18-10-2017, 14:50
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-10-2017, 15:19 da elyss.)
Aslaug si alzò dal letto, la notte silenziosa lasciava posto solo allo scoppiettare del camino, ormai quasi spento, i due corpi immersi nel sonno la circondavano, con lentezza si mosse superandoli e raggiungendo la tavola in disordine, birra, boccali e cibo lasciato dopo una serata fatta di alcol, sudore e passione, non mancò di guardare il letto con un sorrisino selvaggio prima di sedersi e aprire la sacca, ed esaminare alcune mappe, ed infine il diario
*un piccolo ritratto di dyane*
Esotica, come Darsa e Cornetto, al contrario di loro però sembra mite, credo sia molto furba, non ha reagito alla mia "rude" presenza come le altre, non si è sbilanciata.. non deve essere una grande combattente ma la sua voce mi rilassa, ho visto che parlando molti sembrano incantati, mi piace, ho notato che non squittisce ad ogni cretinata con legge e bontà da volta stomaco, una Skald può avere molte utilità, se vuoi che la gloria sia tramandata, ma anche per la sua parlantina e ammetto che amo le storie e la musica, sin da bambina, Sturm l'ha presa di mira, chissà come finirà, intendo approfondire la conoscenza di questa mezza alfar, peccato abbia il sangue sporco.
*Aslaug chiude il diario e guarda l'arco nell'angolo*
Il magnifico arco sembrava produrre delle piccole scariche elettriche, se toccato si sentiva la carica elettrostatica e quasi aslaug percepiva un sussurro al vento, sorrise al pensiero e guardò verso il letto, un regalo inaspettato, proprio quando doveva pagare il debito con le lame, per l'arco e la lama, fjolnir e renfri le avevano regalato senza battere ciglio un arco di enorme valore, la cosa l'aveva fatta riflettere molto, il ragionamento semplice e lineare dei due era che se serviva a lei era giusto averlo, visto che con le sue frecce li aveva aiutati spesso e viceversa, dalle lame aveva ricevuto qualche moneta ma nulla del genere e se anche a prezzo inferiore aveva pagato tutto, osservando le fiamme rimase a riflettere, aveva forti dubbi e un turbinio interiore, tra le risse con Fjolnir e le cacce, le bevute e la presenza di sempre nuove figure si era ritrovata a sorridere spesso, dietro l'ingenuità dell'orso biondo o della schietta frase di Renfri davanti ad una ovvietà, la saggezza di kolb che sembrava sbeffeggiare tutti e la calma presenza di Sturm che gli fissava le tette, dall'altro lato vedeva i pericoli affrontati con le lame, per quanto diversa un legame con alcuni di loro, anche se messo a dura prova dalle ultime vicissitudini e da cornetto, che pareva offuscare tutto con la sua presenza, con un sospiro chiuse il diario e andrò verso il letto, distendendosi tra i due corpi, nel calore tiepido del sonno e dal selvaggio abbraccio dei corpi
Il vento soffiava forte, la figura sostava tra il confine della foresta e la desertica terra delle bestie, osservava il terreno, riflettendo in silenzio, alzandosi guardò il cielo, il bel viso, con le lentiggini nelle gote, le labbra carnose e i due occhi blu come il cielo contrastavano nella bellezza per l'espressione dura a tratti affranta.
