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[Echo] L'eco dei miei passi
#21
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::: LA FONTE DELLA VITA BENEDETTA :::
Ci siamo recati presso la Fonte della Vita Benedetta per scoprire l'origine di questi demonietti e.. sorpresa sorpresa: tutta la zona era diventata un acquitrino paludoso. Gli alberi, quelli che non camminavano, stavano marcendo e alcuni rischiavano di crollarci addosso lungo il cammino. Già reso difficoltoso dal pantano, la pioggia e i continui attacchi di demoni e creature corrotte. Purtroppo tra questi vi erano anche animali, folletti, satiri, driadi e spiriti della foresta che si mostrano aggressivi e con gli occhi rossi. Notai che c'erano molti funghi e piante tipiche di questi luoghi, la cui presenza favorita dalle nuove condizioni ambientali, a sua volta accelerava la putrefazione delle altre piante.
A un certo punto udimmo il suono di un usignolo, carino ma fuori contesto.. e niente lo seguimmo e trovammo due persone imprigionate da grosse radici scure: il sacerdote Eric e una donna cinguettante. Lei era Mayre Skord, un'iniziata in grado di comunicare meglio con gli spiriti che con gli umani. Parlava di se al plurale ed era lì per la sua prova. Disse che il guardiano... che poi scoprii essere femmina... non c'era più e al suo posto c'era qualcun altro. Poi ripeté più volte che gli spiriti erano arrabbiati e confusi e dovevamo andare via. Ovviamente restammo.
Non sapevano dire da quanti giorni erano lì, tempo addietro Eric era rimasto alla fonte per prendersi una pausa o entrare in contatto coi suoi liquidi, non lo so. Comunque si è accorto che stava cambiando e si imbatté in una creatura corrotta, forse una driade o ninfa che somigliava ad un'elfa. L'ha descritta bella e mezza nuda ma con gli occhi rossi, segno della corruzione. Questa lo ha attaccato e fatto prigioniero, al suo risveglio era con la ragazza come li abbiamo trovati. Eric disse che questa creatura gli aveva detto che era solo un uomo e non serviva poiché non aveva il frutto della vita.

::: IL DRAGO NERO :::
Raggiungemmo infine la fonte e la sua acqua era torbida, ricoperta da una cosa oleosa scura. In compenso non c'erano più creature pronte ad attaccarci, anzi il luogo era molto silenzioso, calmo e soffocante. Cercavamo l'altare ma l'acqua iniziò a ribollire e un attimo dopo ne emerse un terrificante drago nero. Mi spaventò molto, non sapevo di dover restare vicino Ivor per una sorta di protezione che nemmeno vedo. Dalle dimensioni doveva essere adulto e pareva crogiolarsi come fosse casa sua. Non ci attaccò subito, anzi pareva non avesse proprio voglia di farlo. Pigramente ci minacciava invitandoci ad andarcene o avremmo trovato solo morte e ci lasciò addirittura andare rimmergendosi nell'acqua sporca. Ovviamente restammo.
Proseguimmo verso l'altare così riemerse e ci attaccò costringendoci alla fuga. Nessuno di noi riuscì a colpirlo nemmeno per caso. Le mie frecce rimbalzano sulle sue scaglie e persino le magie di Annette lo colpivano a vuoto. Nessuna delle armi degli altri, nemmeno dei più forti, pareva fargli alcunchè... fuggimmo e quasi perdemmo Ignazio che rimase indietro prendendosi le sue sferzate acide. Sospettammo che fosse in combutta coi demoni, che gli avevano dato un bel posto dove sguazzare e fornito di una sorta di invulnerabilità in cambio della sua guardia. Un potere sicuramente legato al lago visto che nemmeno ci aveva inseguiti.

