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Durante il viaggio verso Elventree anche Eric si premurò delle condizioni dei prigionieri, accertandosi che riuscissero a sostenere la lunga camminata per il rifugio e offrendo loro acqua e cibo dalle proprie scorte.
Arrivati ad Elventree, si assicurò che venisse loro offerta una comoda sistemazione e aiutò Daphne a controllare i vari documenti, in cerca della testa che aveva messo in piedi questo traffico meschino di persone.
Mal sopportava già la schiavitù legalizzata che era apertamente accettata a Hillsfar. Contro quella poteva fare ben poco, ma almeno avrebbe cercato di mettere un fermo a quel tipo di contrabbando.
Eric Hastings
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08-01-2022, 00:31
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 17-01-2022, 16:34 da DM JoJo.)
Da non molto si è concluso lo scontro contro Seafarer e i suoi pirati, dopo il quale avete liberato i prigionieri, li avete curati e confortati, e portati fuori dalla nave arenata.
Date loro gli indumenti puliti che avete reperito nelle vettovaglie dei loro futuri aguzzini, e cominciate ad informarvi su chi siano e come siano stati catturati, o se hanno sentito qualcosa circa i loro carcerieri. Tuttavia, vi chiedono di potersi concedere del riposo, prima di dirvi tutto quanto è di loro conoscenza, e acconsentite.
Il gruppo dei dieci prigionieri è composto da otto umani, e due mezz’elfi.
Gli umani sono due donne, e otto uomini, e provengono tutti dalla zona che divide Tehntia da Hulburg. I due mezz’elfi, uomo e donna, sono invece viaggiatori, catturati mentre trafficavano la medesima via.
I loro nomi sono Hesim, Gislaud e Culsa Hemmond, Bherin e Lham Darland, Odrof, Gordon e Zani Keenbrew per quanto riguarda gli umani, e i due mezz’elfi sono Salaorin Beidan e Norlaera Ulara.
Tutti, a parte i due mezz’elfi, sono contadini e lavoratori comuni; i due sono invece due cantori, bardi itineranti. Tutti hanno un’età che va tra i 20 e i 30 anni.
Avete poi (almeno alcuni) accolto quel che avete trovato nella cabina, soldi, gemme nascoste, e qualunque scartoffia che vi capitasse a tiro; avrete bisogno di dedicarvi un’ora per poter spulciare tutto, e dunque vi incamminate verso Elventree assieme ai prigionieri.
Raggiungete il villaggio, e pagate per tutti gli ormai ex prigionieri vitto e alloggio per le prossime notti, mentre voi vi dedicate a studiare le carte, e a parlare con un paio dei prigionieri, Hesim e Zani.
Mettendo insieme ciò che trovate nelle carte, e ciò che vi dicono Hesim e Zani, scoprite come Seafarer (che nelle missive è segnalato come S), e N, il quale nome continua a non comparire, sono schiavisti di lunga data. Fino a poco tempo fa, commerciavano “normalmente” in schiavi, ma da qualche tempo hanno deciso di trovare un nuovo sistema.
Contavano di rapire cittadini e persone del Mare della Luna, quelle che vivevano fuori dai confini cittadini delle città stato, per poi rivenderle nelle città dove pochi si sarebbero fatti domande circa la loro origine, o più difficilmente sarebbero stati rintracciabili, almeno in tempi brevi.
I ruoli erano ben divisi. Seafarer e la sua ciurma si occupavano di identificare i bersagli e catturarli. Una volta catturati i prigionieri, N si sarebbe diretto verso la città designata per commerciare, e Lorelei avrebbe predisposto un punto di appoggio vicino, in modo da trasferire i prigionieri una volta fossero “pronti”, ovvero quando la loro volontà sarebbe stata piegata a sufficienza da renderli obbedienti. Seafarer sarebbe dunque passato alla serie di razzie successive, e così via.
Contavano di mettere a segno almeno 3-4 “colpi”, ottenendo grandi guadagni, e poi abbandonare il Mare della Luna, evitando eventuali conseguenze del loro agire, mettendo in atto il loro “modello” altrove.
La loro prima serie di razzie era mirata alla zona che divide Thentia da Hulburg, visto che le due città posseggono forze di difesa risibili, e non sono minimamente in grado di pattugliare le loro strade; hanno designato alcune fattorie come bersagli, andando a mettere in atto in rapida serie i loro colpi. I due mezz’elfi non erano inizialmente previsti, ma sono stati catturati in quanto testimoni di una delle razzie.
Si sono dunque ritirati, ormeggiando in una baia nascosta della costa nord, e hanno dunque vessato i prigionieri, al fine di abbatterne la volontà. Le ultime comunicazioni sono di come Seafarer abbia inviato un messaggio a N, di come era riuscito ad accelerare i tempi, e fosse dunque in arrivo in anticipo.
Questo è quanto riuscite a scoprire e ricomporre.
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Nei giorni successivi, Eran si era fatto consegnare il codice delle leggi della città, ed aveva studiato in particolare la sezione riguardante la schiavitù. Provava una particolare avversione per tale pratica, ma mise da parte i propri sentimenti per ragionare con maggior lucidità.
