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[Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno.
#10
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23 Hammer 1388

Dopo aver dato una sistemata alla Sede della Compagnia sono passato al Ranch Dundragon. Non sapevo come dire a sua madre che non ero con lui quando è successo, né è servito a darle alcun conforto il fatto che sia morto così com'è vissuto: da eroe.
Le ho fatto le mie più sincere condoglianze e non so ancora cosa dirà al piccolo Joshua quando inizierà a chiedersi perche il fratello non è ancora tornato. Dopo quanto accaduto nell'ultimo anno non si meritavano un altra tragedia proprio ora.
Racconto a me stesso che rimanere ad Ovest era la cosa più giusta da fare, che loro avevano bisogno del mio aiuto, che quelle donne andavano salvate, che quei morti innocenti meritavano giustizia. Ma stavo solo fuggendo dall'idea di dover rivivere l'orrore di quel giorno, quando la Furia dei Draghi si abbattè su di noi al monastero. Forse non volevo sentirmi di nuovo inutile contro simili creature, forse non volevo più vedere altri amici e fratelli bruciare vivi mentre mi tendevano la mano, chiedendo a gran voce un aiuto che non potevo dar loro.

Tuttavia questa guerra è ancora lungi dall'essere vinta e so che molte altre famiglie vivranno tutto questo prima che sia finita. Ancora una volta tocca a me fare la parte del sopravvissuto, tocca a me farmi carico di questa sofferenza e incanalarla per far si che ne venga fuori qualcosa di buono.
In vita mia ho visto perpetrarsi fin troppe atrocità ma la Guerra ha la terribile capacità di rendere tutto questo così maledettamente facile. La Guerra non fa altro che tirare fuori il peggio di ognuno di noi, persino tra i più virtuosi, inducendoci a pensare che sia giusto e doveroso abbassarsi allo stesso livello di brutalità e disprezzo della vita quando si tratta del tuo nemico.
Se c'era un modo per evitare che si versasse così tanto sangue io non sono riuscito a scorgerlo, o forse non ho avuto il coraggio di rischiare per una possibilità tanto remota, questo mi fa provare una grande vergogna. Tutto ciò che sono riuscito a fare è stato quel che so fare meglio: dare calci e ricucire ferite. Spero che il Piangente possa perdonarmi per non aver fatto di più.


Mentre sto qui a tirare il fiato ringraziando di essere ancora vivo, so che un nemico ben più insidioso ha infine fatto la sua mossa, con metodica pazienza ha intessuto le proprie trame fino al culmine di quella che sembra solo una serie di tragiche coincidenze cui nessuno ha mai voluto credere davvero. Forse abbiamo solo cominciato a sbirciare oltre il fumo che hanno sollevato per velare la verità ai nostri occhi, ma è bastato a capire che stanno stringendo la presa su ciò che vogliono e che non sarà affatto facile sradicarli quando ci renderemo conto di ciò che stanno davvero facendo nei più oscuri angoli di queste Valli.

Dovrò chiedermi di nuovo dov'è che ci sarà più bisogno del mio aiuto e questa volta dovrò cercare di essere più sincero con me stesso riguardo al perchè.

Ilmater, testimone di indicibili sofferenze, chiedo il tuo perdono.
Ilmater, le cui lacrime e il cui sangue bagnano la terra.
Ilmater, perdona questo umile peccatore e consentigli di calcare le remote vette dello spirito infinito.
Ilmater, il suo è un cuore puro ma assediato da forze maligne e corrotte.
Indica la via verso il luogo in cui i viaggiatori non si stancano, gli amanti non si lasciano e gli affamati non patiscono.
Guidalo, Ilmater, e lui sarà al tuo fianco com'è sempre stato al mio.

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"I live...AGAIN!"
IVOR CHERNOV (e JASSIN OAKSTAFF)
[Immagine: Firma-Ivor.jpg]
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RE: [Ivor Chernov] Il Palmo e il Pugno. - da Caleb89 - 08-03-2019, 21:22

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