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::: LE VISIONI DEGLI SPIRITI :::
Rientrati a Elventree, Mayre ci ha drogati per farci entrare in una sorta di comunione con gli spiriti, per parlare con loro nell'unico modo che conoscono. E' stata un'esperienza stranissima ma la prossima volta magari mi sdraio a terra invece di rotolare giù dalla panca. Un bernoccolo magistrale, cavolo! Comunque.. con Ignatius la cosa non ha funzionato a causa di un trauma recente, mentre Ivor è rimasto vigile, vegliando senza avere visioni.
  • Ad Annette gli spiriti hanno mostrato un uovo immerso nel nulla, l'immagine non era nitida e non sa nemmeno quanto fosse grande. Era come se non ci fosse altro. A un certo punto ha sentito le grida dei neonati e l'immagine è svanita.
  • Eric invece stava pregando tranquillamente, poi l'acqua si è chiusa su di lui e nelle profondità ha visto una donna con una maschera bianca di pietra. L'immagine della donna era indistinta e vaga, la maschera invece era nitida.
  • Il mago pallido Alakai ha visto il primo strato dell'abisso, il piano dai mille portali detto Pazunia. Ci ha parlato di quel piano dicendo che il suo Signore è l'Angelo oscuro dalle 4 ali. E' molto potente ed è maestro della corruzione, soprattutto delle anime più pure. Si diletta nel fingersi amichevole e nell'offrire aiuti che poi si rivelano solo il primo passo per una strada che porta a una corruzione più profonda.
  • Solo io e Mayre abbiamo visto il guardiano... anzi... La Guardiana Zook. Il nome me lo disse in seguito. La mia visione era in prima persona e stavo come galleggiando sull'acqua della Fonte quando il sole si è oscurato. Scappavo tra gli alberi della foresta cercando di evitarli, ma mi hanno avvinghiata stringendosi sempre di più intorno a me, fino a chiudermi anche la vista. Mayre l'ha vista mentre era prigioniera nel profondo della sua tana, incatenata. Ha detto che si trova in alto dove è difficile entrare se non hai le ali e non sei piccolo.
Ne parlammo ma le visioni erano molto criptiche. Come prima cosa intendevamo liberare la guardiana ma le nostre idee su dove potesse essere e come arrivarci erano molto vaghe e confusionarie. Fortunatamente venni contattata da alcuni amici della guardiana che mi diedero la pozione della sua dimora. Ero convinta che fosse in una grotta accessibile da una stretta apertura dietro la cascata ad esempio. Annette ha ipotizzato fosse su un albero centenario. Invece ci aveva preso Ivor, che voleva cercarla nel crinale mezzo miglio più a nord.
Fui stupita dal messaggio ma era chiaramente autentico e avevo già una mezza idea su chi ringraziare per averlo procurato. Agli altri dissi solo di sapere dove fosse la guardiana, che era femmina e che ci avvertivano di avere la bocca troppo larga. Non dissi dove fosse per timore che se lo lasciassero sfuggire prima di arrivarci, a parte uno, nel caso mi fosse successo qualcosa. Dissi che ero assolutamente certa della fonte e inizialmente furono titubanti, ma mi ha fatto piacere che alla fine si fidarono di me. Non sto a scrivere tutti i mirabolanti piani escogitati e scartati per liberare la guardiana o finisco il diario prima della mezza età.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#22
::: LA TANA DELLA GUARDIANA :::
Abusammo della benevolenza del Braciere viaggiando con quel suo potere che ti fa volare come nuvole in cielo. Anche quelle grandissime... figlie di buona succube ne hanno abusato, facendoci precipitare come sacchi di patate. Sorprendentemente il mago Alakai ha prontamente rallentato la caduta con i suoi poteri... nel senso.. nonostante la sua età avanzata, non che sorprenda la sua preparazione. Il Braciere non è stato benevolo con le succubi, dopo lo scherzetto. Mai prendere in giro un tizio che può distruggerti con un tocco.. o senza tocco. A meno che sia un malarita, in tal caso preferirei farmi ammazzare che intimorire.