Inizialmente aveva ritenuto l'attività di Seafarer e degli altri potesse essere una forma di contrabbando, per evitare di pagare tasse o balzelli alle varie gilde coinvolte. Ma, dalle informazioni raccolte, non sembrava quello il caso. Pareva vendessero "la merce" per le comuni vie legali, approfittando solamente del fatto che quella povera gente non era cittadina di Hillsfar o di altre città stato, e quindi resa schiava illegalmente.
Lorelei era morta, Seafarer pure. Rimaneva l'uomo, o la donna, la cui iniziale era N. Era possibile si fosse già dato alla macchia, una volta resosi conto che qualcosa doveva essere successo ai suoi compari. Tuttavia non bisognava lasciare nulla d'intentato.
Se contavano di piazzare 3 o 4 volte la merce e poi svanire, non doveva essere un commerciante locale, né di lunga data in città. Tuttavia non sapeva come funzionasse il sistema. Con una smorfia di disgusto, comprese come andare a fondo della questione avrebbe richiesto d'inoltrarsi nel terribile mondo del commercio degli schiavi...
Eran Blackmore
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Daphne aveva rimuginato a lungo sulla faccenda, ed era giunta ad un paio di conclusioni che le sembravano plausibili.
La prima era che, volendo muovere un carico la cui legalità stava in una zona nettamente grigia, era probabile che N. trovasse già tutti i compratori in anticipo, il che era coerente con il fatto che si recava in città a trattare prima dell'arrivo di Seafarer con gli schiavi. E ovviamente, sapevano che N. era straniero.
La seconda conclusione era il fatto che...beh, gli schiavi sono persone e ovviamente parlano. Uno schiavista "onesto" - ammesso che ne esistessero - avrebbe sicuramente storto il naso non appena si fosse reso conto di avere comprato schiavi provenienti dai sobborghi di una città che era praticamente dietro l'angolo.
Quindi, unendo le due cose, avrebbero dovuto cercare:
- uno schiavista nuovo in città che aveva preso degli accordi per delle transazioni che però non si erano concretizzate
- e queste transazioni avrebbero dovuto essere concluse con degli individui od organizzazioni legali ma con pochi scrupoli
Gli schiavi che avevano liberato non sembravano fisicamente possenti, perciò si sentiva di escludere la gilda dei gladiatori. Dubitava anche che i contadini mistrani occupassero schiavi, perciò rimanevano la corporazione del Soffio di Drago e quella degli Orefici.
Avrebbe dovuto trovare qualcuno a cui fare domande per la prima, quanto alla seconda...dopotutto doveva già andare a iscriversi, no?
Daphne condivise con gli altri queste informazioni. Propose di chiedere al paladino Valen di chiedere alla donna con cui si intratteneva, era sulla bocca di tutti ormai, e la donna sembrava essere un pezzo grosso della corporazione del Soffio di Drago. Per l'altra gilda, chiese se avessero delle idee.
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Daphne uscì dall'incontro con Maven Steele con il netto desiderio di farsi un lungo bagno caldo con una spugna ruvida, strofinandosi fino a togliersi quei 2-3 centimetri di pelle che potevano avere, anche per sbaglio, essere venuti in contatto con la stessa aria che respirava quell'orribile donna.
Desiderio che, a quanto pareva, era condiviso anche dal sacerdote Eran, disgustato quanto lei.
Avevano scoperto, con un ragionevole grado di certezza, che Brawne era "N", che il suo assistente era il Robert che avevano incontrato sulla spiaggia, e che gli schiavi che Maven Steele avrebbe dovuto comprare erano gli stessi che avevano salvato dalla nave di Seafarer.
Purtroppo la pista si era fermata; Brawne era probabilmente ormai lontano, e anche se avevano un suo pigiama - decisamente poco pulito - che Eric avrebbe usato per scrutarlo, Daphne non pensava che sarebbero riusciti a rintracciarlo.
Rimaneva solo una cosa da fare: avvertire la milizia, così che se Brawne avesse riprovato lo stesso gioco a Hillsfar, avrebbe trovato un'accoglienza decisamente meno favorevole.
Guardando il tutto in un'ottica più ampia, invece, Daphne pensava che fosse davvero il momento di impegnarsi in primo piano contro la schiavitù. A Procampur non era mai stata una realtà, e per lei risultava un boccone particolarmente amaro da digerire.
Ciò nonostante, Daphne sapeva che impegnarsi contro la schiavitù non sarebbe stato sufficiente, e la storia dello schiavo volontario di cui le aveva parlato Charles lo confermava; a Procampur non c'erano schiavi, ma c'era un quartiere intero dai tetti grigi dove trovavano alloggio mendicanti, lavoratori non qualificati e persone che il lavoro non ce l'avevano proprio. Era lì che Daphne era cresciuta, finché con il suo lavoro di cantastorie non era riuscita a sistemare la famiglia in una casetta nel quartiere dai tetti gialli, modesta, ma tutta loro, un tetto sopra la testa che aveva permesso a sua madre di smettere di spaccarsi la schiena pulendo le case altrui.
Qualsiasi cosa dicesse la legge, non ci poteva essere libertà nella miseria, come diceva uno dei sacerdoti più anziani al tempio:
"Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero."
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