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Il sole splendeva alto in uno splendido pomeriggio a Essembra. Il Vassallo di Hap giunse al trotto fermandosi nei pressi della Torre in costruzione, ormai prossima al completamento. Nonostante quanto si prefigurasse di fare, il cavallo appariva più teso di lui. A destar stupore però, era l'insolita assenza della sua solita armatura. Al suo posto vi erano vesti semplici ma di buona fattura. Al fianco portava sempre nel fodero l'inseparabile spada lunga e camminando ne reggeva l'elsa con la mano guantata.
Poco dopo, dalla torre uscì la maga Darylia, sua vecchia compagna di mille avventure. Prendendola galantemente sotto braccio, l'accompagnava in una lenta passeggiata per le strade cittadine. Per l'occasione, la maga vestiva un lungo abito rosso elegante, che sollevava leggermente con la mano. Così facendo, era possibile scorgere i comodi stivalacci nascosti sotto, decisamente vissuti e per niente fini.
Garlak non sembrava badarvi, guidandola fino ai giardini vicino e intrattenendola con lunghi discorsi su tattiche difensive e nostalgia delle vecchie battaglie. Nemmeno la maga lo aveva mai sentito parlare tanto a lungo e la cosa, dopo un po' divenne sospetta. Tuttavia non avrebbe mai potuto immaginare cosa fosse venuto a chiederle il Vassallo quel giorno.
Qualcosa che probabilmente molti si aspettavano da tempo, quale corso naturale delle cose mondane. Ma che era assolutamente impossibile per chi conosceva Garlak. Evidentemente non era venuto da lei per farle erigere delle mura intorno ad Hap, ma per chiederle qualcosa che le fece fermare il passo esterrefatta. Pietrificata in un misto di stupore e imbarazzo.
Ebbene si. L'unica volta che non ne aveva affatto intenzione, Garlak era riuscito a zittirla. E lo aveva fatto con una sola parola.
Continua....
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Garlak aveva preso la cosa alla larga, ma talmente alla larga che Darylia cominciava anche a spazientirsi: nessuno poteva permettersi di parlare più di lei in un discorso con lei, men che meno il Vassallo di un pallaio.
Garlak "Mi sono parse necessarie situazioni che prima non avrei mai preso in considerazione. Bla bla bla. La gente si aspett.."
Darylia "Dimmi che non vuoi far guerra al drago rosso di Valle Intrecciata..."
Garlak "No, non ho intenzione di portarmi la guerra in casa. Dicevo... come regnante bla bla bla"
Darylia "Posso immaginare..."
... che invece Garlak moriva di noia senza una guerra in corso. Dopotutto parliamo di un guerrafondaio estremista che, mentre gli elfi curavano i caduti, lui inneggiava alla guerra tutto eccitato. "Bla bla bla le minacce sono altre. Avversari politici. Assassini. Bla. Bla. Bla. Da solo, non è qualcosa che posso permettermi di affrontare..." Si, questa era una cavolata colossale ma saggiamente Darylia restò zitta purchè arrivasse al dunque prima di cena. Fortunatamente si era messa scarpe comode. "Ho necessità di avere qualcuno consolodatamente al mio fianco... qualcuno che possa bla bla bla e forse bla bla bla" Nessuno saprà mai se fosse più forte la tentazione di correggergli la grammatica o quella di regalargli un cagnolino.
"E forse, anche qualcuno con cui condividere... eredi."
Cosa?? Fu come se tutto il tempo e lo spazio intorno a loro si fermassero per permettere alla maga di recepire il messaggio e mettere insieme una frase di senso compiuto in risposta. Garlak era finalmente arrivato al dunque: gli serviva un utero. Purtroppo per lui la proposta da farle era ora inevitabile e gli richiese più coraggio di qualunque altra guerra abbia mai combattuto prima. Tuttavia, fu solo quella a salvarlo da una scarica di dardi memorabile. Ma come si permetteva? Ammesso sappia come riprodursi, cosa di cui tutti nelle Valli dubitavano, che si cercasse una prostituta!
"Ho intenzione di chiederti di sposarmi."
Darylia se ne uscì con un balbettio fatto di tutti gli avvenimenti importanti della loro vita, come se le passassero davanti agli occhi, neanche l'avesse uccisa. Erano stati sempre assieme per anni senza permettere a niente e nessuno di separarli. Lei in particolare aveva sacrificato il suo primo famiglio per lui e Garlak sapeva quanto le fosse costato, quanto ne avesse sofferto. Allora si era posto delle domande, ma non le aveva mai detto cosa avrebbe fatto lui a parte invertite. Solo oggi, di fronte al suo rifiuto di unirsi a un uomo solo per dargli un figlio, ammise che per lei avrebbe dato il suo avambraccio sinistro.
