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[Vesna] L'ululato del Lupo bianco.
#3
Vorrei essere una goccia di pioggia nei cieli,
vorrei essere la più lontana delle stelle.
Vorrei essere dolce fragranza,
vorrei essere corda di un’arpa.
Vorrei essere una lancia aguzza
scudo nella battaglia
spada nella stretta delle mani.
Nell’acqua e nella schiuma
vorrei essere temprata nel fuoco.




La mia testa ancora fuma, drogata di visioni oniriche.
Ogni strada intrapresa è sempre sembrata, a primo sguardo, sbagliata. Credo di aver acceso più stelle io d'un folle, poichè è in questa luce che ho forgiato la mia strada. Non nego di aver vissuto, per un breve frangente, in un infinito nulla che si era mascherato come pienezza di vita; un infinito silenzio che si spacciava come una distinta melodia, una voce nella pioggia. Avevo paura del mondo, non me ne facevo un'immagine: ne vedevo i contorni e ne tracciavo i confini con il carboncino. Era come se guardassi da un cubicolo che gettava il mio sguardo su una scena densa di mistero. Volevo dissipare le nebbie dei miei occhi, per fugare ogni equivoco, per indebolire quell'incubo, per ricercare la concretezza delle idee e l'ordine dei pensieri. Nella silente luce di una stella ho appreso che stare in viaggio significa, prima di tutto, ritornare in sé, per andare sempre più lontano, restando nel mondo che va avanti, senza perdere se stessi e nemmeno il mondo. Come Skald dovrei varcare il limite, per non rimanere custode del nulla. Il limite nel pormi di fronte alla mia mancanta sapienza, profondità ed esperienza, mi sprona ad incedere: mi incoraggia a superare il confine, giusto per continuare il cammino. La ragione si inerpica ed il cuore incede senza catene, un dualismo protagonista di quasi ogni vivente. Mi soffermo ad osservarlo nel suo vorticoso danzare: un groviglio infuocato. Non riesco a puntarlo, non riesco a valutarlo, non con un flemmatico sguardo. Come potremmo viaggiare veramente nei sentori se potessimo valutarne la consistenza? Non ci sarebbe alcun viaggio, alcuna vera scoperta, ma lo sgranarsi di un uniforme ed omogeneo destino, senza scosse o illuminazioni.
Naufragando osservo come il mondo, per alcuni aspetti, non cambia oltre i confini di quel che, un tempo, era la mia casa. Incedendo in sconosciute lande mi sono ritrovata a combattere ancora una volta, spargendo sangue, spandendo morte, portando speranza. Questa guerra però è strana, ho avuto come l'impressione che non tutti combattano per lo stesso ideale. Potrebbe essere un qualcosa di normale, un qualcosa che discerne dalle mie poche conoscenze del mondo, un qualcosa a cui non sono abituata.

[Immagine: vesna1st.jpg]

...La frenesia della battaglia continua a prendermi come se fosse il mio burattinaio ed io la sua bambola di pezza. Mi perdo nell'irruenza di voler sconfiggere e proteggere il mondo, a discapito di quel che ha preservato Taras. Sento quell'infuocata rabbia esplodere, tiro le redini della fiera. Queste sono un intreccio di parole, una calda voce, sono placcate d'oro.
[Immagine: vesnina.png]
Vesna Iltazyara
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RE: [Vesna] L'ululato del Lupo bianco. - da Ainulindalë - 21-03-2019, 22:43

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