16-07-2020, 11:34
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-12-2020, 22:51 da Denoela.)
*una pagina viene inserita al diario in un secondo momento*
Mi ero resa conto da piccole cose che qualcosa si stava muovendo e coinvolgeva alcune persone che avevo conosciuto qui. Qualcosa di cui non parlavano ma che era importante. Mi conoscevano da poco e non mi aspettavo certo si fidassero ciecamente di me, ma poi mi resi conto che non si trattava di quello. Volevano semplicemente evitarmi guai, del resto metà di loro erano più esperti e capaci di me in certe cose. Io però lo ero in altre e mi feci avanti lo stesso, con una dose di discrezione, un bel faccino tosto e tanta determinazione nel voler far qualcosa di buono con queste mie capacità da ladruncola. Già che mi erano state insegnate e non certo da mio padre.
Nashan mi affidò così un compito preciso e devo ammettere mi divertii a portarlo a termine. Due volte. Poi quando finalmente arrivò il momento spiegò il piano. Presi parte al gruppo che passò dai cunicoli che collegavano l'arena col castello, scoprendo che non erano semplicemente chiusi, ma murati, rallentandoci notevolmente l'avanzata. L'unica porta da scassinare era protetta da viverne, mi infilai quatta quatta tra loro e la serratura e quasi mi venne un infarto quando Eitinel la fece scattare attirando l'attenzione di quelle bestie. Mi spalmai sulla porta sperando non mi mangiassero e fortunatamente se la presero con gli altri, che le abbatterono. Non so se così abbiamo fatto davvero prima ma di certo mi ha messo pepe al culo. Parlo come Cassandra ormai...
Raggiungemmo le porte che furono disintegrate e si riversarono dentro tutti i combattenti, tra cui un Davian vestito da sacerdote di Torm. A tal proposito, devo sfotterlo alla prima occasione. Il combattimento nella sala del trono fu più cruento e così feroce che non riuscii nemmeno ad avvicinarmi. Colpivo con l'arco dove potevo finchè una pioggia di non so che diavoleria magica ferì Luth e ci fece arretrare. Poi era tutto finito. Più rapido di quanto immaginassi. Il resto della notte lo dedicai al piccolo Miro, salvato dalle celle delle loro prigioni disgustose. Mi sorprese un po' come Luth se lo prese a cuore ma qualcuno doveva pur portarlo al sicuro.
Ora volevo capire come sarebbero funzionate le cose. La liberazione era stata fatta per la gente ma per quanto ora spettasse alla gente decidere come organizzare la propria città, erano stati presi accordi. Qualche compromesso per cui in pratica quattro consiglieri erano già al loro posto. Del mercante Blake parlavano tutti più o meno bene a parte Annette ed io l'avevo conosciuto alla festa, bisognava vedere se avrebbe rappresentato i profughi o solo se stesso. Glinda invece era una maga che non aveva alcuna voglia di star lì e si sarebbe fatta sostituire da chissà chi. Ilandra mi piacque subito, era un tipo pratico e grintoso tanto prendere a pugni Mordak proprio li al tavolo. Lui invece non lo avevo mai visto prima, indubbiamente sapeva farsi conoscere e ascoltare i bisogni della gente ma poi bisognava vederne le azioni.
Buttai lì un po' di disprezzo per il tempio della bestia al quartiere nord e mi spiegò che era lì da molto. Ne parlava più come di una tradizione più che un vero culto diffuso, qualcosa che era sempre stato lì per i cacciatori locali. Come se fosse l'unica divinità della caccia che conoscessero. Accennai anche allo schiavismo, che ho sempre disprezzato ma avevo già capito che era una questione da prendere con le pinze. Le nuove autorità avrebbero tenuto più a proteggere i beni cittadini o la povera gente? Finchè un oggetto aveva più valore della vita degli ultimi strati della popolazione, forse era meglio che questi fossero trattati da oggetti.
Avevo compreso che nessuna richiesta al consiglio avrebbe migliorato queste cose. Perchè erano legate alla mentalità delle persone. Non dico che sia una città di gente infame e senza scrupoli ma semplicemente, han sempre ragionato adeguandosi alle autorità locali. Se volevo che le cose cambiassero, dovevo far conoscere loro una mentalità diversa. Far capire che il valore di una vita non era mai inferiore nemmeno ad un diamante. Lo stesso valeva per i cacciatori, dovevano conoscere divinità migliori di una bestia che li avrebbe guidati e protetti nelle foreste.
Non sarebbe stato facile.
Emmet dai rossi capelli un altro ragazzino di Hillsfar che si è messo nei guai. Suo padre Ernst, un uomo semplice che si occupa di accendere i fuochi dei lampioni, è venuto in locanda per appendere degli annunci, pochi fogli che gli erano costati addirittura 2 settimane di paga. Basta guardarlo così trasandato e due occhiaie da spavento, per capire quanto fosse in pena. Suo figlio di soli 8 anni mancava da casa da due giorni, la moglie era rimasta a casa nella remota speranza tornasse. Erano persone semplici, povere direi e incapaci di leggere o scrivere. Abitano in una delle case lungo il muro della zona nord, verso il mare, non dico un posto malfamato ma sicuramente non ricco.
