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[AQ] - Come in vita così in morte.
#17
Osservavo la Veste tanto agoniata distesa sul letto innanzi a me. Avevo fatto ogni genere di azione per giungere a quel risultato. Ne ero orgoglioso. Sì, non v'era dubbio che questo era ciò che meritavo da sempre. Ciò che mi spettava!

Tutto era avvenuto con un susseguirsi di mosse audaci, sotterfugi e sottili intuizioni. Tutto si era compiuto dopo lunghi mesi in quella valle. All'invito del Nishkir Hamazuul per la sua ricerca finale, fummo chiamati come testimoni io e la maestra Beshraim. Tutti sapevamo che lo scopo di quello spettacolo era ben altro e avrebbe indirizzato la storia dell'Enclave di Essembra. Tuttavia gli attori erano tutti presenti, nessuno si tirò indietro.

   

Cosa aveva portato Hamazuul a quel progetto era sin troppo evidente, come avesse solo potuto pensare che tutti avrebbero acconsentito alla sua opera senza porre le dovute obiezioni era un'altra storia. Non potevo negare che l'utilizzo così creativo di quegl'incantesimi mi affascinava. Ero anche convinto che altri avevano già potuto tentare quella strada, non v'era dubbio alcuno che quella ricerca apriva molte vie per il futuro. Anche per me.
Tuttavia come tutte le grandi ricerche pretende un alto prezzo in cambio. E Hamazuul non aveva alcun problema a pagarlo, era evidente. Aveva già trovato chi serviva al suo scopo. Ed i testimoni avrebbero potuto scegliere che ruolo assumere in tutta quella storia. 
Io da parte mia avevo già deciso. Se dovevo scegliere dove porre il mio servizio, di certo non sarebbe stato nelle mani di qualcuno che aveva già messo la sua arroganza innanzi a tutto, compreso se stesso e il Thay. Infatti in seguito ne ebbi ulteriori prova.
Non ci volle molto perchè ognuno prendesse il suo posto nella tragedia che si sarebbe di lì compiuta. E quando tutto fù pronto il dramma ebbe inizio.

Quanto durò lo scontro non lo ricordo, come i due maestri si fronteggiarono rimane ancora un mistero per me. Di certo colui che un tempo avrebbe sfruttato la magia ora brandiva un enorme spadone e lo scontro di certo aveva dato tempo a me di affrontare la mia controparte.

   

Hennora, nella sua distaccata ed asettica precisione, a protezione del corpo del maestro. Non esitai a colpirla con la mia magia, ma come già avevo intuito, lo scontro si rivelò arduo e incerto sino alla fine. Quando ormai avevamo esaurito quasi ogni nostra risorsa magica ed in lontanaza si udivano ancora le esplosioni magiche degli altri contendenti, mi lanciai contro di lei. Il mio corpo indebolito dalla sua maledizione e tuttavia anche ella colpita dal mio incantesimo che l'aveva resa ceca e sorda. Le gridai contro tutta la mia rabbia e il mio disgusto per lei che naturalmente non potè udire. Mentre nello stesso momento il mio corpo si riversava sul suo ed il mio pugnale si conficcava nella sua bocca strappandone via la lingua e squarciando parte del labbro nel rapido gesto di estrarre la lama.
Era sotto di me agonizzante ed il suo sangue mi aveva imbrattato viso e vesti. L'avevo sconfitta, ma dovevo far presto qualcunaltro sarebbe potuto giungere di lì a poco, i rumori dell'altro scontro sembravano cessare. La finii rapidamente decapitandola. Poi cercai quello che sicuramente per Hamazuul valeva tutto in quel momento. Trovai la piccola pietra luminosa la presi ed ancora debole mi accinsi a distruggerla. Ricordai il martello fattomi prendere dalla maestra giorni addietro. Forse aveva pensato a quella possibilità. Daltronde era un Raalkir della divinazione. Lo avrei scoperto anche se ciò poteva portare alla morte di entrambi.

Colpii la gemma, ma ero debole, troppo debole. La maledizione di Hennora stava ancora mettendo a rischio la mia vita. Sentivo i passi del Nishkir Hamaazul avvicinarsi. Poi sentii una freccia sibilare accanto a me. Mi aveva trovato. Mi resi invisibile e continuai a colpire col martello in oro ed adamantio la gemma. Un altro debole colpo e qualche scintilla.

   

"Dannazione a te Zvarich ovunque sia la tua anima ora!" imprecai tra me. 
Un altro colpo altrettanto debole. E poi sentii la sua voce, era giunto, mi voltai e lo vidi. Mi cercava, non mi vedeva per fortuna ancora non poteva usare la sua magia. Riconoscevo la fisicità di colui che avevo più volte accompagnato come compagno. Ed ora lo avevo difronte pronto ad annientarmi.

"Buon Sek, fatti vedere, possiamo ancora risolvere tutto. Potrai prendere il posto che ti spetta." 

Si avvicinava a dove mi trovavo, usai un incantesimo per volare e mi sollevai su un alta roccia li vicino e provai ancora a colpire la gemma. Un lento e maldestro colpo, poi un altro e nulla più che un altra scintilla, ero troppo debole.

"Fermati buon Sek, così non otterrai nulla. Ti ho sottovalutato, ma ora so quanto vali non perdere l'occasione, ascoltami. Possiamo ottenere tutto io e te insieme." E si fece più avanti verso di me.

Sapevo che presto sarei tornato visibile. Mi spostai volando poco lontano e colpii ancora. Nulla, ancora un colpo debole che aveva appena incrinato la gemma.
Egli ormai era prossimo alla mia posizione. Decisi di volare poco più in là e colpire, ma ancora una volta solo qualche scintilla. Ora stava venendo verso di me, mi vedeva. Sapevo che avrei avuto ancora poco. Stava alzando il suo spadone.

Un altro colpo di martello.... scintille....

La massiccia figura del guerriero si stava lanciando contro di me. Il corpo di Hennora decapitato poco più in là a difendere quello del suo maestro, che stava per abbattere la sua ira su di me...

Un altro colpo... scintille... colpisco.... nulla, solo scintille....Ecco la spada cala, un ultimo colpo....

Scintille ovunque.... la gemma si disintegra... io volo via mentre la massa dell'enorme guerriero si abbatte a terra nella sua rincorsa per colpirmi e giace inerte poco più in là.

E' tutto finito. Quello che segue è solo una serie di azioni lente e faticose, cerco la maestra... non è morta, si riprende col mio aiuto.
Dopo che ha avuto la spiegazione su quanto è avvenuto, mi dice di assistere il guerriero... lei si occuperà degli altri due corpi... vuole la testa maledizione... gliela consegno e usando la magia porto il guerriero al tempio.
Sono stremato, voglio solo dormire...

"Ed eccomi qui. Sek Nefer nuovo Raalkir della necromanzia dell'Enclave di Essembra. Non tutto è andato come doveva andare, altro è andato come doveva. Di certo ora dovrò ancora combattere e dimostrare quello che mi spetta, ma sò che è questo che volevo ed ora lo ho."

Sek prese lentamente la Veste rossa e la fece scivolare sul suo corpo indossandola come una nuova pelle. Simbolo di una nuova rinascita ad una vita nuova e piena di infinite promesse.

 
[Immagine: Symbol_of_the_Red_Wizards.jpg]
[Immagine: DUw4gH8.jpg]
Leonides Nathos

Sek Nefer
Ramses Amosis
Kal Strike
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RE: [AQ] - Come in vita così in morte. - da Brancaleone - 01-07-2018, 18:31

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