21-10-2017, 14:06
Seduto in un angolo buio alla locanda del Occhio Vigile, Urdo contemplava il boccale di sidro mezzo vuoto, assorto nei suoi pensieri.
Se n´era andato il giorno da Ashabenord dopo l´incontro con i giocatori d´azzardo. Aveva camminato a lungo nel timore che dei banditi lo assalissero per la via. Non aveva paura per sé, ma bensí per quello che avrebbe potuto fare, se avesse perso un´altra volta il controllo. D´altro canto, quella perdita di controllo lo aveva aiutato a scampare una situazione veramente pericolosa. Dove ogni sua altra risorsa aveva fallito, quella strana cosa lo aveva aiutato. E quindi il piccolo hin si domandava se il suo ricacciare dentro quella vocina da piccolo, quella parte di sé nei meandri della sua mente fino a farla scomparire, fosse stata la cosa giusta. Dopotutto quella vocina non gli aveva mai fatto del male. Sí, gli aveva piú volte suggerito di fare cose avventate, dispetti ad altre persone, ma tutto si era sempre risolto per il meglio. E comunque, anche se quei dispetti avessero portato a guai ed avventure, sarebbe stato comunque per la gloria dell´Irreprensibile Furfante.
Fu cosí che Urdo raggiunse Essembra e si riuní con la Signora Majuk e Ser Nathan. I giorni seguenti furono un vero toccasana per il piccolo hin che si ritrovó impegnato in spedizioni nelle campagne intorno alla cittadina che avevano lo scopo di tener pulite le strade da bande di goblin ed orchi. Durante queste spedizioni, notó che la Signora Majuk produceva effetti molto simili ai suoi soltanto che a dispetto della sua crepitante energia verde, Majuk era in grado di sprigionare delle vere e proprie tenebre. Era stato il caso o Tymora a farlo diventare paggio della Signora. Questo Urdo proprio non lo sappeva ma decise di parlarle delle sue vocine.
- Io posseggo questi poteri da un anno, ma non è una cosa che ti posso insegnare paggio.- rispose annoiata ed arrogante come sempre Majuk e disinteressata proseguí per le caverne dove risiedeva il clan goblin. Quando Urdo sentí il sibilare delle frecce e la carica di Ser Nathan decise quasi instintivamente di dare una dimostrazione pratica alla sua Signora. Si mise di fianco a lei, in posa come lei. Resistette al suo sguardo malevolo di rimprovero e la imitó. Nulla.
- Troubletrotter, smettila di imitarmi, non lo trovo divertente. – tuonó Majuk con le mani crepitanti di energia oscura.
La imitó, cercando di emulare anche lo sguardo altezzoso e la posa sensuale. Nulla
- Troubletrotter! Quando avró finito con queste insulse creature rimpiangerai il giorno che mi hai incontrata se non la smetti subito!
Urdo deglutí, spalle al muro sentí salirgli dalle ginocchia quello stesso panico che lo aveva colto ad Ashabenford.
Hi Hi Hi
Urdo riuscí all´ultimo momento a ridirigere l´energia che li fuoriusciva dalle mani, evitando la chioma di Majuk e colpendo prima la roccia sopra alla testa della signorina Darsa e poi la gamba di un goblin che cadde a terra rantolando, per essere poi messo a tacere dallo spadone di Ser Nathan.
Ci fu un breve silenzio. Poi di colpó Majuk da collerica si fece seria; prese per il polso il piccolo hin e lo strattonó.
- Cosa era quello?- era come se i suoi occhi penetrassero come lame dentro al corpo del halfling.
- Non lo so mia signora.. non..
Majuk trascinó l´hin per il polso attraverso i cunicoli umidi seguendo il rumore degli scontri.
- Rifallo- ordinó perentoria.
- Ma..
- RIFALLO! – tuonó mentre le mani venivano avvolte da energia oscura.
Nulla. Majuk ispezionó l´hin.
- Troubletrotter, butta quelle armi.
Urdo non aveva piú la forza di resisterle. Era tutto troppo veloce per lui. Ripose la fionda e lo scudino e ci riprovó.
Nulla.
Majuk aguzzó gli occhi e lo portó piú vicino alla mischia. Poi fece scorrere un po´della sua energia fino alle mani di Urdo ed ecco che un turbine verde e nero si schiantó in pieno petto di un goblin, consumandogli armatura, stracci e carne.
