[R/AQ] L'incantatore di serpenti

[DharmaBuns]

L'elfo, seduto su una roccia, osservava il grosso pipistrello cacciatore appollaiato qualche metro più in alto, sulla volta della caverna. 
Solo pochi minuti prima il pipistrello aveva tentato di azzannarlo, dopo aver emesso una specie di lugubre suono che avrebbe facilmente terrorizzato qualche malcapitato un pò meno esperto.   Amarthion , cercando di schivare gli affilati canini del cacciatore, era riuscito a calmarlo con gesti lenti e parlando con calma in silvano  (non era affatto convinto che gli animali comprendessero la lingua dei boschi, ma, dovendo scegliere, gli veniva istintivo usare quella per calmarli: non era artificiale e sgradevole come il comune e aveva qualcosa di più primitivo e naturale dell'elfico). Ed ora il grosso predatore se ne stava lì tranquillo, appeso a testa in giù alla volta della caverna, più interessato a catturare una pulce nascosta nella sua pelliccia che all'elfo che lo fissava qualche metro più in basso.

Era una creatura affascinante . Un predatore che dimorava nell'ombra e che faceva della paura la sua arma. Aveva un'apertura alare notevole ed artigli robusti che lo ancoravano alla roccia. Ma, visto così, ora che si era calmato, non era poi tanto diverso da un grosso topo alato. In modo sinistro e selvatico, anche quel pipistrello aveva della bellezza.
L'elfo era ragionevolmente sicuro che erano stati davvero pochi quelli che si erano soffermati a contemplare una creatura del genere: tra gli avventurieri andava di moda lo stile "prima ammazza e poi pensa". A volte era inevitabile, ma la maggior parte delle volte uccidere quelle creature era una crudeltà superflua ed inutile. Era facile far capire che un maestoso e fiero lupo aveva diritto a vivere, più difficile era far capire che lo stesso valeva per creature dall'aspetto più "malefico" e sinistro. Ma la scintilla di vita era la stessa.

Certo, richiedeva del sangue freddo: bisognava essere estremamente coraggiosi (o completamente folli) per tentare di calmare un grosso cinghiale che carica, un intero branco di lupi o un'enorme vipera furiosa.
Ma valeva la pena tentare, sempre. Una vita risparmiata era sempre preziosa. 

E, dentro di sè, Amarthion si era reso conto da parecchio tempo di sentirsi molto più a suo agio tra gli animali che tra gli umani: a volte sembrava più semplice per lui comunicare con un serpente, che con un essere umano. 
Guardò il taccuino dei suoi appunti: era pieno di note su come ammansire un'orsa con un cucciolo o cosa fare se si cade in un nido di vipere per errore. Note sulla struttura dei branchi di lupi ed annotazioni su dove trovare la tana di questo o quell'animale.

Forse, quelle informazioni potevano essere utili anche ad altri avventurieri. Non tanto per salvare loro la vita: per evitare che, a causa della loro superficialità o inesperienza, la togliessero ad altre creature. Sapeva che stavano lavorando ad un bestiario delle creature delle Valli, sapeva che Shedrimnes aveva una vasta cultura per quanto riguardava demoni ed aberrazioni, ma forse lui poteva fare qualcosa di diverso: poteva condividere con gli altri ciò che sapeva su cosa fare per risparmiare la vita alle altre creature, evitando di seminare morti inutili. Un "Manuale" sarebbe stato un termine eccessivamente pomposo ed impegnativo, ma forse un piccolo scritto con delle semplici note su come ammansire le creature più comuni poteva essere utile ai ranger delle Valli ed avrebbe contribuito a risparmiare qualche vita. Sicuramente c'erano ranger più esperti di lui in giro e l'aiuto di altri guardaboschi poteva essere utile in quel progetto, ma da qualche parte doveva iniziare.

Amarthion sapeva che l'effetto di quella sorta di ipnosi in cui era caduto il pipistrello sarebbe svanito presto ed il predatore l'avrebbe di nuovo attaccato, per cui lasciò il cacciatore a divorare in pace un millepiedi che aveva catturato e si avviò fuori dalla caverna.