18-04-2019, 21:21
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-04-2019, 21:28 da Ainulindalë.)
Reagisci a questa notte che cela
lucidi dubbi che colano cera
sulla mente e suoi cardini
in cui non resta altro
che sitire gocce di sonno
lucidi dubbi che colano cera
sulla mente e suoi cardini
in cui non resta altro
che sitire gocce di sonno
Il fantasma della guerra è momentaneamente scomparso, continuo comunque a sentire il suo freddo alito di morte; come se fossi stata abituata ad incedere nella nebbia per poi perdermi poco dopo il suo diradarsi, trovandomi in un luogo nuovo e remoto.
Come se sentissi improvvisamente addosso i numerosi e lacerati passi su sentieri dissestati, le numerose notti insonni.
Sono ancora preda di un assordante frastuono, di dissonanze chiassose e confuse, di armonie affannate e sconnesse.
Arresto il respiro e vengo puntualmente stordita da quegli occhi indorati, così luminosi che non penso più a tutti gli occhi che incontro, tutti col solito filo d'ombra dentro, con un sottile e nebuloso velo, ad oscurare la purezza della pupilla; sarò una folle, i tuoi occhi mi parlano. Ho provato a parlar loro ma non ci sono mai riuscita, è atroce essere silenti quando dentro si hanno così tante parole.
Tu sei la strada dove cammina, corre ed inciampa la mia verità. Non vi è evasione alcuna, che sia starsene sotto gli alberi a sparare stronzate o che sia stordirsi di Jhuild nelle note basse della notte.
Nei miei sottili strati di ingenua vanità sono lo specchio di quel che vivo, rifletto quello che mi scorre innanzi agli occhi.
Nei miei sottili strati di ingenua vanità, il mio sacrasmo maschera il fatto che io stia effettivamente tremando.
Tremo poiché sono un romanzo lasciato a metà, un libro di poesie mai letto, una decina di stonate canzoni.
Tremo poiché sono preda di un viaggio armata solo di un'insana rabbia, la mia Nydeshka.
Vesna Iltazyara