Quello sguardo indagatorio ed insostenibile si pose un´altra volta sul piccolo hin. La tiefling trascinó Urdo fino da Ser Nathan.
- Lore, ne voglio uno vivo. Cercate di catturarlo. Il mio paggio lo deve finire – il suo viso si adornó di un sorriso malefico.
Urdo perse la concezione del tempio e dello spazio in quei cunicoli. Viveva tutto come in un sogno distante. Seppe in seguito di non aver giustiziato nessun goblin. Di essere stato ricondotto a Peldan´s Helm. Dormí, forse uno, forse due giorni.
Quando tornó ad Essembra peró Dama Zarhkath era lá ad aspettarlo ed a ricordargli che non era un sogno, se non un incubo. Ebbero una lunga discussione. Majuk gli disse che quello era un dono, e che derivava da un legame con ció che c´era di piú maligno a quel mondo. Lei non lo aveva dalla nascita e non si capacitava di come il piccolo hin lo avesse ottenuto. Gli disse che probabilmente sua madre non era chi credeva che fosse o che fosse stata l´amante di un essere dall´anima corrotta. Urdo non volle credere a quelle parole ma non riusciva a trovare una spiegazione razionale alla cosa. Le parole di Majuk erano macigni sulle spalle del povero halfling. L´unica cosa che rincuorava Urdo era il fatto che Majuk non faceva segreto del suo potere. Non se ne vergognava, anzi lo elevava a ragion d´essere. Il piccolo hin comprendeva quando descriveva la sensazione di irrequietezza e piacere che otteneva quando lo liberava perché era la stessa che provava lui. Forse c´era una maniera per convivere con quel potere, per controllarlo. Da quando era riaffiorato con violenza il piccolo hin non era piú riuscito a ricacciarlo dentro. Urdo non aveva quindi scelta. Doveva imparare a convivere con esso e Majuk poteva aiutarlo. Forse sarebbe addirittura diventato piú divertente di quello che avesse pensato.
Se n´era andato il giorno da Ashabenord dopo l´incontro con i giocatori d´azzardo. Aveva camminato a lungo nel timore che dei banditi lo assalissero per la via. Non aveva paura per sé, ma bensí per quello che avrebbe potuto fare, se avesse perso un´altra volta il controllo. D´altro canto, quella perdita di controllo lo aveva aiutato a scampare una situazione veramente pericolosa. Dove ogni sua altra risorsa aveva fallito, quella strana cosa lo aveva aiutato. E quindi il piccolo hin si domandava se il suo ricacciare dentro quella vocina da piccolo, quella parte di sé nei meandri della sua mente fino a farla scomparire, fosse stata la cosa giusta. Dopotutto quella vocina non gli aveva mai fatto del male. Sí, gli aveva piú volte suggerito di fare cose avventate, dispetti ad altre persone, ma tutto si era sempre risolto per il meglio. E comunque, anche se quei dispetti avessero portato a guai ed avventure, sarebbe stato comunque per la gloria dell´Irreprensibile Furfante.
Fu cosí che Urdo raggiunse Essembra e si riuní con la Signora Majuk e Ser Nathan. I giorni seguenti furono un vero toccasana per il piccolo hin che si ritrovó impegnato in spedizioni nelle campagne intorno alla cittadina che avevano lo scopo di tener pulite le strade da bande di goblin ed orchi. Durante queste spedizioni, notó che la Signora Majuk produceva effetti molto simili ai suoi soltanto che a dispetto della sua crepitante energia verde, Majuk era in grado di sprigionare delle vere e proprie tenebre. Era stato il caso o Tymora a farlo diventare paggio della Signora. Questo Urdo proprio non lo sappeva ma decise di parlarle delle sue vocine.
- Io posseggo questi poteri da un anno, ma non è una cosa che ti posso insegnare paggio.- rispose annoiata ed arrogante come sempre Majuk e disinteressata proseguí per le caverne dove risiedeva il clan goblin. Quando Urdo sentí il sibilare delle frecce e la carica di Ser Nathan decise quasi instintivamente di dare una dimostrazione pratica alla sua Signora. Si mise di fianco a lei, in posa come lei. Resistette al suo sguardo malevolo di rimprovero e la imitó. Nulla.
