30-09-2019, 17:25
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-10-2019, 16:13 da mighelio.)
Dannazione, sto ancora tremando! C’è mancato davvero poco e se non fosse stato per Darsa e Anthony saremo sicuramente rimasti lì… per sempre. Ma forse è meglio andare con ordine.
Stavo tornando dal mercato dove ero andato per comprare qualche provvista per il mio prossimo viaggio quando, in piazza, ho incontrato Darsa, Davian e un altro gruppo di avventurieri che non avevo mai visto prima. C’erano due halfling, di cui uno estremamente chiacchierone, una donna con una lunga chioma bianca di nome Ariah e quello che pareva essere il suo uomo, Haidar, Anthony lo stregone e qualcun altro che dopo poco ha salutato allontanandosi verso la locanda.
Darsa voleva portare me e Haidar a fare pratica in vista del gran torneo di Battledale al ché si sono aggiunti a noi tre Davian, Ariah, Anthony e un sacerdote di Ilmater chiamato Uskail.
La tappa prefissata erano la zona del forte dei bugbears a nord di Peldan’s Helm. Abbiamo preso così la carovana e in poche ore ci siamo ritrovati nella cittadina a nord, pronti per lasciarci alle spalle la civiltà e inoltrarci nei territori delle bestie. Da subito era palese che le cose non fossero esattamente normali. Usciti dalla foresta ci accolse un vento caldo e secco accompagnato da polvere rovente da togliere il fiato. Come se non bastasse tutto questo per rendere quei territori ancora più inospitali del solito, si aggiunse anche la terra che tremava al nostro passaggio. No, non è una metafora per celebrare la forza del gruppo, la terra tremava letteralmente, come se fosse in corso un terremoto.
Mentre Ariah, l’esploratrice del gruppo, avanzava lentamente cercando di contrastare la furia del vento, qualcosa sradicò di netto un albero avventandosi sulla malcapitata: si trattava di un temibile verme purpureo! Non ne avevo mai visto uno prima d’ora ma, dopo quest’avventura non credo potrò mai dimenticare come sono fatti.
Tornando a noi, questo mostro delle profondità era giunto in superficie attirato da qualcosa, e aveva fatto di un sol boccone la malcapitata. A quel punto si ingaggiò una lotta furibonda contro quell’essere alto quanto un’abitazione di tre piani ma ben più agile e pericoloso. Ognuno combatteva come poteva; personalmente mi limitavo a scagliare qualche dardo con la balestra visto che sarei stato sicuramente d’intralcio in prima linea mentre i maghi cantilenavano incantesimi e i combattenti in prima linea lo tenevano occupato. Dopo un breve scontro, ma che a me sembrava durare un’eternità, il vermone cadde riversando sul terreno le sue interiore e, per fortuna, il corpo svenuto ma illeso della nostra compagna di viaggio. Spaventati, almeno per quello che mi riguarda, ci siamo addentrati nelle terre selvagge anche solo per verificare cosa attirasse questi esseri in zone per loro inusuali. Inutile dire che l’unica cosa che siamo riusciti a trovare sono stati gli amici di quel primo membro del comitato di benvenuto. Siamo stati infatti attaccati da altri due giganteschi e famelici “lombrichi” che avevano tutta l’aria di voler assaggiare qualche avventuriero e, dopo una lunga ed estenuante battaglia, siamo riusciti ad avere la meglio anche su di loro (ora rido a causa del mio uso del plurale dato che i miei dardi a malapena rimbalzavano sui loro carapaci, ma posso assicurare che in quel momento il mio stato d’animo era tutt’altro che divertito). Gli incantatori, che avevano fatto il grosso nei precedenti scontri, iniziavano ad accusare la fatica e il buio che nel frattempo era sopraggiunto, non rendeva le cose semplici anche a causa della forte escursione termica di quella zona semi desertica. Bisognava trovare una soluzione al problema e bisognava farlo il prima possibile, non avremmo resistito ancora per molto e per questo ci dirigemmo verso il forte abitato dai bugbears per riposare e cercare di ragionare con un minimo di tranquillità. Come c’era da aspettarsi non vi era rimasto uno solo dei suoi precedenti occupanti ma, una volta varcata la soglia fummo attaccati dall’ennesimo verme purpureo. Ormai eravamo davvero allo stremo delle forze e, avuta la meglio su quest’ultimo strisciante amico, ci siamo rintanati sopra i bastioni. La sopra, Darsa e Anthony hanno dato fondo al loro potere magico trasportandoci direttamente ad Ashabenfold poco prima che altri due giganti si abbattessero sulle mura stesse del fortino.
Non penso che mi abituerò mai a questo modo di spostarsi tipico degli arcanisti ma sicuramente, almeno questa volta, ci ha davvero salvato la vita.
*In calce alla pagina vi è un ritratto assai realistico di uno di quei vermi purpurei*
-Dm Artemis-