Alakai mi piace, come mago, invece come uomo dovrebbe mangiare più carne perchè così sembra mio nonno, o almeno come immagino mio nonno. Compensa con una memoria di ferro, alla faccia della demenza senile, conosce un sacco di cose. Io purtroppo capisco la metà di quello che dice ma usa poche parole, facili da ripetere a pappagallo a chi le capisce. Ad ogni modo è uno che parla poco e agisce tanto, è una cosa che apprezzo sempre. Sicuramente è un po' freddo e poco socievole ma ci ha aiutati senza chiedere niente e risolvendo molte cose. Mi sa che sto divagando...
Prima di cadere siamo comunque riusciti ad avvicinarci alla zona paludosa, notando che non si era espansa ma era molto peggiorata. Per raggiungere il crinale abbiamo dovuto scontrarci con molti demoni e creature corrotte che ci sbarravano il cammino continuamente. Arrivammo comunque alla base del crinale, gli alberi erano troppo marci ma notai degli appigli per tentare una scalata. Peccato che pioggia e marciume avevano reso tutto viscido e  scivoloso, tentai la scalata per prima e per prima rotolai nel fango, così mi portò su Ivor con una qualche magia. Qualcuno riuscì a scalare e una volta su potemmo usare le corde per far salire gli altri.
In cima vi era l'ingresso di una piccola grotta, ma era stato ridotto ad una grande fossa dai demoni che vi avevano scavato per entrare. Avrei preferito non dover entrare tutti nella tana, in particolare non volevo portare Xovar nella tana della Guardiana di una Fonte Sacra... ma ormai eravamo tutti in ballo ed era fin troppo difesa. Io ed Ariah entrammo in avanscoperta e subito venimmo attaccate da creaturine nere volanti. Il passaggio era stato allargato, rovinando la bella dimora di Zook ma rendendo possibile anche il nostro passaggio, feci segno agli di entrare.
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::: LE INCISIONI :::
Ci inoltrammo scendendo in profondità della collina, affrontando continuamente folletti soggiogati e demoni. Il cunicolo era umido e molto buio, faticavo ad aprire le strada. Poi finalmente si allargò e notammo le prime incisioni alle pareti, rozze e incomprensibili. Attaccammo demoni più grossi e brutti e infine arrivammo ad un'altra zona ampia della grotta. Doveva essere un posto bellissimo pieno di alberi, fiori e una polla d'acqua... adesso erano tutti marcilenti e sporchi. Notammo una specie di nido dove c'era lei. Un piccolo draghetto fatato, bellissima ma chiaramente sofferente e debole. Gli occhi rossi incandescenti e le zanne sproporzionate tradivano la corruzione contro cui combatteva. In un attimo gli alberi marci presero vita e ci attaccarono.
Sugli alberi tutto attorno al nido vi erano numerosi disegni incisi dagli artigli della guardiana, quando riusciva a riprendere il controllo di sé. Quando lo perdeva tentata di attaccarci ma poi pareva pentirsene. Alla fine la portammo via da quel luogo corrotto, temevo che allontanarla potesse indebolirla troppo ma lasciarla lì di certo non l'aiutava. Prendemmo nota di tutte le incisioni, cercando di capire nel nostro modo caotico e confusionario cosa volessero dire. Alcuni disegni li ha fatti sul momento ma mi pare evidente che decifrare cose non sia esattamente il nostro forte.
  • Una delle incisioni comprensibili raffigurava la pozza, presente in molti disegni. Qui aveva il simbolo di Mielikki nel centro e alcune persone in piedi tutte intorno, stilizzate.
  • In un altro disegno vi era sempre la pozza, con numerose frecce che puntavano intorno alla fonte sacra.
  • Altri disegni erano meno intuitivi e raffiguravano una strana massa scura al centro della fonte.
  • Infine vi era una serie di incisioni che mostravano una maschera. Alakai l'ha riconosciuta come quella di alabastro di Aldinach la Signora del cambiamento, un demone che ama corrompere ciò che è buono e puro. 
  • La guardiana ha poi inciso su un albero nuovamente la fonte, tracciando una stella sopra di essa.