A quell'età non si scappa di casa per delle ragazzate, non so che ne pensassero le attuali guardie ma avevamo tutti capito che doveva essergli successo qualcosa. Ma nessuno rapisce il figlio di un povero che non ha nemmeno debiti e nemici particolari. Niente riscatto, pensavamo a qualche incidente, una disgrazia. Emmet spesso giocava per le strade con gli altri bambini ma al tramonto di due giorni prima non era rientrato. Ci eravamo recati sul posto ma era mattino presto, nessun bambino giocava ancora in strada e probabilmente dormivano ancora o facevano colazione. Non volevamo però perdere tempo fermi ad aspettarli.
Decidemmo di fare un giro in cerca di potenziali pericoli o qualcosa di insolito, io temevo fosse caduto in uno dei pozzi ma io già conoscevo le loro posizioni e avevo già studiato per conto mio buona parte dei vicoli cittadini. Il pozzo più vicino non era così vicino, dunque guidai direttamente il gruppo dalla parte opposta, nord ovest, per vedere se ci fosse qualcosa di insolito. Eravamo io, Luth, il sacerdote Eric e un tizio che da pochi giorni frequentava il locale di nome... Ignazio? non me lo ricordo. Darry voleva venire anche lui ma ho idea che fosse piuttosto provato... dev'essere faticoso baciare empie fanciulle!
Non riesco a mandar giù quella stupidata. So che non era nulla di che ma penso di essermela presa tanto perchè stavo davvero considerando l'idea di dirgli la verità. Non è tanto il bacio o che fosse il secondo, che peraltro è stato orripilante a prescindere: un Darry che bacia sè stesso! E' che mi ha ignorata totalmente ammettendo di volerlo fare, nonostante le mie opposizioni e senz'altro aggiungere. Anche solo un "non vorrei ma voglio tentare" lo avrei capito. Col rischio di peggiorare la sua situazione... gli sarebbe stato di lezione! Intanto io mi tengo la mia di lezione, ho chiuso con queste cavolate.
Lungo il vialetto vicino c'era del terriccio, probabilmente fuoriuscito dal mattonato stradale rotto. Notammo subito dei strani filamenti bianchi e segni di trascinamento ma c'era anche qualcos'altro che riconobbi. Erano segni particolari, non umani, come quelli del passaggio un ragno. Ma com'era penetrato nelle mura cittadine? Poco più in là trovammo un tombino che dava alle fogne cittadine. Giustamente un bimbo non poteva averlo aperto ma un ragno così grosso sì e non c'era tempo. Balzai dentro mentre discutevano sulle possibilità di trovarlo vivo, certa che mi avrebbero seguita e che ci saremmo insozzati di liquame di dubbia provenienza. Anzi, sapevamo tutti cosa fosse...
Le ragnatele presenti e le miriadi di piccoli ragni non lasciarono dubbi in merito all'accaduto. I miei compagni avevano un solo antidoto e come ormai d'abitudine, il primo ad averne bisogno fu Luth, assalito da un ragno più grosso lungo il cammino. Per fortuna quel tratto di fogne non aveva molti svincoli così, Ignazio faceva luce con una torcia e ci aprimmo la strada fino ad un tratto completamente ostruito da ragnatele. Segno che eravamo vicini ad un nido di ragni o quanto meno la sua dispensa. Usammo le spade per tirar giù quei fili grossi, perdendo un sacco di tempo e attirando ragni sempre più grandi. Quanto meno conoscevamo il "nemico" a parte il sacerdote che si disse più esperto di pesci che di "insetti" ed evidentemente anche di aracnidi.
Di tanto in tanto le armi e le nostre braccia restavano impigliate, tanto da dover prendere a calci alcuni ragni. Poi sentimmo un rumore di chele più cupo e molti ragnetti si ritirarono verso l'interno passandoci letteralmente addosso. Me li sentivo lungo tutta la schiena ormai! Arrivati in fondo vidi la sagoma di quel grosso ragno giacere nell'ombra, non dava segni di attaccarci così lo facemmo noi. Lo aggirai furtivamente per colpirlo da dietro e causargli ferite maggiori ma subito venimmo attaccati da tutti i ragni che prima si erano ritirati. Alcuni di noi vennero morsi ma riuscimmo ad avere la meglio.
Perquisendo la stanza trovammo bozzoli con scheletri ma per fortuna da uno usciva ancora un flebile gemito. Era proprio lui, da come era pallido doveva essere già stato avvelenato ma le cure di Eric e una di quelle piccole pozioni verdi riuscirono a farlo star meglio. Trovammo infine lo scolo da cui erano entrati i ragni, il tubo era stato sfondato dall'interno e sempre il sacerdote con un qualche incantesimo riuscì a richiuderlo quanto basta. Tornando verso l'uscita venimmo travolti dai topi che si riprendevano la loro casa e dovemmo uccidere persino qualcuno di quei piccoli ingrati!
Una volta usciti incrociammo gli altri bambini, che riconobbero il loro amico ancora privo di sensi e ci seguirono tutti gioiosi fino alla casa, dove lo riconsegnammo ai suoi genitori. Questi uscirono tutti grati e riconoscenti ma ci riusciva un po' complicato convincere i bambini a giocare lontano dal tombino almeno finchè non fosse stato riparato. Notai Ignazio giocare a un giro tondo con loro facendoli divertire. Non sapevo niente di lui, a parte che doveva davvero essere senza un soldo ma sembrava una brava persona. Chissà, magari un vestito pulito glie lo avremo trovato. Intanto andai a riposare presto, ma alcune parole di Ernst mi avevano colpita, sulla reputazione non proprio rosea degli avventurieri come noi.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"