06-05-2019, 14:01
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-05-2019, 14:03 da Shiver89.)
L’incontro con la sacerdotessa di Waukeen presso il tempio ad Ashabenford aveva lasciato Lendral con opinioni contrastanti. Da un lato, la sacerdotessa aveva comunque assicurato che avrebbe messo qualcuno in contatto con il gruppo – che si era nuovamente presentato con il nome collettivo di Rosa dei Venti – presso casa di Eitinel, che il mezzelfo aveva unilateralmente deciso sarebbe stata la sede dove ricevere le comunicazioni burocratiche prima che la loggia vera e propria fosse operativa.
Dall’altro, era stato costretto a fare buon viso a cattivo gioco quando la sacerdotessa aveva lasciato intendere quanto miseri fossero fondi messi da parte per la costruzione di un immobile – ma, di nuovo, il mezzelfo dubitava che a nessuno importasse realmente avere pareti e pavimenti lastricati d’oro come la pacchiana cappella dell’Amica dei Mercanti.
L’ennesima stoccata era arrivata quando la sacerdotessa si era offerta di offrire un prestito alla neo compagnia, prospettiva che aveva inconsciamente terrorizzato Lendral, che si vedeva già intento a spaccare pietre con una pietra all’idea di dover ripagare l’esoso prestito del tempio o – ancora peggio – in fuga insieme ai compagni con i creditori sulle loro tracce. Fortunatamente si era deciso di rifiutare il prestito e la visita al tempio si era conclusa con la richiesta da parte dei sei avventurieri di contattare qualche elfo che si occupasse del lato estetico interno ed esterno della casa e qualche nano che si occupasse di alcuni aspetti logistici che necessitavano maggiore stabilità strutturale.
In vista di un ipotetico aumento di prezzo – d’altronde trattare coi nani sull’architettura e sull’ingegneria era qualcosa che Lendral era troppo poco testardo per mettersi in testa di fare – si era deciso di comune accordo di limitarsi un po’ con le spese folli per assicurarsi di avere un margine di manovra e, una volta ultimata la sede, avere una somma decente da considerare cassa comune.
Di contro, la visita presso la sede della Gilda dei Naturalisti aveva davvero impressionato il mezzelfo: non solo l’abbigliamento che lasciava decisamente poco all’immaginazione degli elfi affaccendati aveva stimolato l’interesse del sacerdote – specialmente quello suggestivo di lady Nyaalsir Llundar -, ma anche il parco di creature magiche più o meno letali che popolava le sale sotterranee aveva stimolato l’interesse del ragazzo.
Mentre passava da sale torride a sale gelide, in cui l’ambiente veniva regolato tramite la magia, il sacerdote già si vedeva con i compagni ad esplorare territori sconosciuti in attesa di poter trovare una creatura da portare nella sede e farla studiare a Eitinel – d’altronde a Lendral interessava principalmente tutto quello che c’era intorno alla creatura: l’ambiente, il tempo trascorso a cercarla e i tesori dei malcapitati che avevano tentato di domarla prima di loro; lo studio era qualcosa che per forza di cose sarebbe stata una priorità per Vel ed Eitinel.
Un po’ deluso dalla mancanza di informazioni troppo dettagliate su come creare delle protezioni magiche efficaci – e dal prezzo proibitivo di quelle che Nyaalsir si era sbilanciata a spiegare più dettagliatamente -, il mezzelfo rimase a rimuginare per il resto della serata, mandando giù diversi boccali di idromele presso la locanda di Myth Drannor, mentre osservava la spilletta in legno che simboleggiava la sua nuova appartenenza alla gilda dei naturalisti. All’alba del mattino successivo, subito dopo aver pregato, lasciò un messaggio sotto la porta della camera di Eitinel.