Quando Ivor ha detto che forse cercava di dirci come liberarla, la guardiana è volata su lui e poi lo ha morso. Riportata al tempio, Zook era molto indebolita e quindi meno aggressiva, ma sembrava resistere così la lasciammo alle cure di Lennar e Mayre.
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#23
::: ALLEATI INASPETTATI :::
In qualche modo Alakai si era fatto dire da Zook in come compiere un rito di purificazione. Oltre a diversi incantatori divini occorrevano dei materiali per fare un intruglio: alcune foglie di determinati alberi comuni, che trovammo senza difficoltà; acqua benedetta e polvere di diamanti, che gli incantatori già avevano; un crine di unicorno, che poteva essere un problema. Il sacerdote Lennar ci preparò una lettera di raccomandazione, così da poterci recare all'Enclave di Smeraldo e chiederlo ai druidi. Avevo una vaga idea di dove potesse trovarsi, ma c'era da camminare parecchio, così partimmo subito. Naturalmente andammo con gente sbagliata e incredibilmente non mi riferisco a Xovar, bensì al sacerdote di Kossuth che fu guardato con sospetto e diffidenza. Ad ogni modo accettarono, soprattutto grazie alla lettera e mi affidarono il prezioso crine di unicorno, che ovviamente tenetti lontano dalle grinfie di Xovar che sperava di farne un oggetto di studio.
Gli incantatori divini necessari al rito dovevano essere almeno 4, meglio se 5. Questi dovevano benedire e salmodiare fidandosi della nostra protezione, atta a tener lontani demoni e creature corrotte... drago compreso. Ed era proprio lui l'ultimo problema da risolvere. Perdemmo un sacco di tempo in discussioni caotiche e inconcludenti in cerca di un'idea per distrarlo abbastanza a lungo: svuotare il lago magicamente, congelarlo magicamente, rubare l'uovo di cui non sapevamo niente e farsi inseguire probabilmente verso il suicidio, caricarlo a testa bassa e dunque suicidarsi, ecc. ecc.
Alla fine, in preda alla demoralizzazione generale, Ariah ebbe un attacco malinconico acuto e ripensò alle loro vecchie battaglie da "eroi delle valli" contro la malvagia dragonessa rossa e la sua prole. Praticamente il "nostro" nero era un pulcino al confronto. Ricordavo vagamente quando Leonides ci narrò tali vicende notando la sua spada, dono degli elfi. Anche Ariah ricordava che allora beneficiarono dell'aiuto di altri draghi metallici e tra questi lei pareva affezionata ad una signora di bronzo che chiamavano SunsetNon erano sicuri però di dove si trovasse ora e quindi seguirono nuove discussioni caotiche e inconcludenti, finchè Ariah finalmente non ricordò qualcosa. Disse che Sunset aveva deciso di soggiornare beatamente su un'isoletta sperduta da qualche parte del Mare della Luna. 
Neanche a dirlo, seguirono discussioni caotiche ed esasperanti su dove trovare una stupidissima mappa, così che Ariah potesse capire quale fosse l'isola e andarci. Finalmente andammo al villaggio del Faro a nord per chiedere una carta a qualche marinaio ingrifato, a cui Ariah promise una bevuta che venne subito intesa come un "festino" disinibito a cui non parteciperei nemmeno morta. Ariah riuscì a trovare l'isola, uno dei tanti scogli rocciosi che si trovavano al largo e che spesso venivano usati da pirati e contrabbandieri come nascondiglio. In particolare questo era considerato maledetto perchè le navi che vi si avvicinavano, affondavano sistematicamente. Segno che era il posto giusto ma ancora una volta avevamo portato con noi Braciere e... piuttosto che bagnarsi gli stivali usò i suoi grandi poteri per farci arrivare in volo come nuvole.
Un mezzo veloce ma scomodo per via delle folate di vento freddo. Tuttavia eravamo perfettamente asciutti.. prima... poi Sunset non emerse dal mare infradiciandoci.
