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La mattina dopo il memorabile incontro con la ninfa Pascal si svegliò di buona lena e recuperati eventuali compagni interessati alla ricerca si preparò ad indagare riguardo alla polvere di fata.
Per prima cosa attraversò il cerchio di teletrasporto di Elven Crossing ed una volta a Myth Drannor visitò il mercato coperto dove, sfruttando le sue competenze come alchimista e mago, chiese ai vari venditori se qualcuno potesse procurargli della polvere di fata; dopo aver passato una buona mattinata in giro per il mercato, sia impegnato nella ricerca sia distratto dalle varie merci esposte, tornò nella Valle e ripetè l'indagine al mercato di Ashabenford..
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Xenia, dopo aver parlato con Pascal ed essersi accertata di cosa volesse fare, si chiese come potesse meglio agire. Lo studioso aveva detto che non era illegale commerciare in polvere di fata e simili, ma il suo intuito le diceva che trattenere dei folletti per trattarli come mucche da latte poteva non essere un'attività esattamente ben vista. Quindi si diresse alla prima occasione utile da chi potesse saperne qualcosa, e dopo alcune generiche domande fece una richiesta piuttosto insolita...
Eran Blackmore
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Era stato il quinto folletto che incontrava, ed anche quello le aveva instillato il dubbio che forse, se qualcuno li rapiva o in generale li voleva morti, poteva non avere tutti i torti. Fastidiosi figli di mignotta, quattro su cinque. Ma quest'ultimo, almeno, aveva scucito qualche informazione che poteva rivelarsi utile.
La parte interessante era che quei folletti non sembravano interessati alle sparizioni della propria gente. In fondo non erano così diversi dagli esseri umani: è andato a fuoco un villaggio vicino? Chi se ne importa, tanto non è il nostro.
Ma non solo. Erano i folletti a sparire, un gruppo di... quasi umani? In ogni caso non folletti, escludendo una parte di Darren, si offriva di aiutarli, e s'infastidivano anche. Ed i suoi compagni a mostrare le chiappe inchinandosi profusamente, suonando per loro...
Gli altri membri del gruppo pareva avessero interpretato le informazioni date come un vagare a caso dalle parti della Strada del Mare della Luna, andando verso il mare, cantando ed illuminandosi, sperando evidentemente i rapitori cascassero loro addosso, ma quello pareva un po' troppo anche a lei.
La domanda che continuava a ronzarle nella testa era: perché?
Se quegli hobgoblin erano anche solo simili agli esseri umani, o alle razze semi-umane, avrebbe detto che quel cambiamento nella forma delle loro ostilità verso i folletti significava che avevano scoperto come trarne un guadagno maggiore. Ma quale poteva essere questo guadagno? Comprenderlo poteva rivelarsi la chiave.
Jacoby ancora non aveva fatto avere notizie, così appena tornata alla civiltà Xenia si diresse al villaggio di cacciatori che pareva avere un insediamento di hobgoblin non aggressivi nei pressi. Si annidò alla locanda, offrendo da bere a uomini e donne che parevano sapere il fatto loro. Si dimostrò amichevole ed alla mano, informandosi tra le chiacchiere varie sui costumi di quelle creature e, parallelamente, su quel clan stranamente pacifico.
Magari, perché no, avrebbe anche trovato un uomo degno di tale nome per rilassarsi un po'.
Eran Blackmore
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(27-06-2017, 22:17)feo90 Ha scritto:
La mattina dopo il memorabile incontro con la ninfa Pascal si svegliò di buona lena e recuperati eventuali compagni interessati alla ricerca si preparò ad indagare riguardo alla polvere di fata.
Per prima cosa attraversò il cerchio di teletrasporto di Elven Crossing ed una volta a Myth Drannor visitò il mercato coperto dove, sfruttando le sue competenze come alchimista e mago, chiese ai vari venditori se qualcuno potesse procurargli della polvere di fata; dopo aver passato una buona mattinata in giro per il mercato, sia impegnato nella ricerca sia distratto dalle varie merci esposte, tornò nella Valle e ripetè l'indagine al mercato di Ashabenford..