"Questo sei per me. Una parte di me. Avrei dato il braccio che tiene lo scudo."
Per Darylia non c'era dichiarazione più grande ma soprattutto Garlak sapeva che il pericolo di una tempesta di dardi era ancora presente. Pertanto si dilettò con lei in discorsi tanto melensi da non volerli affatto riportare qui. Per la salute dei lettori chiaramente. Ad ogni buon modo, giuravano ancora di non essere mai stati innamorati prima e Garlak fu onesto nell'ammettere che forse non lo sarebbe mai stato davvero. Ma lui che ne sapeva? Magari talvolta l'amore è proprio questo. Di sicuro a loro non fregava niente di pucci pucciarsi tra le braccia o gongolare mano nella mano.
"Va bene Garlak, accetto."
E fu così che l'attuale famiglio della maga li guardò molto male, mentre lei baciava con passione un tronco di legno in forma umana. Ma le loro vite sarebbero continuate pressoché uguali, a parte qualche formalità. Perchè di fatto, erano già uniti da allora. Infine, quando Garlak la riaccompagnò alla torre, la maga sfoggiava due gote rosse e uno splendido anello d'oro con tre rubini incastonati a formare il simbolo dei Manti Scarlatti. Presto o tardi, la pace di Hap sarebbe stata minacciata da furiose guerre coniugali sull'educazione dei figli, che li avrebbe portati a impugnare un grimorio oppure una spada.
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Sek guardava da lontano l'arcimaga Dennin che aveva visto giorni prima e con cui aveva potuto scambiare alcune parole. Al fianco della donna, al centro della piazza di Essembra, c'era un uomo di evidente vigore fisico in un'armatura scintillante.
Nathan, che era al fianco di Sek, gli disse che quello era Garlak Sturn il vassallo di Hap. Era evidente che quei due fossero due personaggi importanti ed aver potuto entrare in contatto con l'arcimaga ora per Sek era un ulteriore motivo di interesse.
Ai due si unì Urdo. Sek già sapeva che l'arcimaga Dennin voleva parlare con l'hin per affidargli un incarico legato ad un qualche evento ed ora era chiaro quale.
Sempre che l'hin, come suo solito, non si fosse fatto ammazzare con i suoi modi scellerati.
Infatti come Sek aveva previsto parlando a Nathan, l'hin era passato dal ricevere da quello che era il Vassallo le seguenti offerte per il suo futuro:
Gogna
Cappio
Ceppo e scure
Come sempre quell'hin doveva aver fatto un patto con Tymora se aveva ancora la testa sul collo. Ma tant'è che i tre si allontanarono parlando di quanto l'hin avrebbe dovuto compiere...
Leonides Nathos
Sek Nefer
Ramses Amosis
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Urdo sprizzava felicitá e vita da ogni poro. Parole di una Dama bisognosa delle attenzioni dei Paggi delle Valli, e per un compito veramente importante: l´organizzazione di una festa con giochi magici ed un bel banchetto. Proprio quello che ci voleva ad Essembra, come diceva sempre Majuk, anche se lei la festa se la immaginava con droghe e persone strazianti che la imploravano di non venir mangiate da Alcide.
Aveva incontrato Daria Daria, una arcanista molto elegante, insieme alla sua guardia del corpo, un vasaio di Hap omonino di Sturm e molto interessato alle gogne, in piazza ad Essembra. Sembravano un po´ spaesati, forse erano nuovi della regione. Poi si erano trasferiti nella sede dei manti scarlatti. Aveva riconosciuto il simbolo dato che era entrato in possesso di un mantello con lo stesso sigillo al mercato di Peldan´s Helm ed aveva giá rischiato di finire sotto arresto per averlo messo. Gli alti alle volte erano difficili da comprendere.
Daria Daria desiderava inaugurare una scuola di magia ed il ruolo di Urdo sarebbe stato quello di promuovere in tutte le valli la festa di inaugurazione e la scuola in sé. Inoltre avrebbe dovuto cercare anche degli insegnanti. Se tutto fosse andato per il meglio i Paggi delle Valli sarebbero diventati anche gli araldi ufficiali della scuola. Questo sarebbe stato utile per promuovere il progetto che aveva in mente per i paggi e Cristopher ed avrebbe potuto fare pubblicitá anche alla bottega di Bruno. In piú Sturm vasaio sembrava molto interessato agli uomini d´armi e quindi sarebbe potuto diventare un mecenate per ser Nathan, anche se voleva prima affrontarlo.
Il piccolo hin si diresse quindi subito dopo il colloquio all´Occhio Vigile per scrivere svariate lettere e annunci. Sarebbe stato un successone!