Non ebbi paura, piuttosto restai affascinata da quella creatura bellissima e magnifica. La più bella mai vista! Senza offesa per Zook. Fortunatamente Sunset riconobbe Ariah prima di divorarci tutti e fu contenta di vederla. Con noi fu gentile e cordiale, persino allegra. Fu divertente quando non riconobbe il Braciere e lo definì "piccolo uomo arrabbiato" accomunandolo alle mille mila formichine umane delle Valli. Per furtuna non intraprese una lite testarda con la dragonessa... che invece fu molto entusiasta all'idea di poter giocare al gatto col topo contro un drago nero. In cambio chiese solo di poterselo tenere come trofeo, il drago non il Braciere. Poi ci mise sulla schiena per tornare tutti ad Elventree... questo si che è volare! E' stata un'esperienza davvero unica! Una volta atterrati fuori Elventree, Sunset assunse l'aspetto di un bellissimo ma comune falchetto.

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::: IL RITO DI PURIFICAZIONE :::
Degli avventurieri, l'unico che risposte al nostro appello fu Valen, deciso a duellare egli stesso contro un drago. Così seguirono assurde discussioni atte a disincentivare i suoi scopi suicidi, quando il suo dovere qui era un altro. Non ci servivano il suo sangue e la sua spada, bensì le sue corde vocali e i poteri divini. Gli altri sacerdoti disponibili erano Eric di Istishia, Ivor di Ilmather, Lennar di Mielikki e la sacerdotessa Yvonneh di Elistraee. Finalmente partimmo per la Fonte, portando con noi Zook tra le braccia di Mayre.
La zona era diventata a tutti gli effetti una palude lugubre e pericolosa. Piena di demoni e creature corrotte decise a fermarci, contro cui combattemmo perdendo un sacco di tempo ed energie. Notai che i demoni si dissolvevano dopo averli uccisi, mentre le creature restavano inerti a terra. Sopra di noi sentimmo il lungo ruggito di Sunset che sfidava il Nero in un duello all'ultimo sangue. Nonostante il buio e la pioggia, per un po' riuscimmo a vederli combattere, poi si allontanarono verso est. Arrivati alla polla, era nelle stesse brutte condizioni e completamente circondata dai demoni corrotti. Probabilmente l'allontanamento del Nero li aveva indotti ad avvicinarsi per difenderla.
Zook teneva duro ma tornando maggiormente in forze vicino alla fonte, diventava anche aggressivo per la sua corruzione. Mayre faticava, ma riusciva a trattenerlo abbastanza. Percorremmo l'intero perimetro, respingendo chiunque ci attaccasse per permettere ad Alakai di posizionare i suoi intrugli magici in cinque punti particolari, come le punte di una stella. Una volta completato il giro eravamo esausti, ma solo all'inizio del rito! Ora gli incantatori si posizionarono cominciando a cantilenare una melodia dolce, senza parole precise, ma che strideva fortemente con l'ambiente lugubre della palude.
Per tutta la durata del rito si fecero avanti demoni e creature sempre più grosse e pericolose, versammo molto sangue combattendo per poterlo a termine. Fu devastante, certi momenti temetti riuscissero a fermarci ma sentivo che stava funzionando... intorno a noi era cambiato il vento ed una miriade di urla venivano dai boschi intorno. Alcune erano agonizzante, altre ci aggredivano infuriate. Mi accorsi che anche la piccola Zook stava cantando, resistendo stoicamente al male che la tormentava.
Giunti quasi al termine, molti di noi erano a terra sanguinanti. Riuscimmo appena a rimetterci in piedi quando la terrà tremò sotto i nostri piedi, crollarono alcuni alberi e dal bosco arrivarono due creature orribili e ancora più grosse. Giocarono con noi come fossimo bambolette finchè il ritò non si concluse con una nota acuta e le benedizioni. Ne seguì una luce che ricoprì l'intera superficie dell'acqua ristabilendo la sua purezza, che si allargò in tutta la zona a macchia d'olio. Tutte le creature corrotte e demoni svanirono come bruciati e ridotti in polvere da quel potere carico di vita. Sulle acque per un istante apparve l'immagine di una donna con una maschera bianca d'alabastro, che si infranse come vetro in un urlo orrendo. L'ultimo. Poi la guardiana si tuffò nell'acqua e ne emerse completamente risanata, travolgendoci da mille mila ringraziamenti.
