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[AQ] Come scoglio infrango, come onda travolgo
#3
Le Lame d'Argento si presentarono in tutta la loro orgogliosissima eterogeneità. Sturm ne rimase veramente impressionato.
La prima cosa che capì era che tra di loro non c'era una guida vera e propria. C'era un fondatore. IL fondatore, La Prima Lama, che corrispondeva alla persona di Exem Mani di Fata.
Un uomo maturo il cui nomignolo, di rado pronunciato, era legato a doti ben più pratiche di quel che si potesse pensare di primo acchitto.
Sturm si era rivolto a lui per primo, affinchè valutasse l'incarico - se accettarlo o meno - e i termini di pagamento. Il ragazzone si era già fatto una chiara idea su quell'individuo così portato per gli affari quanto per gli anfratti più pericolosi. Irritarlo sarebbe stato controproducente.

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Ad ascoltare e a giudicare la situazione, inizialmente, c'erano anche altri due membri delle Lame d'Argento: tal Aldric e Darsa la Fiamma Cervellona.

Il primo sembrava più metodico e più attento. Un uomo distinto, dal portamento sicuro e dagli ideali ben saldi, così come sembrava esserlo anche la sua fede. Sturm era convinto fosse lui a tenere le redini di tutto il gruppo, e invece si sbagliava. Ciò nonostante la sua parola era tenuta molto in considerazione. Parola che per dispiacere di Sturm era stata negativa.
«Potremmo anche rintracciarli certo ma per quanto riguarda ucciderli, non se ne parla nemmeno, a meno che non siano accusati di qualche crimine e ricercati ufficialmente dalla legge non intendo macchiarmi del reato di assassinio»

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Burocrazia continentale.

Darsa era più o meno dello stesso parere di Aldric ma, come sospettava Sturm, la natura di quella donna non aveva influenzato solo l'aspetto fisico ma anche il carattere che combaciava perfettamente con l'idea che si era fatto il ruathen. Per certi versi, Sturm trovava in quell'esemplare femmina una certa affinità: se scatenato non poteva anche il fuoco divenire una forza distruttrice? Gli incantesimi di Darsa avevano confermato la supposizione di Sturm, il quale non ci ripensò due volte ad etichettarla come imprevedibile e a dir poco pericolosa.
A differenza dei primi due ella manteneva un atteggiamento più impulsivo, seppur dall'acume intellettivo superiore alla media. Era stata proprio lei a sbeffeggiare a parole Sturm, pungendolo nel vivo dell'orgoglio: «Bè, riacquista il tuo onore. Trovali e poi affrontali. Uno ad uno o tutti insieme. Combattici. Diventa uomo e poi chissà, magari ti crescerà anche qualche pelo sulla faccia. Fai come fanno quelli del tuo popolo».
Come poteva spiegare loro che la situazione, per lui, era molto più complicata? Ci pensò, e decise semplicemente di non dare alcuna spiegazione. Nè riguardo l'assenza di barba. Nè riguardo quel che era per il suo popolo.
E poi non sarebbe riuscito a farlo comunque, era troppo incuriosito dalla figura di Darsa. Nella sua mente si erano già formate immagini fantasiose su come fosse sotto gli abiti.
"Prima o poi dovrò scoprirlo".

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Man mano che la discussione si prolungava, altri si aggregarono al quartetto. Novizi. Potenziali reclute. Contatti esterni. Altri membri effettivi.

Tra tutti era spiccata un'altra esemplare femmina, una tiefling, riportante il nome di Majuk la Caprina - per Sturm -, altro membro delle Lame d'Argento.
Oltre al chiaro meticcio retaggio che sfoggiava con vanesia si era fatta notare fin da subito per la sua indole viziata, da spocchiosa nobildonna abituata al potere, all'ammirazione, al timore. Pareva schifare tutti, anche i suoi compagni, ma in particolar modo lui.
La sua estrema altezzosità e il suo fanatico narcisismo la portavano spesso a distrarsi o a trattare con superficialità tutto ciò che riteneva superfluo - quindi quasi tutto -, motivo per cui in quel frangente aveva rivolto a Sturm uno sguardo sorpreso ed accigliato, quasi lo vedesse per la prima volta. I suoi due pozzi neri l'avevano scrutato con un malcelato disprezzo e insofferenza.
«E cosa vorreste voi villico?»
«Vendetta, per lo più»
«E la paga quale sarebbe?»
«Denaro, o i miei servizi»
«Ben magra ricompensa per ciò che chiedete. Veramente misera. Andate e prendetevela da sola la vostra vendetta».
"Già tanto che mi abbia rivolto parola" pensò Sturm mentre la osservava attentamente, soffermandosi su quelle due corna che le spuntavano dalla fronte. Che esotico trofeo sarebbero state.
Sapeva già come trattarla. O maltrattarla, in caso.

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Nathan Lore, il Buon Illmaterita, aveva ascoltato tutto ma non si era espresso, tuttavia aveva offerto a Sturm un appoggio non da niente: uno spadone di mirabile fattura, motivo per cui si era procurato quel nomignolo. Sturm lo aveva prontamente scambiato con il proprio, provandone sin da subito la maneggevolezza e il bilanciamento. L'elsa sembrava essere fatta su misura per la sua grande mano. Il filo era perfettamente tagliente e non presentava neanche una minima intaccatura. La scanalatura era dritta e ben curvata affinchè il sangue colasse via con facilità. Per finire la guardia era spessa e resistente abbastanza da proteggere tutta la sua mano e una buona porzione di polso.

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Ancora non aveva avuto giudizi dagli altri tre che si erano uniti alla conversazione: l'affascinante Isabel, Sek il Rosso e Derek il Profumiere. I primi due, come Sturm stesso, erano entrati nel giro da molto poco, dovevano ancora farsi conoscere ma avevano mostrato comunque un leggero interesse. Per loro, ipotizzò Sturm, poteva trattarsi di un'ottima opportunità per mettersi in luce.
L'ultimo invece pareva essere un bel navigato combattente dalle più disparate abilità.
Sturm aveva una voglia matta di misurarsi con lui, di vincere quella sorta di allergia che aveva nei confronti di quei forti odori profumati con cui Derek si permeava, e di scontrarsi con il Buon Illmaterita.
Quest'ultimo sembrava essere fatto di una pasta simile a Derek, ma di una forza all'apparenza nettamente superiore. Come aveva avuto modo di vedere Sturm infondo Lore era un invasato nel combattimento. Proprio come lui. Ricercava bersagli sempre più pericolosi così da guadagnarsi il rispetto incondizionato di chi gli stava intorno.

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L'unico che aveva dimostrato smodato interesse era un nano di nome Zigrin, particolarmente invadente e chiassoso. Un ottimo compagno d'arme, ideale per cariche e combattimenti. Il rosso della sua cresta e della sua barba erano tratto distintivo del suo animo focoso e battagliero.
Purtroppo però gli altri del gruppo non parevano dargli troppo peso, ignorandolo per lo più.

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Alla fine di tutto fu Exem Mani di Fata a metterci una pietra sopra, liquidando l'intera situazione con un semplice:« Ci consulteremo e ti faremo sapere».

Dov'era Aslaug Baciata dal Fuoco?
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RE: [AQ] Come scoglio infrango, come onda travolgo - da cotoletta - 17-09-2017, 02:19

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