07-11-2018, 15:44
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-11-2018, 10:45 da Endymion.)
23 Mirtul 2387
Curiosa la vita.
Un momento mi ritrovo ad allontanarmi da mercenari ed avventurieri che festeggiano nella taverna di Essembra, felici del massacro appena compiuto in nome di qualche ideale. Narumar mi offre del vino elfico, Eitiniel mi avverte che è più forte di quanto si pensi, per chi non è un elfo ed abituato a berlo. Cose ben peggiori sono passare per questo corpo, anche in quello stesso momento, ed io sto cercando di dimenticare il massacro a cui ho appena assistito, gettare nell'oblio le strade rese viscide dal sangue dei caduti. Così bevo.
E la cosa successiva che ricordo è il mio risveglio, in una sorta di enorme ciotola di pietra sopra un albero altissimo a Myth Drannor. Indosso ancora i pantaloni, quindi non può essere andata troppo male.
Come mi sono fatta coinvolgere in una guerra civile? Ho la vaga impressione di essere l'ultima pedina di una lunga catena di manipolazioni, partita da Shed, passata per Narumar e Realgar. Non incolpo il mezzo sasso, è stato uno schiavo ed al sentir nominare gli schiavisti quasi non ci ha visto più. Mi sono detta che avrei tenuto un occhio su Raelgar ed Eitinel, ma come ho sbagliato. La druida studiosa ha cambiato faccia, passando dall'incertezza al sapere esattamente cosa fare e come, ed al dare ordini. Realgar voleva in qualche modo vendicarsi sui thayan, altri schiavisti che nulla hanno a che fare con la sua storia personale, e che, a quanto ho visto, se la sono cavata alla grande.
Ed io, povera imbecille, a spiare di nascosto la violenza che veniva perpetrata. Loro volevano aiutare la popolazione, presa tra due contingenti, ma io sapevo che non sarebbe finita bene per loro. Se non sai badare a te stessa diventi cibo per i pesci, e questo vale anche sulla terraferma.
Occasionalmente mi capita di aiutare qualcuno, e quando mi ringraziano dicendo che sono una brava persona, devo mordermi la lingua. No, non lo sono. Ho truffato, derubato, anche ucciso, seppur come ultima risorsa. Ho abbandonato i miei compagni, più volte.
Ma non avevo mai assistito ad un massacro del genere.
Ed i vincitori a festeggiare, darsi pacche sulle spalle, fare a gara per farsi notare dal nobile vincitore. Qualche voltagabbana, capace di cavalcare l'onda ovunque soffi il vento.
Io e Realgar abbiamo avuto la decenza di andarcene da tutto questo. Noi, i disperati, tra i pochi ad aver avuto la decenza di non versare del sangue per una lite matrimoniale. Forse le voci sono vere, forse quella donna era il male in persona, ma c'è una differenza fondamentale. Quando due disgraziati qualsiasi litigano, al massimo volano degli schiaffi, o uno dei due accoltella l'altro. Quando sono i pezzi grossi a farlo, qualche povero bastardo che si è arruolato dalla parte sbagliata ci rimette la pelle. E la città viene invasa dal sangue.
Uno dei soldati che è arrivato a noi è stato rimesso in sesto, ed ha deciso di tornare a combattere. L'ho seguito per un po', poi l'ho perso di vista. Pensavo volesse disertare, o tirarci qualche brutto scherzo, ma ha fatto davvero quello che sosteneva. Non l'ho più visto, e forse è finito tra i cadaveri che ho dovuto scavalcare.
Lui, legato ai suoi giuramenti, probabilmente è andato a morire.
Io sono libera, e sono ancora viva.
Curiosa la vita.
Un momento mi ritrovo ad allontanarmi da mercenari ed avventurieri che festeggiano nella taverna di Essembra, felici del massacro appena compiuto in nome di qualche ideale. Narumar mi offre del vino elfico, Eitiniel mi avverte che è più forte di quanto si pensi, per chi non è un elfo ed abituato a berlo. Cose ben peggiori sono passare per questo corpo, anche in quello stesso momento, ed io sto cercando di dimenticare il massacro a cui ho appena assistito, gettare nell'oblio le strade rese viscide dal sangue dei caduti. Così bevo.
E la cosa successiva che ricordo è il mio risveglio, in una sorta di enorme ciotola di pietra sopra un albero altissimo a Myth Drannor. Indosso ancora i pantaloni, quindi non può essere andata troppo male.
Come mi sono fatta coinvolgere in una guerra civile? Ho la vaga impressione di essere l'ultima pedina di una lunga catena di manipolazioni, partita da Shed, passata per Narumar e Realgar. Non incolpo il mezzo sasso, è stato uno schiavo ed al sentir nominare gli schiavisti quasi non ci ha visto più. Mi sono detta che avrei tenuto un occhio su Raelgar ed Eitinel, ma come ho sbagliato. La druida studiosa ha cambiato faccia, passando dall'incertezza al sapere esattamente cosa fare e come, ed al dare ordini. Realgar voleva in qualche modo vendicarsi sui thayan, altri schiavisti che nulla hanno a che fare con la sua storia personale, e che, a quanto ho visto, se la sono cavata alla grande.
Ed io, povera imbecille, a spiare di nascosto la violenza che veniva perpetrata. Loro volevano aiutare la popolazione, presa tra due contingenti, ma io sapevo che non sarebbe finita bene per loro. Se non sai badare a te stessa diventi cibo per i pesci, e questo vale anche sulla terraferma.
Occasionalmente mi capita di aiutare qualcuno, e quando mi ringraziano dicendo che sono una brava persona, devo mordermi la lingua. No, non lo sono. Ho truffato, derubato, anche ucciso, seppur come ultima risorsa. Ho abbandonato i miei compagni, più volte.
Ma non avevo mai assistito ad un massacro del genere.
Ed i vincitori a festeggiare, darsi pacche sulle spalle, fare a gara per farsi notare dal nobile vincitore. Qualche voltagabbana, capace di cavalcare l'onda ovunque soffi il vento.
Io e Realgar abbiamo avuto la decenza di andarcene da tutto questo. Noi, i disperati, tra i pochi ad aver avuto la decenza di non versare del sangue per una lite matrimoniale. Forse le voci sono vere, forse quella donna era il male in persona, ma c'è una differenza fondamentale. Quando due disgraziati qualsiasi litigano, al massimo volano degli schiaffi, o uno dei due accoltella l'altro. Quando sono i pezzi grossi a farlo, qualche povero bastardo che si è arruolato dalla parte sbagliata ci rimette la pelle. E la città viene invasa dal sangue.
Uno dei soldati che è arrivato a noi è stato rimesso in sesto, ed ha deciso di tornare a combattere. L'ho seguito per un po', poi l'ho perso di vista. Pensavo volesse disertare, o tirarci qualche brutto scherzo, ma ha fatto davvero quello che sosteneva. Non l'ho più visto, e forse è finito tra i cadaveri che ho dovuto scavalcare.
Lui, legato ai suoi giuramenti, probabilmente è andato a morire.
Io sono libera, e sono ancora viva.
Eran Blackmore
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022