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::: LE ANIME DEI NEONATI :::
In fondo al lago recuperammo infine quell'uovo strano e misterioso delle visioni. Era di pietra grigia, tempestato da piccole gemme nere ed altre illuminate di color oro o viola. Fui categorica nel non volerlo affidare a Xovar per ovvi motivi, ma nemmeno alla Gilda dei maghi che potevano farne un mero oggetto di studio. Le anime che racchiudeva dovevano essere liberate, così accettai ben volentieri di affidarlo a Ivor e lasciarlo esaminare da Alakai al Tempio di Chauntea. Rimasi a custodirlo come una guardiana per tutto il tempo così da essere certa non finisse in mani sbagliate.
Alaki riuscì a scoprire che si tratta del cosiddetto Uovo di Aldinach e capì come liberare le anime contenute. Le gemme d'orate erano le anime catturate dei neonati, scambiate con le anime dei quasit contenute nelle gemme viola. Le gemme nere erano invece una brutta cosa, probabilmente le anime perdute per la morte dei neonati. Radunammo tutti al tempio, genitori dei bambini compresi. Uno era quell'uomo che aveva fatto irruzione armato al tempio, in qualche modo i sacerdoti erano riusciti a farlo ragionare e vidi che anche Darry scambiò con lui alcune parole. Forse tra uomini di sarebbero capiti.
Venne anche la Spada Giurata Clyde che fui lieta di rivedere e dar la buona notizia. Gli parlai anche delle mie preoccupazioni per il crescente odio verso chiunque non era umano e mi invitò a parlarne a cena. Accettai prima di rendermi conto che era un... invito... appunto. Effettivamente è un periodo che se accettassi tutti gli inviti a cena ricevuti, ne uscirei più tonda di quell'uovo... ma che ho fatto di male io...?
Comunque sia Alakai avvicinò l'uovo a uno dei bambini e pronunciò una parola stramba che non oso ripetere, attivando l'uovo. Poi proseguì col resto dei bambini ma rimasero ancora ben 4 gemme dorate. I bambini "guariti" avevano ancora i tratti immondi, ma in loro non c'era più alcun male e forse, col tempo, avrebbero anche riassunto il loro aspetto umano. Di più non potevamo fare. Specie con Annette che cominciò a inveire a sproposito contro Alakai per un componente che trovava immorale.. mi sono già pronunciata abbastanza in merito.
Rifiutai di accompagnare lei e Ariah a seppellire il cuore di un folletto sicuramente malvagio e corrotto, avevamo da trovare quattro bambini a cui rendere le anime. Seguii quindi Ivor e cercammo in lungo e in largo per i vari villaggi vicini con ben poco successo. Uno dei bambini era appena nato ad Elventree ma una delle gemme si infranse... segno che avevamo perduto un'altra anima. Ne restavano due ma di quei bambini e genitori non vi era traccia. Probabilmente erano partiti prendendo il mare e lasciando la città verso porti più sicuri. Così Ivor portò l'uovo al sicuro ad Alberi Intrecciati e da allora io resto vigile, nella remota speranza di aver notizie di quei bambini.
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#24
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Sono successe molte cose dall'ultima volta che ho aperto questo diario, tanto da non trovare il tempo di annotare. Tra le tante, tempo addietro Darry mi aveva chiesto aiuto per trovare la tomba di un'elfa nascosta in una grotta tra Elventree e la foresta più a sud. Tutto ciò che avevano erano un amuleto e una pergamena, ritrovati in uno scrigno che si era fuso dopo un combattimento contro esseri del fuoco nelle profondità di una grotta. Da quanto ho capito lo scrigno era di qualcuno che stava compiendo tale ricerca, probabilmente dei tombaroli, ma erano stati carbonizzati da tali creature.
