03-10-2017, 23:13
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-10-2017, 09:55 da Rubbio.)
Paf paf paf. Veloci e leggeri si muovevano gli stivaletti del piccolo hin per le strade infangate del quartiere nord di Ashabenford.
Toff toff toff. Veloci e pesanti inseguivano gli scarponi di tre uomini sotto la pioggia fina.
Urdo aveva capito ben presto di essere in pericolo, ma non riusciva ancora a spiegarsi come tutto potesse essere degenerato, come i suoi compagni di bevuta fossero diventati di colpo violenti e volessero “fargliela pagare per bene”.
Si era recato ad Ashabenford per vedere il sarto di Dama Zarhkath. Doveva farsi prendere le misure per un vestito consono alla sua signora ed al genere di festa che si sarebbe tenuta di lí a poche lune. Non aveva ben chiaro che tipo di festa sarebbe stata, sperava peró che ci fosse stata una gara di lancio del maiale e almeno due tavoli pieni di serpenti ripieni al marzapane. Il sarto sembrava allo stremo delle forze ed era terrorizzato che qualcosa andasse storto. Urdo aveva ovviamente rincarato la dose ed il poveretto era quasi svenuto. Pensando bene all´idea di deludere la sua signora, beh, Urdo poteva capire la paura di quel poveraccio. Una volta prese le sue misure il sarto lo congedó ed Urdo decise di andare a passare la notte da Jakoby e rimembrare con il buon locandiere i suoi primi tempi nelle Valli.
I Sei Scudi era brulicante di persone che bevevano discutevano animatamente, cantavano e, soprattutto, giocavano a carte imprecando o godendo a seconda del favore di Tymora. Dopo aver fatto quattro chiacchere con Jakoby, Urdo si avvicinó ad uno dei tavoli ed aspettó che uno dei giocatori terminasse la birra od i denari. Si sedette quindi lesto al tavolo e, tirando fuori un piccolo borsello, lo fece tintinnare di fronte ai presenti.
- Vuoi sfidare la fortuna nanerottolo?! Potresti rimanere deluso. – sorrise sarcastico un uomo con una barba nera folta ed un principio di calvizie che faceva intravedere due cicatrici sulla fronte.
- Beh allora non devo temer delusione, dato che non sono un nano! – rispose Urdo e fece gomitino ad un secondo uomo, tarchiato con la pelle del volto scavata ed il naso storto il quale sputó per terra vicino alla sedia del hin.
- Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi. Il tuo borsello sembra cosí pesante per un piccoletto come te – concluse un terzo uomo pelato con un grosso tatuaggio che gli copriva tutta la testa.
I quattro giocarono per tre clessidre. Urdo non era mai stato un gran baro e sicuramente i tre avevano gioco facile a far perdere il piccolo hin. Ma ad Urdo non importava anzi si stava divertendo. Voleva solo chiudere in gran stile prima di perdere le ultime monete che aveva messo sul tavolo. E cosí fece cadere le carte e chinandosi a raccoglierle sotto il tavolo, legó i lacci del tarchiato a quelli di quello con la cicatrice e quelli di quest´ultimo a quelli del pelato. Poi tornó a sedersi.
- Beh penso che ti sia rimasta solo una moneta d´oro mio piccolo amico – disse il pelato, rimettendosi a mescolare le carte.
- Questa non posso perderla, mi spiace. E´ l´ultima moneta che mi donó mio padre prima che io partissi per queste terre. – Urdo bluffava ma doveva provocare gli uomini seduti al tavolo.
- Su magari sará il tuo giro fortunato – ghignó l´uomo con la cicatrice.
- mmm, in realtá mio Padre mi ha sempre ripetuto di non demordere mai. Facciamo cosí, me la giocheró ma non a carte. Il primo che raggiungerá il bancone per ordinare da bere, vincerá la moneta e pagherá da bere a chi perde! Spero non abbiate paura di gareggiare con un hin… - dalla folla che si era riunita al tavolo provenne una grossa risata, ma Urdo sapeva che in quel momento tutti gli occhi erano puntati sui suoi compagni di gioco.
- Come vuoi tu pulce, poi non dire che non siamo stati generosi. Potevi vincere alle carte, ma nella corsa perderai di sicuro.
