18-12-2017, 15:50
Gli incarichi arrivano, più o meno graditi, ma ancora siamo propensi ad accettarne più di quanti vorrei. In particolare non non credo di essere l'unica a mal sopportare le infinite clausole e penali previste nei contratti coi Rossi. Ci siamo già imposti un motto preciso che rispettiamo senza bisogno di garanzie aggiuntive. Senza costrizioni che mal sopporto, io, che ho giusto messo al rogo l'ultimo che mi ha ingabbiata. Perchè siamo noi a doverci adeguare a metodi stranieri in casa nostra!? Tanto più che è l'enclave ad aver bisogno delle Lame, non il contrario.
Per Aldric invece i modi dei Thayan non sono così dissimili dai mezzi usati dalla sua chiesa. Sono parte dell'ordine necessario perchè un'organizzazione potente come l'enclave funzioni a dovere. Mi sembra che egli percepisca chiaramente la mia insofferenza e la imputa alla parte caotica e instabile che ancora ha troppa presa in me. Se davvero voglio seguire l'ordine, a suo dire, la sola parola non basterebbe mai. Devo imparare che l'ordine talvolta si impone anche con la burocrazia. E che la parola deve essere registrata.
"L'ordine spesso somiglia ad una gabbia, e solo risalendo la sua cima potrai controllarla. A tua volta però sarai sempre governata da una gabbia superiore e solo impressionando chi controlla questa potrai risalire la scala gerarchica."
Salire di grado fino alla gabbia maestra che nel caso del sacerdote un giorno, per tutto il Faerun, è ovvio chi sarà mai... Dunque un giorno faremo in modo di essere noi Lame a dettare le regole. Chi non le accetterà potrà benissimo rivolgersi ad altri e restarne deluso. Proprio come i Rossi. Ascolterò dunque le parole di Aldric e accetterò i suoi insegnamenti assimilandoli come meglio posso. Anzi, posso già iniziare a utilizzare io stessa questo metodo e applicarlo ai miei prossimi contratti... perchè no? Visto che funziona...
Nella lunga notte passata con Aldric avevamo toccato questo ed altri argomenti. Ma solo uno è rimasto senza risposte, per le quali non è ancora tempo. Che io sia sicura non ci sia altro sotto o che ne sia sicuro lui che me lo permette, importa poco al momento. Giorno dopo giorno, sotto la sua guida imprigiono le scintille delle mie pulsioni come miseri. Insetti. Nell'ambra! La stessa ambra con cui gli ho ornato il pugnale guarda caso, ma anche la stessa del colore dei miei stessi occhi. Gli occhi di una genasi. Pronti a riaccendersi in ogni istante come fuoco.
Il fuoco inarrestabile di chi non si fermerà per nessuno. MAI prima di aver distrutto l'intera stirpe dei Tankas!
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"