A Myth Drannor, tutti i venditori erano concordi sul fatto che la polvere di fata fosse difficile da reperire, perché i folletti non se ne separavano volentieri. Tuttavia, qualche mercante elfo sembrava fiducioso di poterla reperire, millantando amicizie nel mondo dei fey. Nulla sembrava far pensare a una qualche costrizione o abuso dei folletti, però.
Quanto ad Ashabenford, il discorso era ben diverso. La maggior parte dei mercanti non avevano la più pallida idea di cosa fosse la polvere di fata, e alcuni addirittura chiedevano se si usasse per cucinare; solo Almaes, l'alchimista gnomo che viveva nella zona nord, conosceva la polvere di fata. Tuttavia non ne aveva a disposizione in quel momento...quando ne aveva bisogno per il suo uso di solito aveva dei contatti a cui rivolgersi, ma disse a Pascal di non essere riuscito a contattarli negli ultimi tempi. In effetti, lo gnomo appariva preoccupato.
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(05-07-2017, 10:05)Endymion Ha scritto: Era stato il quinto folletto che incontrava, ed anche quello le aveva instillato il dubbio che forse, se qualcuno li rapiva o in generale li voleva morti, poteva non avere tutti i torti. Fastidiosi figli di mignotta, quattro su cinque. Ma quest'ultimo, almeno, aveva scucito qualche informazione che poteva rivelarsi utile.
La parte interessante era che quei folletti non sembravano interessati alle sparizioni della propria gente. In fondo non erano così diversi dagli esseri umani: è andato a fuoco un villaggio vicino? Chi se ne importa, tanto non è il nostro.
Ma non solo. Erano i folletti a sparire, un gruppo di... quasi umani? In ogni caso non folletti, escludendo una parte di Darren, si offriva di aiutarli, e s'infastidivano anche. Ed i suoi compagni a mostrare le chiappe inchinandosi profusamente, suonando per loro...
Gli altri membri del gruppo pareva avessero interpretato le informazioni date come un vagare a caso dalle parti della Strada del Mare della Luna, andando verso il mare, cantando ed illuminandosi, sperando evidentemente i rapitori cascassero loro addosso, ma quello pareva un po' troppo anche a lei.
La domanda che continuava a ronzarle nella testa era: perché?
Se quegli hobgoblin erano anche solo simili agli esseri umani, o alle razze semi-umane, avrebbe detto che quel cambiamento nella forma delle loro ostilità verso i folletti significava che avevano scoperto come trarne un guadagno maggiore. Ma quale poteva essere questo guadagno? Comprenderlo poteva rivelarsi la chiave.
Jacoby ancora non aveva fatto avere notizie, così appena tornata alla civiltà Xenia si diresse al villaggio di cacciatori che pareva avere un insediamento di hobgoblin non aggressivi nei pressi. Si annidò alla locanda, offrendo da bere a uomini e donne che parevano sapere il fatto loro. Si dimostrò amichevole ed alla mano, informandosi tra le chiacchiere varie sui costumi di quelle creature e, parallelamente, su quel clan stranamente pacifico.
Magari, perché no, avrebbe anche trovato un uomo degno di tale nome per rilassarsi un po'.
Gli uomini di Peldan's Helm sembravano attratti da Xenia come mosche al miele. La ragazza non ebbe difficoltà a trovare compagnia, anche se il primo gentiluomo che le offrì da bere venne poi riportato a casa per il colletto della camicia da una donna armata di mattarello, probabilmente la legittima consorte.
Quanto agli hobgoblin, di solito commerciavano con il piccolo villaggio di cacciatori, offrendo pellame, armi e piccoli lavori di artigianato e acquistando in cambio sale, stoffa e tutto ciò che non potevano autoprodurre. Erano riservati e badavano molto agli affari propri, anche perché nella valle non erano poche le persone che avrebbero infilzato un hobgoblin con un dardo di balestra senza fare alcuna domanda.
Il loro capo, Ragrarz, aveva la fama di essere saggio e molto onorevole, un guerriero onesto e dalla morale salda come il suo interesse per il benessere del suo clan.