Una persona del pubblico fu scelta come giudice. Ed al segnale concordato, i tre scattarono di colpo, ma inciamparono l´uno con l´altro cadendo di lato e sul tavolo, ribaltandolo. Urdo si alzó senza fretta e si diresse trotterellando verso il bancone. Infine ordinó una pinta. Tutta la locanda che stava osservando la gara scoppio´ in una fragorosa risata. Urdo alzo´ il calice in direzione dei presenti tra gli applausi generali. Ben presto peró i tre si rialzarono e, tirando fuori dei pugnali, lo minacciorono di morte. Urdo li vide caricare e subito si diede alla fuga.
Paf paf ponf. Urdo inciampó e cadde nel fango. Non fece in tempo a rialzarsi che il suo piccolo ventre fu scosso da un gran calcio. L´halfling ruzzolo´ a terra pancia all´aria. Il dolore esploso dallo sterno si diramó rapido per tutto il suo corpicino, paralizzandolo. Per qualche istante, che ad Urdo sembró un´eternitá, l´hin non poté respirare. Le sue orecchie percepivano i rumori esterni estremamente attutiti. La sua pelle non avvertiva la pioggia che cadeva. Poi Urdo fu sollevato dal suolo ed un pugnó si schiantó contro la sua faccia. L´hin riprese conoscenza e sputó sangue.
IGH IGH IGH
- Ora singhiozzi eh, stupido sorcio – lo incalzó il pelato tenendolo con le due mani per il bavero della casacca e premendolo contro un muro. Dietro a lui, i due compari riprendevano fiato con i loro pugnali in bella vista.
Giocano con i loro coltellacci… giocano al gatto ed il topo… ma sei tu il micetto… rimbombó nella testa del hin. Una vocina stridula, suadente. Una vocina conosciuta e dimenticata.
Urdo scosse la testa per scacciarla. Ed un altro gancio lo colpi´ alle costole.
IGH IGH IGH
Non riusciva a smettere di piagnucolare.
- Smetti di frignare lurido bastardo. Non sai quello che ti faremo per quello stupido scherzo!
- La pagherai cara stupido mezzuomo!
Si alternavano le minacce dei due nelle retrovie.
Squit squit squit, i sorcetti ballano davanti al micetto che dorme.. ma se non dorme.. oooo
Cantilenó la vocina.
Urdo cercava di ricacciarla indietro, ma non riusciva. Il dolore lo rendeva debole. Per anni aveva sepolto quella vocina, rendendola poco piú di un incubo. Una cosa irreale. Forse lo era. Forse era tutto un sogno. Ma allora perché non lasciarsi andare, non ascoltarla fino in fondo, fare quello che gli suggeriva?
IH IH IH
- Cominceró col disegnarti una espressione infelice su questo viso e poi ti taglieró la lingua- riprese il pelato portando il suo coltello vicino alla guancia di Urdo.
HI HI HI
L´uomo rimase per un attimo interdetto. Il piagnucolio era diverso ora. Sembrava essersi trasformato in una specie di .. risatina stridula…
- Trovi la situazione divertente, fetido nanerottolo?
In un certo senso, hai cominciato con questo commento la nostra partitina e poi sei finito con la testa sul tavolo. Pensavo a come finirai ora invece.. e sí, è divertente
Ma aveva parlato lui a voce alta?
Urdo alzó la testa e guardó dritto negli occhi l´uomo. Le sue pupille verde scuro si riempirono in quel momento di una turbinante e crepitante energia verde. Mentre l´uomo rimaneva basito, Urdo alzó le mani e prese quel polso che ancora gli stringeva il bavero. Subito l´energia percorse il corpo del hin fino alla manina e da lí al corpo del pelato, esplodendo in una scarica di energia e provocandogli una profonda ustione.
- AAAHH – urló di dolore l´uomo, mollando la presa e cadendo contorcendosi al suolo.
Urdo cadde quasi a peso morto, per poi rialzarsi dopo pochi instanti e guardare nella direzione dei due compari con quelle pupille verdi brillanti.
HI HI HI
I due, presi dal panico, scapparono, seguiti poco dopo dal terzo.
Toff toff toff. Veloci e pesanti inseguivano gli scarponi di tre uomini sotto la pioggia fina.