- Troubletrotter, smettila di imitarmi, non lo trovo divertente. – tuonó Majuk con le mani crepitanti di energia oscura.
La imitó, cercando di emulare anche lo sguardo altezzoso e la posa sensuale. Nulla
- Troubletrotter! Quando avró finito con queste insulse creature rimpiangerai il giorno che mi hai incontrata se non la smetti subito!
Urdo deglutí, spalle al muro sentí salirgli dalle ginocchia quello stesso panico che lo aveva colto ad Ashabenford.
Hi Hi Hi
Urdo riuscí all´ultimo momento a ridirigere l´energia che li fuoriusciva dalle mani, evitando la chioma di Majuk e colpendo prima la roccia sopra alla testa della signorina Darsa e poi la gamba di un goblin che cadde a terra rantolando, per essere poi messo a tacere dallo spadone di Ser Nathan.
Ci fu un breve silenzio. Poi di colpó Majuk da collerica si fece seria; prese per il polso il piccolo hin e lo strattonó.
- Cosa era quello?- era come se i suoi occhi penetrassero come lame dentro al corpo del halfling.
- Non lo so mia signora.. non..
Majuk trascinó l´hin per il polso attraverso i cunicoli umidi seguendo il rumore degli scontri.
- Rifallo- ordinó perentoria.
- Ma..
- RIFALLO! – tuonó mentre le mani venivano avvolte da energia oscura.
Nulla. Majuk ispezionó l´hin.
- Troubletrotter, butta quelle armi.
Urdo non aveva piú la forza di resisterle. Era tutto troppo veloce per lui. Ripose la fionda e lo scudino e ci riprovó.
Nulla.
Majuk aguzzó gli occhi e lo portó piú vicino alla mischia. Poi fece scorrere un po´della sua energia fino alle mani di Urdo ed ecco che un turbine verde e nero si schiantó in pieno petto di un goblin, consumandogli armatura, stracci e carne.
Quello sguardo indagatorio ed insostenibile si pose un´altra volta sul piccolo hin. La tiefling trascinó Urdo fino da Ser Nathan.
- Lore, ne voglio uno vivo. Cercate di catturarlo. Il mio paggio lo deve finire – il suo viso si adornó di un sorriso malefico.
Urdo perse la concezione del tempio e dello spazio in quei cunicoli. Viveva tutto come in un sogno distante. Seppe in seguito di non aver giustiziato nessun goblin. Di essere stato ricondotto a Peldan´s Helm. Dormí, forse uno, forse due giorni.
Quando tornó ad Essembra peró Dama Zarhkath era lá ad aspettarlo ed a ricordargli che non era un sogno, se non un incubo. Ebbero una lunga discussione. Majuk gli disse che quello era un dono, e che derivava da un legame con ció che c´era di piú maligno a quel mondo. Lei non lo aveva dalla nascita e non si capacitava di come il piccolo hin lo avesse ottenuto. Gli disse che probabilmente sua madre non era chi credeva che fosse o che fosse stata l´amante di un essere dall´anima corrotta. Urdo non volle credere a quelle parole ma non riusciva a trovare una spiegazione razionale alla cosa. Le parole di Majuk erano macigni sulle spalle del povero halfling. L´unica cosa che rincuorava Urdo era il fatto che Majuk non faceva segreto del suo potere. Non se ne vergognava, anzi lo elevava a ragion d´essere. Il piccolo hin comprendeva quando descriveva la sensazione di irrequietezza e piacere che otteneva quando lo liberava perché era la stessa che provava lui. Forse c´era una maniera per convivere con quel potere, per controllarlo. Da quando era riaffiorato con violenza il piccolo hin non era piú riuscito a ricacciarlo dentro. Urdo non aveva quindi scelta. Doveva imparare a convivere con esso e Majuk poteva aiutarlo. Forse sarebbe addirittura diventato piú divertente di quello che avesse pensato.
Jack Coppercloak
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Ronli Tosscobble verso il matrimonio e l’addomesticazione
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il-fu Urdo Troubletrotter r.i.p.
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Ronli Tosscobble verso il matrimonio e l’addomesticazione
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il-fu Urdo Troubletrotter r.i.p.