“Ehilà Eitinel,
visto che Nya ci ha fatto vedere un po’ di incantesimi protettivi nella sede dei naturalisti e che la prossima lezione alla scuola di magia dovrai tenerla tu, perché non chiedi a Marcus in anticipo se ci sono effetti meno costosi dei muri di forza e delle stasi temporali ma un po’ più di classe delle gabbie? Magari riesci a infilare anche quelli nella lezione tu.
Lendral”
Dall’altro, era stato costretto a fare buon viso a cattivo gioco quando la sacerdotessa aveva lasciato intendere quanto miseri fossero fondi messi da parte per la costruzione di un immobile – ma, di nuovo, il mezzelfo dubitava che a nessuno importasse realmente avere pareti e pavimenti lastricati d’oro come la pacchiana cappella dell’Amica dei Mercanti.
L’ennesima stoccata era arrivata quando la sacerdotessa si era offerta di offrire un prestito alla neo compagnia, prospettiva che aveva inconsciamente terrorizzato Lendral, che si vedeva già intento a spaccare pietre con una pietra all’idea di dover ripagare l’esoso prestito del tempio o – ancora peggio – in fuga insieme ai compagni con i creditori sulle loro tracce. Fortunatamente si era deciso di rifiutare il prestito e la visita al tempio si era conclusa con la richiesta da parte dei sei avventurieri di contattare qualche elfo che si occupasse del lato estetico interno ed esterno della casa e qualche nano che si occupasse di alcuni aspetti logistici che necessitavano maggiore stabilità strutturale.
In vista di un ipotetico aumento di prezzo – d’altronde trattare coi nani sull’architettura e sull’ingegneria era qualcosa che Lendral era troppo poco testardo per mettersi in testa di fare – si era deciso di comune accordo di limitarsi un po’ con le spese folli per assicurarsi di avere un margine di manovra e, una volta ultimata la sede, avere una somma decente da considerare cassa comune.
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Di contro, la visita presso la sede della Gilda dei Naturalisti aveva davvero impressionato il mezzelfo: non solo l’abbigliamento che lasciava decisamente poco all’immaginazione degli elfi affaccendati aveva stimolato l’interesse del sacerdote – specialmente quello suggestivo di lady Nyaalsir Llundar -, ma anche il parco di creature magiche più o meno letali che popolava le sale sotterranee aveva stimolato l’interesse del ragazzo.
Mentre passava da sale torride a sale gelide, in cui l’ambiente veniva regolato tramite la magia, il sacerdote già si vedeva con i compagni ad esplorare territori sconosciuti in attesa di poter trovare una creatura da portare nella sede e farla studiare a Eitinel – d’altronde a Lendral interessava principalmente tutto quello che c’era intorno alla creatura: l’ambiente, il tempo trascorso a cercarla e i tesori dei malcapitati che avevano tentato di domarla prima di loro; lo studio era qualcosa che per forza di cose sarebbe stata una priorità per Vel ed Eitinel.
Un po’ deluso dalla mancanza di informazioni troppo dettagliate su come creare delle protezioni magiche efficaci – e dal prezzo proibitivo di quelle che Nyaalsir si era sbilanciata a spiegare più dettagliatamente -, il mezzelfo rimase a rimuginare per il resto della serata, mandando giù diversi boccali di idromele presso la locanda di Myth Drannor, mentre osservava la spilletta in legno che simboleggiava la sua nuova appartenenza alla gilda dei naturalisti. All’alba del mattino successivo, subito dopo aver pregato, lasciò un messaggio sotto la porta della camera di Eitinel.
“Ehilà Eitinel,
visto che Nya ci ha fatto vedere un po’ di incantesimi protettivi nella sede dei naturalisti e che la prossima lezione alla scuola di magia dovrai tenerla tu, perché non chiedi a Marcus in anticipo se ci sono effetti meno costosi dei muri di forza e delle stasi temporali ma un po’ più di classe delle gabbie? Magari riesci a infilare anche quelli nella lezione tu.
Lendral”
Lendral Ravenwood