Jack Coppercloak
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Ronli Tosscobble verso il matrimonio e l’addomesticazione
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il-fu Urdo Troubletrotter r.i.p.
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Nei giorni seguenti la vita di Hap continuava serena, tranquilla ed immutata, ancora ignara delle nozze imminenti in cui il Vassallo si era incastrato. Essembra invece si preparava a festeggiare l'imminente apertura della nuova Scuola di magia e Darylia era in fremito molto più per i lavori finali piuttosto che per l'acquisto di un abito nuziale, la scelta dei fiori e quant'altro.
A detta del Vassallo e dell'Arcimaga, le loro nozze sarebbero state d'esempio per le giovani coppie di Hap, ma ritenevano che anche la presenza di un luogo d'istruzione forte avrebbe incentivato le nascite, specie in previsione di nuovi e promettenti arcanisti in cui lei ovviamente sperava molto.
E finalmente, quando per le strade furono affissi i primi annunci della festa e cominciarono a girarne voci, Darylia si commosse profondamente. Notò subito infatti la totale mancanza di orrori grammaticali, persino "scuola" era scritto con la "c" e da nessuna parte veniva chiamata "Daria". Fu così soddisfatta che mantenne la parola data ad Urdo, assumendo i Paggi delle Valli come Araldi della Scuola di Magia.
Un titolo assolutamente hinutile e irrilevante che si era hinventata per hincentivare il piccolo hin affinchè promuovesse l'istituzione hin tutte le Valli. Oppure l'affondasse... secondo le previsioni del Vasaio Vassallo, ma per la fiduciosa Arcimaga era un rischio assolutamente calcolato. Intanto il giorno dell'inaugurazione si avvicinava e ancora i lavori alla Torre non erano del tutto finiti...
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14-02-2018, 10:53
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-02-2018, 10:55 da Denoela.)
Dopo i festeggiamenti in onore ai vincitori del Torneo dell'Abbazia della Spada, ad Hap proseguivano altrettanti giorni di festa per le celebrazioni delle nozza tra il Vassallo e l'Arcimaga. Per le strade vi erano musica e spettacoli, i paesani si intrattenevano tra danze, canti e giochi, vino e pietanze venivano offerte nella piazza. Alle famiglie, specie con prole a carico o in procinto di averne, veniva donato un ricco cesto di alimenti quali confetture, vino, formaggi e carni.
Le guardie dei Manti Scarlatti capitanati da Brandon Sturnn restavano comunque vigili e garantivano l'ordine, per quanto al momento si riconduceva per lo più nel riconsegnare alle mogli inviperite i mariti ubriachi fradici... Ad ogni modo la speranza di tutti era che un giorno i bambini tornassero a corre e giocare per le strade come un tempo. Prima che i drow di Kiaransalee strappassero via le loro piccole vite innocenti dalle braccia delle madri durante l'ultima guerra. Per molti, il loro ricordo era ancora dolente.
Un eco dei festeggiamenti giungeva anche dalla nuova Torre di Battledale. Dopo l'inaugurazione e grazie anche al successo dell'asta tenutasi, la Scuola di Magia aveva aperto le iscrizioni ed era pronta per iniziare le lezioni. Nel salone d'ingresso tuttavia l'aria era vivace e ricca di piccoli trucchi illusori e prestidigitazioni in onore delle nozze. Agli incantatori arcani, gli studiosi e i curiosi, venivano offerti dolcetti canditi e bevande alla frutta. Niente alcolici, a meno di "correggere" sottobanco il proprio bicchiere.
"Ho solo un'ultima richiesta per te Garlak, prima di procedere." "Di cosa si tratta, Darylia?"
"Dovresti imparare meglio cos'è una trasmutazione o imparare a baciare meglio." "Parlami di questa trasmutazione."
"Ad esempio il mio nome ora si suppone cambi.." "Si certo, ma che c'entra?"
"Vorrei mantenere il mio nome paterno, ma senza mancarti di rispetto." "Vuoi quindi aggiungerlo al mio?"
"Esatto, porterò con onore il nome degli Sturnn mantenendo vivo il nome dei Dennin in ambito arcano."
"E sia, sarai Darylia Dennin Sturnn. Che dicevi dei baci?" "Meravigliosi."
La cerimonia si tenne in forma privata al Santuario del Cavaliere Rosso, celebrata dalle sacerdotesse Tya Herrera e Malena Lianarth. Tra le poche personalità invitate erano riconoscibili: il sacerdote di Lathander Helias Abridge di Hap, Il Sacerdote di Tempus della Punta della Spada, il sacerdote della Casa di Gond di Essembra, la Fiamma Eterna di Kossuth Zakhar Ver'Math. Naturalmente non potevano mancare la Reggente Lady Tabitha Horgath in tutto il suo splendore, il comandante Edmund Horgath, il comandante Brandon Sturnn con i Manti Scarlatti e alcuni vecchi amici come Lord Seregon Goadulphyn.