Per questi motivi, il clan dell'Orso era in rapporti gelidi con le tribù umanoidi delle Terre delle Bestie, anche se cercavano di evitare - per quanto possibile - lo scontro diretto.
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Velyahn era rimasta un po' perplessa dalle nuove informazioni acquisite da Xenia, soprattutto figurandosi i modi in cui le aveva ottenute ricavate dalle poche parole della donna.
Per quanto non le dispiacesse affatto poter girovagare in maniera più o meno casuale per il Cormanthor con un gruppo che la potesse difendere, doveva ammettere che era il caso di cercare di stringere il campo di ricerca.
In attesa che Renfri contattasse Elnae per provare a fare la sua parte, si recò al fortino elfico della foresta, chiedendo di poter scambiare qualche parola con qualcuno dei ricognitori della zona, ed eventualmente informandosi se fosse nota l'ubicazione di qualche accampamento di hobgoblin non troppo distante da lì.
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Il piano di Renfri era semplice quanto immediato: stringere un legame coi lupi della zona, per poter contare sul loro aiuto nella ricerca degli Hobgoblin.
La base su cui costruire il legame era una concreta offerta di cibo: Elnae e Renfri sarebbero dovuti andare nella foresta, a caccia di cinghiali per offrire le prede al branco. Al druido pesava… tuttavia doveva ammettere che l’idea dell’umana non era malvagia, e la caccia poteva essere condotta con certe regole che salvaguardassero i giovani e le scrofe; non sarebbe nemmeno stata una mattanza, avrebbero preso quello che serviva e non un cinghiale in più.
Si inoltrarono così nella boscaglia oltre a Glen, dove Renfri sosteneva di aver spesso visto dei cinghiali.
In realtà ci vollero molte più ore e molte più leghe nella foresta di quelle immaginate dal druido prima di trovare le prede giuste: un piccolo branco di cinghiali grufolava tranquillo tra i cespugli all’ombra di alcuni querce, in cerca delle ghiande di cui erano voraci.
Stabilito che erano individui adulti, e rispettassero le condizioni anteposte, partì l’assalto: Renfri abbattè tre capi, mentre Elnae tranquillizzò i rimanenti cinghiali e permise che se ne andassero.
La compagna di caccia richiamó l’attenzione del branco con un ululato, che risuonó numerose volte sotto le fronde della foresta.
Si presentarono tre lupi: il più grosso ringhió verso l’elfo, ma stabilito che questi non aveva intenzioni aggressive il contatto proseguì.
L’offerta di cibo venne accettata, ma dal punto di vista del branco non era sufficiente: se mai avessero accettato di muoversi contro gli Hobgoblin, si aspettavano che Renfri, Elnae e gli altri si muovessero contro il Sangue Nero.
Uno scambio equo: nemico per nemico.
Alyssa Azurflame
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(07-07-2017, 19:47)Shalyss Ha scritto: Velyahn era rimasta un po' perplessa dalle nuove informazioni acquisite da Xenia, soprattutto figurandosi i modi in cui le aveva ottenute ricavate dalle poche parole della donna.
Per quanto non le dispiacesse affatto poter girovagare in maniera più o meno casuale per il Cormanthor con un gruppo che la potesse difendere, doveva ammettere che era il caso di cercare di stringere il campo di ricerca.
In attesa che Renfri contattasse Elnae per provare a fare la sua parte, si recò al fortino elfico della foresta, chiedendo di poter scambiare qualche parola con qualcuno dei ricognitori della zona, ed eventualmente informandosi se fosse nota l'ubicazione di qualche accampamento di hobgoblin non troppo distante da lì.
L'elfo di guardia guardò stranamente Velyahn per qualche momento, poi rispose che sì, avevano incontrato pattuglie hobgoblin nella foresta, ma non avevano avvistato alcun campo base o accampamento, probabilmente si erano stabiliti nel profondo di qualche grotta.
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Era stata a lungo indecisa se partecipare a quella battaglia. In fondo si trattava di una guerra che non era la sua, ed il modo in cui quei mannari avevano estorto loro una promessa era stato a dir poco inquietante. Condotti in una serie di grotte bendati, circondati. Proprio una scelta libera.