Un turbinio di pensieri e sentimenti attraversavano la ruathen, nell'ultimo periodo sembrava vivere questi contrasti perennemente, si era spinta tra due mondi, quello più lieve e leggero fatto di taverne e avventure e quello più cupo e serio fatto di imprese rischiose, organizzazione e cinismo, due mondi con figure che stagliavano nella nebbia dei suoi pensieri, aveva contrasti con entrambi, in pochi giorni il suo rapporto con Fjolnir era precipitato, senza sapere perché ne come si era ritrovata con il gruppo molto prevenuto nei suoi confronti, richiami da sit, la stessa ragazza che faceva capricci di continuo e veniva accontentata dal biondo in ogni istante, con pazienza, da renfri, che agli occhi della ruathen vedeva giudizio? non ne era certa ma l'ostilità espressa verso le sue frequentazioni forse aveva minato o acceso qualcosa? si sentiva confusa, nella mente la frase rimbombava come un martello
"Tornate ad Essembra... qui sei inutile"
Era stato come una pugnalata in pieno petto, nonostante i litigi e le risse non si erano mai umiliati a vicenda, non avevano mai varcato il confine dell'irreparabile, l'orgoglio della loro razza della loro cultura imponeva un limite oltre il quale si ci ammazzava, lei non aveva reagito, non l'avrebbe mai ucciso, era impensabile, grazie a Mikael aveva una visione più chiara ora, le stregonerie impresse sul metallo la rendevano più intuitiva.. più saggia, semplicemente girò i tacchi e andò via, la spedizione era stata sin dall'inizio strana, non capiva perché Fjolnir sembrava nervoso, distratto e intrattabile, pochi giorni prima avevano discusso su una sacca magica, lei gli aveva chiesto fiducia e lui come sempre, aveva dimostrato stoltezza e rigida determinazione ad andare contro i suoi parerei, aslaug si sentì offesa, come spesso capitava grazie alla sua indole capricciosa, andare via era l'unico modo di evitare scontri fisici o peggio frasi sbagliate, al suo ritorno trovò fjolnir sul sentiero di guerra, il dubbio del suo risentimento arrivò solo dopo, qui in presenza del vento che tanto amava, rimembrava le varie vicissitudini delle ultime settimane, Ronda le aveva parlato e grazie a lei non era andata subito via, tagliando ogni rapporto, persino con chi non centrava, ma la frase rimbombava ancora, poche ore prima avevano cacciato orchi, lei aveva evitato di guardarlo, per il forte risentimento, la delusione e quasi il disgusto di quell'uomo che tanto aveva cambiato in lei, tanto da farla cedere, esporsi ed evitare la solitudine che di solito l'accompagnava, gli doleva ammettere che l'aveva ferita come pochi, semplici frasi, piccoli gesti che nella mente della donna, volatile nei sentimenti si ingrandivano.
Aslaug sospirò e guardo la cintura di Darsa, la genasi si era dimostrata molto disponibile con lei, persino aldric, dopo il palese malcontento della cacciatrice si era messo in ascolto di alcune sue richieste, erano due mondi diversi, ma forse si era illusa di potersi adattare al sentimento e alla rigida mente del compagno ruathen, dopo due anni si accingeva a intraprendere una strada distaccata dal suo protettore, che ora appariva quasi un nemico capace di ferirla, rigirarla e buttarla come se nulla fosse.
Ma aveva un debito, non voleva minare la fiducia di chi l'aveva aiutata, per quanto amareggiata voleva bene a quell'accozzaglia di persone che l'avevano accompagnata, si prefissò un periodo di viaggio per ripagare la cifra consistente, forse in quell'asso di tempo avrebbe capito meglio cosa le stava accadendo, perchè si era esposta per trovarsi di colpo tra l'incudine e il martello, rischiando anche più serie conseguenze.
*un piccolo ritratto di dyane*
Esotica, come Darsa e Cornetto, al contrario di loro però sembra mite, credo sia molto furba, non ha reagito alla mia "rude" presenza come le altre, non si è sbilanciata.. non deve essere una grande combattente ma la sua voce mi rilassa, ho visto che parlando molti sembrano incantati, mi piace, ho notato che non squittisce ad ogni cretinata con legge e bontà da volta stomaco, una Skald può avere molte utilità, se vuoi che la gloria sia tramandata, ma anche per la sua parlantina e ammetto che amo le storie e la musica, sin da bambina, Sturm l'ha presa di mira, chissà come finirà, intendo approfondire la conoscenza di questa mezza alfar, peccato abbia il sangue sporco.
*Aslaug chiude il diario e guarda l'arco nell'angolo*
Il magnifico arco sembrava produrre delle piccole scariche elettriche, se toccato si sentiva la carica elettrostatica e quasi aslaug percepiva un sussurro al vento, sorrise al pensiero e guardò verso il letto, un regalo inaspettato, proprio quando doveva pagare il debito con le lame, per l'arco e la lama, fjolnir e renfri le avevano regalato senza battere ciglio un arco di enorme valore, la cosa l'aveva fatta riflettere molto, il ragionamento semplice e lineare dei due era che se serviva a lei era giusto averlo, visto che con le sue frecce li aveva aiutati spesso e viceversa, dalle lame aveva ricevuto qualche moneta ma nulla del genere e se anche a prezzo inferiore aveva pagato tutto, osservando le fiamme rimase a riflettere, aveva forti dubbi e un turbinio interiore, tra le risse con Fjolnir e le cacce, le bevute e la presenza di sempre nuove figure si era ritrovata a sorridere spesso, dietro l'ingenuità dell'orso biondo o della schietta frase di Renfri davanti ad una ovvietà, la saggezza di kolb che sembrava sbeffeggiare tutti e la calma presenza di Sturm che gli fissava le tette, dall'altro lato vedeva i pericoli affrontati con le lame, per quanto diversa un legame con alcuni di loro, anche se messo a dura prova dalle ultime vicissitudini e da cornetto, che pareva offuscare tutto con la sua presenza, con un sospiro chiuse il diario e andrò verso il letto, distendendosi tra i due corpi, nel calore tiepido del sonno e dal selvaggio abbraccio dei corpi
Il vento soffiava forte, la figura sostava tra il confine della foresta e la desertica terra delle bestie, osservava il terreno, riflettendo in silenzio, alzandosi guardò il cielo, il bel viso, con le lentiggini nelle gote, le labbra carnose e i due occhi blu come il cielo contrastavano nella bellezza per l'espressione dura a tratti affranta.
