07-07-2020, 12:59
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 07-07-2020, 13:02 da redandblu.)
Ignorando il cibo che nel frattempo gli avevano servito Luth comincia raccontare.
"Certo che posso raccontartela, ma non è una gran storia."
"La mia famiglia viveva nelle campagne intorno a Sundabar e mio padre faticando dal mattino alla sera riusciva a tenere su la famiglia, lui, mia madre, io e due sorelle più piccole di me. Sono cresciuto lì e appena ho potuto ho cercato di aiutare mio padre, prima con piccoli servizi poi con il tempo anche nei lavori più pesanti."
"Quando avevo 14 o 15 anni ho cominciato, nei mesi in cui c'era meno lavoro in campagna, ad andare per qualche settimana in città dove mio zio aveva una bottega da falegname per imparare un mestiere come voleva mio padre. Devo dire che lavorare il legno mi piaceva e mio zio mi insegnava volentieri il mestiere visto che i suoi figli invece si rifiutavano di toccare un qualunque attrezzo in bottega."
Dopo una pausa per prendere fiato prosegue.
"A 18 anni tornando dalla città dopo uno di questi periodi in bottega ho trovato la fattoria saccheggiata e tutta la mia famiglia sterminata durante una scorreria degli orchi che evidentemente li aveva sorpresi. Ora capirai perché già da subito Zed non mi andava a genio."
"Disperato rimasi alla fattoria, ma non posso raccontare nulla di quei giorni era come se il tempo si fosse fermato e solo dopo ho capito che erano passati alcuni giorni. Dopo aver sepolto quello che restava della mia famiglia e aver raccolto poche cose, soprattutto ricordi, tornai in città dallo zio e li sono rimasto fino all'inizio del viaggio che alla fine mi ha portato qui."
"Ho viaggiato con una carovana mercantile diretto a Waterdeep per incontrare un mercante per conto di mio zio ma mentre ero in città mi è arrivata la notizia della morte dello zio. Ora ero veramente solo, i miei cugini che mi odiavano per me non contavano nulla, decisi allora di proseguire il viaggio senza tornare a Sundabar e di iniziare una nuova vita. Ho proseguito il viaggio con la carovana fino a che loro si sono imbarcati giù al porto e io ho deciso invece di restare qui."
"Si sono orfano ma non è nulla in confronto a quello che accade a questi bambini che restano soli, io ero già in grado di badare a me stesso e mi rimaneva uno zio, ora capirai perché quando sono davanti a queste situazioni non riesco a restare indifferente. Già con la storia della bambina mannara avevo perso il sonno al pensiero di lei da sola nel bosco, solamente dopo aver saputo che era in salvo a Elmwood sono riuscito ad avere pace."
Fissa Echo prima di concludere.
"Ora conosci la mia storia, come e perché sono arrivato qui, non ti ho nascosto i miei sentimenti ed è una cosa che non faccio di solito, invece di te non so niente. Sei cordiale e spigliata ma non racconti mai nulla di te, mi farebbe piacere sapere da dove vieni e qualcosa di te, vuoi provarci ?"
"Come hai visto si può parlare della propria storia e di quello che si prova, tra amici."
Appare meno teso come se aver finito il racconto lo avesse liberato, guarda Echo sorridendo e resta in attesa della sua reazione.
"Certo che posso raccontartela, ma non è una gran storia."
"La mia famiglia viveva nelle campagne intorno a Sundabar e mio padre faticando dal mattino alla sera riusciva a tenere su la famiglia, lui, mia madre, io e due sorelle più piccole di me. Sono cresciuto lì e appena ho potuto ho cercato di aiutare mio padre, prima con piccoli servizi poi con il tempo anche nei lavori più pesanti."
"Quando avevo 14 o 15 anni ho cominciato, nei mesi in cui c'era meno lavoro in campagna, ad andare per qualche settimana in città dove mio zio aveva una bottega da falegname per imparare un mestiere come voleva mio padre. Devo dire che lavorare il legno mi piaceva e mio zio mi insegnava volentieri il mestiere visto che i suoi figli invece si rifiutavano di toccare un qualunque attrezzo in bottega."
Dopo una pausa per prendere fiato prosegue.
"A 18 anni tornando dalla città dopo uno di questi periodi in bottega ho trovato la fattoria saccheggiata e tutta la mia famiglia sterminata durante una scorreria degli orchi che evidentemente li aveva sorpresi. Ora capirai perché già da subito Zed non mi andava a genio."
"Disperato rimasi alla fattoria, ma non posso raccontare nulla di quei giorni era come se il tempo si fosse fermato e solo dopo ho capito che erano passati alcuni giorni. Dopo aver sepolto quello che restava della mia famiglia e aver raccolto poche cose, soprattutto ricordi, tornai in città dallo zio e li sono rimasto fino all'inizio del viaggio che alla fine mi ha portato qui."
"Ho viaggiato con una carovana mercantile diretto a Waterdeep per incontrare un mercante per conto di mio zio ma mentre ero in città mi è arrivata la notizia della morte dello zio. Ora ero veramente solo, i miei cugini che mi odiavano per me non contavano nulla, decisi allora di proseguire il viaggio senza tornare a Sundabar e di iniziare una nuova vita. Ho proseguito il viaggio con la carovana fino a che loro si sono imbarcati giù al porto e io ho deciso invece di restare qui."
"Si sono orfano ma non è nulla in confronto a quello che accade a questi bambini che restano soli, io ero già in grado di badare a me stesso e mi rimaneva uno zio, ora capirai perché quando sono davanti a queste situazioni non riesco a restare indifferente. Già con la storia della bambina mannara avevo perso il sonno al pensiero di lei da sola nel bosco, solamente dopo aver saputo che era in salvo a Elmwood sono riuscito ad avere pace."
Fissa Echo prima di concludere.
"Ora conosci la mia storia, come e perché sono arrivato qui, non ti ho nascosto i miei sentimenti ed è una cosa che non faccio di solito, invece di te non so niente. Sei cordiale e spigliata ma non racconti mai nulla di te, mi farebbe piacere sapere da dove vieni e qualcosa di te, vuoi provarci ?"
"Come hai visto si può parlare della propria storia e di quello che si prova, tra amici."
Appare meno teso come se aver finito il racconto lo avesse liberato, guarda Echo sorridendo e resta in attesa della sua reazione.