Ma Mikael era stato convincente. Inoltre poteva comprendere come per alcuni dei coinvolti come Velyahn, Darren e Renfri, quella questione potesse essere rilevante. Alla fine non voleva deludere la sua amica, meritava meglio di così.
Alla fine il morale era stato alto, e non aveva nemmeno rischiato troppo. Era ancora viva, tutto sommato sana, ed i nuovi alleati avevano promesso di mantenere la loro parte dell'accordo.
Non rimaneva che aspettare l'arrivo del loro messaggio con, a Tymora piacendo, la posizione di almeno uno dei campi degli hobgoblin.
Sperò uno dei suoi compagni avesse dato loro un recapito...
Eran Blackmore
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28-07-2017, 06:16
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-07-2017, 06:20 da Shalyss.)
Piegata sulle ginocchia, la ragazza osservava con cautela e attenzione l'acqua fredda che in piccole onde si infrangeva placidamente contro la ghiaia della riva.
Ci avevano messo diverse ore a tornare dopo gli scontri, e aveva trascorso quasi altrettanto tempo nella capitale degli elfi, ma la prudenza non era mai troppa.
Era inevitabile che di tanto in tanto qualcosa di poco apprezzabile capitasse nel suo laghetto. Purtroppo, non aveva potuto ancora reclamare alcuna fonte pura nella regione, per il momento. Aveva quindi iniziato a farci l'abitudine, ma litri di sangue e pezzi di mannaro sarebbero stati un po' troppo, nel suo territorio.
Per fortuna, tuttavia, ormai non pareva esserci traccia della battaglia. Con un leggero sospiro si volse verso ovest, constatando che oramai sangue e carne stavano probabilmente fungendo da lauto pasto per le melme e le altre schifezze che popolavano la palude più a valle.
Finalmente si calò in acqua, sorridendo. Non poteva che essere soddisfatta di quel giorno. Due delle sue compagne erano state ferite, e questa certamente era una cosa da tener d'occhio. Per quanto in realtà l'idea di una halfling mannara fosse certamente interessante, per la scienza... comunque era ottimista sul fatto che non sarebbe successo loro nulla, e nel peggiore dei casi avevano qualcuno di decisamente esperto cui rivolgersi. Piuttosto, avrebbero potuto avere qualche problema per la pianta velenosa ingerita. Ma a parte quello, era andato tutto bene, ed era stata una vittoria sotto molti punti di vista. Da una parte, la questione che li aveva portati lì. Era fiduciosa che i loro alleati ora avrebbero mantenuto fede alla parola data, e poteva immaginare poche creature più efficienti di loro per svolgere il compito di ricerca di cui avevano bisogno, che avrebbe potuto salvare tante piccole creature della foresta. Oltre a quello, era felice per Renfri, che in quel modo aveva accesso a qualcuno che prima o poi l'avrebbe potuta aiutare nel compito che l'aveva portata in quelle terre. Aveva dimostrato a quella gente il suo valore, e la cosa sarebbe sicuramente stata tenuta in considerazione nel futuro. Infine, per quanto riguardava lei direttamente, sperava di aver iniziato ad instaurare un rapporto positivo con delle creature di cui fidarsi nella zona, e al tempo stesso aveva collaborato a dare un duro colpo a una brutta minaccia. Era consapevole che se avessero allargato anche solo di poco il loro raggio di caccia, avrebbe trovato le sue acque insozzate di pulci malarite.
Certo, anche i loro amici avevano subito delle perdite, secondo il resoconto ricevuto. Ma come aveva detto il Nudo, in una battaglia del genere sarebbe stato impossibile sperare altrimenti. Se prima o poi si fosse giunti a un inevitabile scontro aperto, dopotutto, non solo le perdite sarebbero state enormemente più ampie, ma non ci sarebbe probabilmente stata nemmeno la certezza della vittoria.
Sperava che non piangessero i loro morti con tristi litanie funebri, ma li onorassero con gioia e festeggiamenti. Dopotutto, come potrebbe sperare di essere ricordata meglio di così una persona, pensando al momento della propria morte? E poi era stata promessa una festa. Non vedeva l'ora. Chissà quale sarebbe dovuto essere il vestito adatto all'occasione...
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