Un turbinio di pensieri e sentimenti attraversavano la ruathen, nell'ultimo periodo sembrava vivere questi contrasti perennemente, si era spinta tra due mondi, quello più lieve e leggero fatto di taverne e avventure e quello più cupo e serio fatto di imprese rischiose, organizzazione e cinismo, due mondi con figure che stagliavano nella nebbia dei suoi pensieri, aveva contrasti con entrambi, in pochi giorni il suo rapporto con Fjolnir era precipitato, senza sapere perché ne come si era ritrovata con il gruppo molto prevenuto nei suoi confronti, richiami da sit, la stessa ragazza che faceva capricci di continuo e veniva accontentata dal biondo in ogni istante, con pazienza, da renfri, che agli occhi della ruathen vedeva giudizio? non ne era certa ma l'ostilità espressa verso le sue frequentazioni forse aveva minato o acceso qualcosa? si sentiva confusa, nella mente la frase rimbombava come un martello
"Tornate ad Essembra... qui sei inutile"
Era stato come una pugnalata in pieno petto, nonostante i litigi e le risse non si erano mai umiliati a vicenda, non avevano mai varcato il confine dell'irreparabile, l'orgoglio della loro razza della loro cultura imponeva un limite oltre il quale si ci ammazzava, lei non aveva reagito, non l'avrebbe mai ucciso, era impensabile, grazie a Mikael aveva una visione più chiara ora, le stregonerie impresse sul metallo la rendevano più intuitiva.. più saggia, semplicemente girò i tacchi e andò via, la spedizione era stata sin dall'inizio strana, non capiva perché Fjolnir sembrava nervoso, distratto e intrattabile, pochi giorni prima avevano discusso su una sacca magica, lei gli aveva chiesto fiducia e lui come sempre, aveva dimostrato stoltezza e rigida determinazione ad andare contro i suoi parerei, aslaug si sentì offesa, come spesso capitava grazie alla sua indole capricciosa, andare via era l'unico modo di evitare scontri fisici o peggio frasi sbagliate, al suo ritorno trovò fjolnir sul sentiero di guerra, il dubbio del suo risentimento arrivò solo dopo, qui in presenza del vento che tanto amava, rimembrava le varie vicissitudini delle ultime settimane, Ronda le aveva parlato e grazie a lei non era andata subito via, tagliando ogni rapporto, persino con chi non centrava, ma la frase rimbombava ancora, poche ore prima avevano cacciato orchi, lei aveva evitato di guardarlo, per il forte risentimento, la delusione e quasi il disgusto di quell'uomo che tanto aveva cambiato in lei, tanto da farla cedere, esporsi ed evitare la solitudine che di solito l'accompagnava, gli doleva ammettere che l'aveva ferita come pochi, semplici frasi, piccoli gesti che nella mente della donna, volatile nei sentimenti si ingrandivano.
Aslaug sospirò e guardo la cintura di Darsa, la genasi si era dimostrata molto disponibile con lei, persino aldric, dopo il palese malcontento della cacciatrice si era messo in ascolto di alcune sue richieste, erano due mondi diversi, ma forse si era illusa di potersi adattare al sentimento e alla rigida mente del compagno ruathen, dopo due anni si accingeva a intraprendere una strada distaccata dal suo protettore, che ora appariva quasi un nemico capace di ferirla, rigirarla e buttarla come se nulla fosse.
Ma aveva un debito, non voleva minare la fiducia di chi l'aveva aiutata, per quanto amareggiata voleva bene a quell'accozzaglia di persone che l'avevano accompagnata, si prefissò un periodo di viaggio per ripagare la cifra consistente, forse in quell'asso di tempo avrebbe capito meglio cosa le stava accadendo, perchè si era esposta per trovarsi di colpo tra l'incudine e il martello, rischiando anche più serie conseguenze.