Urdo aveva capito ben presto di essere in pericolo, ma non riusciva ancora a spiegarsi come tutto potesse essere degenerato, come i suoi compagni di bevuta fossero diventati di colpo violenti e volessero “fargliela pagare per bene”.
Si era recato ad Ashabenford per vedere il sarto di Dama Zarhkath. Doveva farsi prendere le misure per un vestito consono alla sua signora ed al genere di festa che si sarebbe tenuta di lí a poche lune. Non aveva ben chiaro che tipo di festa sarebbe stata, sperava peró che ci fosse stata una gara di lancio del maiale e almeno due tavoli pieni di serpenti ripieni al marzapane. Il sarto sembrava allo stremo delle forze ed era terrorizzato che qualcosa andasse storto. Urdo aveva ovviamente rincarato la dose ed il poveretto era quasi svenuto. Pensando bene all´idea di deludere la sua signora, beh, Urdo poteva capire la paura di quel poveraccio. Una volta prese le sue misure il sarto lo congedó ed Urdo decise di andare a passare la notte da Jakoby e rimembrare con il buon locandiere i suoi primi tempi nelle Valli.
I Sei Scudi era brulicante di persone che bevevano discutevano animatamente, cantavano e, soprattutto, giocavano a carte imprecando o godendo a seconda del favore di Tymora. Dopo aver fatto quattro chiacchere con Jakoby, Urdo si avvicinó ad uno dei tavoli ed aspettó che uno dei giocatori terminasse la birra od i denari. Si sedette quindi lesto al tavolo e, tirando fuori un piccolo borsello, lo fece tintinnare di fronte ai presenti.
- Vuoi sfidare la fortuna nanerottolo?! Potresti rimanere deluso. – sorrise sarcastico un uomo con una barba nera folta ed un principio di calvizie che faceva intravedere due cicatrici sulla fronte.
- Beh allora non devo temer delusione, dato che non sono un nano! – rispose Urdo e fece gomitino ad un secondo uomo, tarchiato con la pelle del volto scavata ed il naso storto il quale sputó per terra vicino alla sedia del hin.
- Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi. Il tuo borsello sembra cosí pesante per un piccoletto come te – concluse un terzo uomo pelato con un grosso tatuaggio che gli copriva tutta la testa.
I quattro giocarono per tre clessidre. Urdo non era mai stato un gran baro e sicuramente i tre avevano gioco facile a far perdere il piccolo hin. Ma ad Urdo non importava anzi si stava divertendo. Voleva solo chiudere in gran stile prima di perdere le ultime monete che aveva messo sul tavolo. E cosí fece cadere le carte e chinandosi a raccoglierle sotto il tavolo, legó i lacci del tarchiato a quelli di quello con la cicatrice e quelli di quest´ultimo a quelli del pelato. Poi tornó a sedersi.
- Beh penso che ti sia rimasta solo una moneta d´oro mio piccolo amico – disse il pelato, rimettendosi a mescolare le carte.
- Questa non posso perderla, mi spiace. E´ l´ultima moneta che mi donó mio padre prima che io partissi per queste terre. – Urdo bluffava ma doveva provocare gli uomini seduti al tavolo.
- Su magari sará il tuo giro fortunato – ghignó l´uomo con la cicatrice.
- mmm, in realtá mio Padre mi ha sempre ripetuto di non demordere mai. Facciamo cosí, me la giocheró ma non a carte. Il primo che raggiungerá il bancone per ordinare da bere, vincerá la moneta e pagherá da bere a chi perde! Spero non abbiate paura di gareggiare con un hin… - dalla folla che si era riunita al tavolo provenne una grossa risata, ma Urdo sapeva che in quel momento tutti gli occhi erano puntati sui suoi compagni di gioco.
- Come vuoi tu pulce, poi non dire che non siamo stati generosi. Potevi vincere alle carte, ma nella corsa perderai di sicuro.