Come ogni sposa nel giorno delle sue nozze, Darylia era splendida. Lo sposo invece era Garlak. E di come fosse agghindato uno sposo non frega mai nulla a nessuno. Ovviamente lei vestiva di rosso, solamente più acceso del solito, un'abito elegante ma semplice, arricchito solo da fini gioielli argentati, i boccoli si intravvedevano sotto il velo e le gote rosse d'imbarazzo spiccavano nonostante un imbarazzante multistrato cosmetico coprente.
Ancor più imbarazzante fu quando il suo inseparabile famiglio spuntò dalla veste graffiando gli stivali del Vassallo. L'unico abbastanza coraggioso da opporsi alle nozze in corso e pagando il suo dissenso con una pedata proprio un attimo prima del bacio finale. L'unico decente che la coppia si concesse in pubblico. Intorno al Santuario aperto, si era radunata la folla dei paesani e curiosi. Sottovoce, alcune zitelle giuravano alle amiche di aver personalmente fornito lezioni di "bacio" al legnoso ma ricco Lord.
Dopo la cerimonia giunse il primo regalo da parte di Lord Seregon Goadulphyn, niente meno che una meravigliosa scacchiera animata. Lui si che conosceva bene gli sposi.
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Hap non era mai stata tanto "viva", la gente aveva voglia di festeggiare e dimenticare i bui trascorsi del villaggio, il giorno era di giubilo per le nozze tra il vassallo di Hap e la sua sposa, l'Arcimaga Dennin. Derek osservava i festeggiamenti dalla sua camera intento a preparare il suo "piccolo" dono per la neonata accademia di magia unitamente ad una lettera di congratulazioni ed auguri agli sposi.
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19-02-2018, 19:58
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-02-2018, 19:59 da raievv.)
Qualche giorno prima, nel cuore del Cormanthor...
Seduto alla scrivania della sua magione di Myth Drannor, Lord Goadulphyn non rimase per nulla stupito nel ricevere l'invito dei promessi sposi...
Gli umani sono così prevedibili, Erys.
Decise quindi di prendersi un piccolo svago dalle sue responsabilità alla Città del Canto, prese la spada che teneva appoggiata a lato dello scrittoio legandosela al fianco sinistro, si avvolse nel mantello e si avvio per uscire dalla casa facendo cenno al piccolo coniglio di seguirlo.
Vagò per un po' di tempo per lo Speculum, senza però trovare nulla di appropriato. Si chinò in ginocchio, e disse al suo famiglio:
E' un po' che non torniamo sull'isola, che ne pensi di fare una visita al vecchio Seregon e a nostra madre?
Il coniglietto annuì entusiasta, e quindi i due si avviarono verso il portale che li avrebbe condotti a Evermeet. Giunto sull'isola respirò a pieni polmoni l'aria di quella che fu la sua prima casa, prima di Mistledale, prima delle ombre, prima di diventare Lord, prima di Lei. Ma era lì per altro. Cosa poteva regalare a una coppia come quella formata da Garlak e Darylia? Durante la sua cerca non riuscì a evitare di acquistare un piccolo diamante rosa, tagliato in modo che riflettesse la luce in maniera decisamente accattivamente; lo mise nella borsa magica, per il futuro. Il suo sguardo infine si soffermò su una preziosa scacchiera cesellata finemente, e decise di acquistarla.
Immagino che possa andar bene per qualcuno devoto al Cavaliere Rosso, ma manca ancora qualcosa. Giusto, Herdir?
Sfiorò l'elsa della spada, e si avviò verso un incantatore di sua fiducia; spese una bella cifra, ma riuscì a far incantare la scacchiera in modo che risultasse animata. Certo, non era in grado di rivaleggiare con la bravura del giovane elfo, ma era diventato un oggetto decisamente molto scenico. Aveva il suo regalo. Lo incartò con cura e si avviò verso l'antica casa di famiglia sull'isola. Sicuramente anche adesso suo padre avrebbe avuto qualcosa da ridire su quello che aveva fatto nella sua vita, ma era fatto così.
In fondo si rendeva conto, solo ora, che non era poi così differente da chi lo aveva preceduto.
Arrivato a casa, dopo aver scambiato i convenevoli di rito con la sua famiglia, andò verso la sua stanza e scartò la scacchiera per darle un'ultima occhiata. Rigirò la regina bianca tra le dita, per poi poggiarla accanto al re nero.
Gli umani sono così prevedibili... Ripeté infine tra sé, riponendo il dono.
Han Ormlyr
Darren Starflower, il Bardo.
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