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[Aslaug Ulricsdottir] Appunti di una cacciatrice
#16
"la tua presenza lo destabilizzava..." 



La voce di sitkah rimbombò nella testa di aslaug, una intera serata di "incontri" prima con la ragazza incappucciata, domande sulle conseguenze dell'azione di Fjolnir, la frase finale sulla domanda della cacciatrice la lasciò spiazzata per un attimo, poi l'incontro con il biondo ruathen, aveva acconsentito perché non poteva ignorare l'esperienze vissute, le parole che sentì furono sempre accompagnate dalla frase di sitkah, malintesi, come sempre accadeva con lui, non capiva come ma non riuscivano mai a capirsi, scintille che di solito finivano in risse e birra ma che questa volta avevano portato ad una rottura profonda, il quadro però era completo, le azioni e le parole di tutti prendevano senso, Fjolnir aveva deciso di testa sua, per proteggerla come sempre, ma non aveva tenuto conto della forza "mentale" che questo richiedeva e aveva ceduto alla paranoia, portando al fallimento di ogni suo intento, se pure l'aveva salvata dalla sua decisione non poteva più proteggerla per il futuro, se si fosse allontanata, nello stesso tempo si era messo in una posizione difficile, stava per perdere tutto e lei non poteva farci nulla, la sua testardaggine superava quella della cacciatrice, ormai era un dato di fatto, si era resa conto che anche gli altri parevano mal sopportare la sua indole, sitkah aveva fatto notare alla cacciatrice, con una semplice frase, quanto fosse destabilizzante per fjolnir, si era resa conto che il suo sentirsi di troppo era dovuto alla protezione verso Fjolnir da parte delle due compagne, Renfri e sitkah, non una colpa, poteva capirle, anche lei lo aveva fatto, il ruathen era un uomo semplice, legato alle tradizioni e saldi principi, mosso da sentimenti genuini, quasi innocenti a volte ma non privi di cattiveria, come molti credevano, Aslaug lo conosceva, aveva visto il suo lato violento e implacabile, in verità nascosto anche ai suoi occhi lo era stato anche con lei, aveva colpito pensando di restituire una cattiveria, con una cattiveria assoluta, per altri sembrava una stupidaggine e persino fjolnir ora la poneva in maniera più semplice, si era scusato, le aveva spiegato tutto e infine l'aveva posta come fosse una vittima, come sempre, delle circostanze, ma aslaug sapeva benissimo che era stato subdolo, colpendola lì dove lei stessa non osava andare, nell'orgoglio.. persino ora, lei non l'avrebbe umiliato, lui l'aveva fatto pensando di subire un simile trattamento, osservando i disegni di fjolnir nel libro osservò il suo nome scritto per allenarsi, male, la cacciatrice ripensò alla frase di Renfri, la guerriera non comprendeva quello che era successo, ne dava chiaramente la colpa a lei, come se fosse lecito chiederle di essere diversa, come fosse la causa del male, ai suoi occhi lo era Fjolnir, aveva fatto un casino e lei ci era caduta dentro senza poter decidere nulla, ora c'era davanti a lei un altro clan, semplicemente e lei non ne faceva parte in nessuna maniera, se ne sentiva esclusa in ogni forma, strinse la pagina con l'istinto di strappare tutto, per fargli del male ma si fermò respirando a fondo, forse... era meglio così, sitkahaveva ragione. 
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RE: [Aslaug Ulricsdottir] Appunti di una cacciatrice - da elyss - 23-10-2017, 10:08

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