mistica tutti i suoi studi e le sue energie erano da sempre state indirizzate all'unione della magia divina a quella arcana ignorando il comune paradigma che vedeva questa unione inconciliabile, ma senza una fonte di magia divina questa unione di certo era impossibile. Ad Annette i paradigmi non erano mai piaciuti, erano pericolosi, solo perché qualcuno aveva scritto qualcosa in un manuale impolverato non significava che esso era l'unico modo o il modo corretto per fare le cose, gli schemi non le piacevano in nessun campo ma quella era un altra questione.
Vi era una componente di necessità pratica ma vi era anche sincera ammirazione,devozione, rispetto,riconoscenza verso la Dea che da sempre si prendeva cura di quelle Valli che lei amava.
Una Dea che un poco come nel carattere di Annette, non amava gesti eclatanti e le esibizioni di potere e che vedeva nelle piccole cose la bellezza e l'eroicità della vita. Una Dea che contrapponeva al clangore della battaglia la silenziosità delle cose belle che nascono, sbocciano e crescono.
Il popolo di Mistedale in cerca della sua nuova casa avrebbe ancora una volta avuto bisogno della Dea per riprendersi da tutta quella distruzione, per ricostruire e ricominciare. In cambio della loro devozione la Dea li avrebbe aiutati e protetti, avrebbe reso i futuri nuovi campi fertili e i raccolti abbondati e Annette si sentiva pronta a fare la propria parte.
Terminò d'incidere la pigna, stilizzando la rosa ed il grano e tenendola tra le mani, nel silenzio della radura degli amanti preghò per ore e ore la Dea Chauntea perché le concedesse il suo favore e il suo potere in aiuto al popolo di Mistledale.
Le cose non erano andate per il verso giusto, ma in quei giorni nulla andava mai per il verso giusto, il metallo era andato distrutto e un omnielementale di dimensioni colossali si era generato dalla magia selvaggia delle Edgeland aggiungendosi al resto dei pericoli mortali.
La fortezza Xaxox con cui Daruth Winterwood e il suo gruppo di maghi elfici erano partiti 900 anni prima in esplorazione della realtà oltre il multiverso aveva fatto ritorno.
Era contro di lui che le Valli stavano combattendo per la loro stessa sopravvivenza e stavano perdendo.
Una sconfitta dietro l'altra, una catastrofe dietro l'altra, il potere di Daruth e i suoi folli piani sembravano inarrestabili.
Ashabenford era stata trasformata e invasa da una contorta foresta dominata da una grottesca caricatura dell'albero delle vie corrotto e trasfigurato in una folle entità maligna capace di assimilare le persone.
Shadowdale non esisteva più, al suo posto ora si trovava un lago probabilmente infestato da mostruosità artigliate e anfibie.
Essembra era divenuta una città fantasma, congelata e oscura.
Gli eserciti delle tre Valli avevano subito perdite terribili e ciò che ne rimaneva era impegnato a proteggere i rispettivi popoli in viaggio alla ricerca di nuove terre dove ricominciare a vivere.
Dopo ore di viaggio e di combattimenti nella foresta, Annette aveva fatto ritorno a Myth Drannor, l'ultima roccaforte della regione.
Lei avrebbe voluto rendersi utile ai maghi impegnati con gli incantesimi di contenimento della breccia, ma Elfeor le aveva consigliato di riposarsi per il momento.
Annette era provata e stanca ma anche determinata nel portare avanti il lavoro.
La perdita di una parte dei suoi poteri magici e del favore di Torm, avvenuta qualche mese prima non l'aveva mai vissuto come un vero problema, lei aveva sempre cercato di restare fedele ai propri ideali e di fare del proprio meglio il resto erano cose che capitavano. Per certi versi l'alleggerimento delle sue responsabilità era stato un gradevole cambio di prospettiva.
Adesso però la situazione sembrava davvero disperata e lei si sentiva come se stesse costantemente agendo con una mano legata dietro la schiena.
Pensò che era il momento di cambiare le cose, se Torm non le aveva concesso i poteri nemmeno nel cuore della battaglia, allora si sarebbe rivolta a qualcun altro e stava pensando a chi già da qualche tempo.
Si diresse alla radura dell'amante incaricando il suo famiglio di trovarle e portarle un pezzo di legno delle dimensioni di una mano. Heim entusiasta del compito assegnatogli esplorò il sottobosco combattendo contro lumache giganti pur di portarle alcuni semi legnificati. Lei guardò la pigna e sorridendo al famiglio la prese iniziando a scolpire il legno con il piccolo coltello da erborista che anni prima le aveva costruito il suo amico Darry.
Vi era del pragmatismo nella sua necessità. Come Teurga mistica tutti i suoi studi e le sue energie erano da sempre state indirizzate all'unione della magia divina a quella arcana ignorando il comune paradigma che vedeva questa unione inconciliabile, ma senza una fonte di magia divina questa unione di certo era impossibile. Ad Annette i paradigmi non erano mai piaciuti, erano pericolosi, solo perché qualcuno aveva scritto qualcosa in un manuale impolverato non significava che esso era l'unico modo o il modo corretto per fare le cose, gli schemi non le piacevano in nessun campo ma quella era un altra questione.
Vi era una componente di necessità pratica ma vi era anche sincera ammirazione,devozione, rispetto,riconoscenza verso la Dea che da sempre si prendeva cura di quelle Valli che lei amava.
Una Dea che un poco come nel carattere di Annette, non amava gesti eclatanti e le esibizioni di potere e che vedeva nelle piccole cose la bellezza e l'eroicità della vita. Una Dea che contrapponeva al clangore della battaglia la silenziosità delle cose belle che nascono, sbocciano e crescono.
Il popolo di Mistedale in cerca della sua nuova casa avrebbe ancora una volta avuto bisogno della Dea per riprendersi da tutta quella distruzione, per ricostruire e ricominciare. In cambio della loro devozione la Dea li avrebbe aiutati e protetti, avrebbe reso i futuri nuovi campi fertili e i raccolti abbondati e Annette si sentiva pronta a fare la propria parte.
Terminò d'incidere la pigna, stilizzando la rosa ed il grano e tenendola tra le mani, nel silenzio della radura degli amanti preghò per ore e ore la Dea Chauntea perché le concedesse il suo favore e il suo potere in aiuto al popolo di Mistledale.
Darius.