Una persona del pubblico fu scelta come giudice. Ed al segnale concordato, i tre scattarono di colpo, ma inciamparono l´uno con l´altro cadendo di lato e sul tavolo, ribaltandolo. Urdo si alzó senza fretta e si diresse trotterellando verso il bancone. Infine ordinó una pinta. Tutta la locanda che stava osservando la gara scoppio´ in una fragorosa risata. Urdo alzo´ il calice in direzione dei presenti tra gli applausi generali. Ben presto peró i tre si rialzarono e, tirando fuori dei pugnali, lo minacciorono di morte. Urdo li vide caricare e subito si diede alla fuga.
Paf paf ponf. Urdo inciampó e cadde nel fango. Non fece in tempo a rialzarsi che il suo piccolo ventre fu scosso da un gran calcio. L´halfling ruzzolo´ a terra pancia all´aria. Il dolore esploso dallo sterno si diramó rapido per tutto il suo corpicino, paralizzandolo. Per qualche istante, che ad Urdo sembró un´eternitá, l´hin non poté respirare. Le sue orecchie percepivano i rumori esterni estremamente attutiti. La sua pelle non avvertiva la pioggia che cadeva. Poi Urdo fu sollevato dal suolo ed un pugnó si schiantó contro la sua faccia. L´hin riprese conoscenza e sputó sangue.
IGH IGH IGH
- Ora singhiozzi eh, stupido sorcio – lo incalzó il pelato tenendolo con le due mani per il bavero della casacca e premendolo contro un muro. Dietro a lui, i due compari riprendevano fiato con i loro pugnali in bella vista.
Giocano con i loro coltellacci… giocano al gatto ed il topo… ma sei tu il micetto… rimbombó nella testa del hin. Una vocina stridula, suadente. Una vocina conosciuta e dimenticata.
Urdo scosse la testa per scacciarla. Ed un altro gancio lo colpi´ alle costole.
IGH IGH IGH
Non riusciva a smettere di piagnucolare.
- Smetti di frignare lurido bastardo. Non sai quello che ti faremo per quello stupido scherzo!
- La pagherai cara stupido mezzuomo!
Si alternavano le minacce dei due nelle retrovie.
Squit squit squit, i sorcetti ballano davanti al micetto che dorme.. ma se non dorme.. oooo
Cantilenó la vocina.
Urdo cercava di ricacciarla indietro, ma non riusciva. Il dolore lo rendeva debole. Per anni aveva sepolto quella vocina, rendendola poco piú di un incubo. Una cosa irreale. Forse lo era. Forse era tutto un sogno. Ma allora perché non lasciarsi andare, non ascoltarla fino in fondo, fare quello che gli suggeriva?
IH IH IH
- Cominceró col disegnarti una espressione infelice su questo viso e poi ti taglieró la lingua- riprese il pelato portando il suo coltello vicino alla guancia di Urdo.
HI HI HI
L´uomo rimase per un attimo interdetto. Il piagnucolio era diverso ora. Sembrava essersi trasformato in una specie di .. risatina stridula…
- Trovi la situazione divertente, fetido nanerottolo?
In un certo senso, hai cominciato con questo commento la nostra partitina e poi sei finito con la testa sul tavolo. Pensavo a come finirai ora invece.. e sí, è divertente
Ma aveva parlato lui a voce alta?
Urdo alzó la testa e guardó dritto negli occhi l´uomo. Le sue pupille verde scuro si riempirono in quel momento di una turbinante e crepitante energia verde. Mentre l´uomo rimaneva basito, Urdo alzó le mani e prese quel polso che ancora gli stringeva il bavero. Subito l´energia percorse il corpo del hin fino alla manina e da lí al corpo del pelato, esplodendo in una scarica di energia e provocandogli una profonda ustione.
- AAAHH – urló di dolore l´uomo, mollando la presa e cadendo contorcendosi al suolo.
Urdo cadde quasi a peso morto, per poi rialzarsi dopo pochi instanti e guardare nella direzione dei due compari con quelle pupille verdi brillanti.
HI HI HI
I due, presi dal panico, scapparono, seguiti poco dopo dal terzo.
Jack Coppercloak
——————————————————————————————
Ronli Tosscobble verso il matrimonio e l’addomesticazione
——————————————————————————————
il-fu Urdo Troubletrotter r.i.p.
——————————————————————————————
Ronli Tosscobble verso il matrimonio e l’addomesticazione
——————————————————————————————
il-fu Urdo Troubletrotter r.i.p.