10-04-2018, 13:39
INSONNIA
Nonostante il corpo stanco e provato anelasse il riposo, le parole oscure e blasfeme di quel rituale diabolico risuonavano ancora nelle orecchie della genasi. Infrangendo il silenzio di una notte che pareva infinita, scandita dalla ripetizione di tutti quei pensieri che non si possono dimenticare. Nel buio più profondo e nero rivedeva il corpo di Derek morto nei liquami, l'oscurità che avvolgeva Aldric, le torture inflitte dall'erinni. Chiudeva gli occhi, tirando a sè la coperta, risentendosi addosso la sferzata delle ali che l'assalivano, il suono vibrante dei dardi invocati, i colpi delle spade. Cambiava posizione, scalciando infastidita, incapace di scacciare i pensieri, di zittire voci inesistenti. Allora sottovoce cominciava la lenta conta..
Nessuno di loro aveva compreso o voluto comprendere i versi officiati dall'essere infernale, il suono era qualcosa di inconcepibile per chiunque avesse ancora un'anima. Non Aldric, che sorrideva in prima fila, godendo del male che quelle parole procuravano. Probabilmente ora dormiva esausto ma Darsa non osava disturbarlo, non di proposito. La profanazione da lui compiuta era durata tutto il giorno e la notte, senza sosta o distrazioni. Al termine, la sua figura sembrava fondersi con lo stesso male oscuro che emanava l'altare. Darsa lamentava nel sonno di doverlo temere, poi si voltava dall'altra parte ridendo sprezzante perchè sapeva come tenergli testa. Poi si svegliava di soprassalto esprimendo il bisogno di una buona dose di erba del giullare, ma in sua assenza, riprendeva la conta..
L'altare profanato reclamava sangue, che avrebbero "offerto" gli stessi spettatori richiamato dal rito infernale appena compiuto.. se la genasi si fosse trattenuta. Semi dormiente risentiva per l'ennesima volta l'imponente creatura planargli addosso, tra tutti, proprio su lei. L'istinto era prevalso spingendola a ucciderli prima che le colpissero il ventre. Darsa si riaddormentò convinta di aver fatto bene e poco dopo si risvegliò col senso di colpa per non essersi fermata. Istintivamente si portò le mani al grembo chiedendosi se il male del rito infernale potesse averlo raggiunto. Mentalmente calcolò quanto tempo avesse, constando al tocco come fosse ancora poco pronunciato. Per un breve attimo si chiese se davvero fosse incinta ma dolori e malessere, erano decisamente una risposta. Poi di nuovo, riprese a contare..
Carezzando il grembo e guardando il soffitto buio le tornavano in mente tutti i pericoli cui si era esposta. Non ultime, le minacce di una strega notturna. Si rigirò su un fianco ripromettendosi di essere più prudente e protetta. Poi si voltò dall'altra parte convinta di non doversi affatto fermare. Desiderava solo che si sbrigasse a nascere per continuare la sua vita in questo mondo schifoso e violento. Rinunciando a dormire oltre, accese una candela e andò allo specchio per osservarsi la figura longilinea spogliandosi. La curvatura della pancia solo un poco più gonfia del normale, in modo del tutto impercettibile sotto i vestiti e la grossa cintura. Ridendo senza alcun motivo apparente, cominciò a bussarsi in grembo a gran voce..
Yuuu-uuuh c'è nessuno lì dentroooo?
Bha
uno due tre,
i dardi assorbiti dallo scudo magico
quattro,
le frecce deviate dalle protezioni
Nessuno di loro aveva compreso o voluto comprendere i versi officiati dall'essere infernale, il suono era qualcosa di inconcepibile per chiunque avesse ancora un'anima. Non Aldric, che sorrideva in prima fila, godendo del male che quelle parole procuravano. Probabilmente ora dormiva esausto ma Darsa non osava disturbarlo, non di proposito. La profanazione da lui compiuta era durata tutto il giorno e la notte, senza sosta o distrazioni. Al termine, la sua figura sembrava fondersi con lo stesso male oscuro che emanava l'altare. Darsa lamentava nel sonno di doverlo temere, poi si voltava dall'altra parte ridendo sprezzante perchè sapeva come tenergli testa. Poi si svegliava di soprassalto esprimendo il bisogno di una buona dose di erba del giullare, ma in sua assenza, riprendeva la conta..
cinque sei sette,
le mazzate infrante sulla pelle di pietra
otto,
le ferite subite che ho rigenerato
L'altare profanato reclamava sangue, che avrebbero "offerto" gli stessi spettatori richiamato dal rito infernale appena compiuto.. se la genasi si fosse trattenuta. Semi dormiente risentiva per l'ennesima volta l'imponente creatura planargli addosso, tra tutti, proprio su lei. L'istinto era prevalso spingendola a ucciderli prima che le colpissero il ventre. Darsa si riaddormentò convinta di aver fatto bene e poco dopo si risvegliò col senso di colpa per non essersi fermata. Istintivamente si portò le mani al grembo chiedendosi se il male del rito infernale potesse averlo raggiunto. Mentalmente calcolò quanto tempo avesse, constando al tocco come fosse ancora poco pronunciato. Per un breve attimo si chiese se davvero fosse incinta ma dolori e malessere, erano decisamente una risposta. Poi di nuovo, riprese a contare..
nove dieci,
i guai che vado a cercarmi
undici,
sono una pessima madre
Carezzando il grembo e guardando il soffitto buio le tornavano in mente tutti i pericoli cui si era esposta. Non ultime, le minacce di una strega notturna. Si rigirò su un fianco ripromettendosi di essere più prudente e protetta. Poi si voltò dall'altra parte convinta di non doversi affatto fermare. Desiderava solo che si sbrigasse a nascere per continuare la sua vita in questo mondo schifoso e violento. Rinunciando a dormire oltre, accese una candela e andò allo specchio per osservarsi la figura longilinea spogliandosi. La curvatura della pancia solo un poco più gonfia del normale, in modo del tutto impercettibile sotto i vestiti e la grossa cintura. Ridendo senza alcun motivo apparente, cominciò a bussarsi in grembo a gran voce..
Yuuu-uuuh c'è nessuno lì dentroooo?
Bha
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"