Darry, Xovar, ed Hellen dissero di aver fatto delle ricerche, il medaglione ricordava il simbolo di Mielikki ma con delle differenze, come un paio di corna di cervo. Confermai la cosa come una sorta di personalizzazione del simbolo. La pergamena invece era scritta in elfico e dava indicazioni per trovare la tomba di Selvuriel, una ranger vissuta 100 anni fa proveniente da Alberi Intrecciati dove era ben più famosa. Accettai di aiutarli a patto che non sarebbe stato depredato niente.
Nella cerca si unirono la Ghianda, Eric ed Alakai e quando mi fu specificato che la grotta era da qualche parte vicino al tempio del dio morto, riuscimmo a individuarla grazie al marchio del cervo impresso sulla roccia, uguale a quello dell'amuleto. Giunti ad una porta segreta, scoprimmo che l'amuleto era una sorta di chiave per accedere al mausoleo. Qui vi era il suo sarcofago, che nessuno osò profanare. Intorno vi erano degli scrigni con alcuni oggetti appartenuti all'elfa e un diario. 
Gli arcanisti lo copiarono per una lettura più tranquilla e richiudemmo tutti i beni della defunta al loro posto, ripristinando.. anzi migliorando... la chiusura del mausoleo. Poi portammo una copia del diario al tempio dell'Unicorno, così che il sacerdote Lennar potesse aggiungerlo ai suoi archivi. Nella lettura ero curiosa di scoprire come mai aveva deciso di essere sepolta qui, lontano da Alberi Intrecciati.


Citazione:
*Al diario viene aggiunto un foglio riportante la traduzione di una biografia dell’elfa Selvuriel Leeveren.*

Selvuriel Leeveren è nata trecento anni fa, ad Alberi Intrecciati. Nata in una famiglia di maghi, nel corso della sua adolescenza non porta come il resto dei suoi simili interesse verso la magia, rifuggendola, e inseguendo invece attivamente la natura.
A 80 anni, si avventura da sola nella foresta, trovandosi a tu per tu con delle belve feroci. Viene messa in salvo da un ranger di Mielikki, Roland Dran, e nel mentre che viene ricondotta ad Alberi, viene affascinata dalle parole del ranger.
Matura negli anni successivi la decisione di abbandonare Myth Drannor, e seguire l’inusuale via di Mielikki, riconoscente al suo salvatore, con lo scopo di proteggere la foresta e le sue creature. Questo la rende invisa alla sua famiglia e in genere agli elfi di Myth Drannor, che lo vedono come un tradimento verso le proprie origini. La famiglia la disconosce.

Cento anni dopo, ormai un abile ranger, e sopravvissuta al suo mentore, segue una vita solitaria nella foresta, in totale comunione con essa. Mantiene tuttavia contatti con le Enclavi, rimanendo a disposizione se il volere di Mielikki la chiamasse.
Un giorno, mentre pattuglia la foresta circostante Alberi, si avvede di una grossa tribù di pelleverde in assetto da guerra, la quale è riuscita ad eliminare le vedette della città senza farsi notare. E’ ovvia l’intenzione di attaccare il villaggio di Alberi. La tribù prende prima di mira un piccolo villaggio minore vicino ad Alberi, da usare come campo da cui scagliare l’attacco successivo.
Selvuriel non perde tempo. Si reca all’Enclave, e ottiene l’aiuto di alcuni membri, i quali vogliono evitare che gli orchi continuino a distruggere la foresta. Prepara una trappola, sfruttando la sicurezza degli orchi.
Il giorno della trappola, il villaggio occupato è attaccato da tutti i lati da creature del bosco, ranger e druidi. Agli orchi, colti di sorpresa, non viene lasciato alcuno scampo.
Alcuni emissari di Alberi scoprono quanto è successo, e Selvuriel viene riabilitata agli occhi della comunità, e della propria famiglia. Essa viene dichiarata un’eroina, e una protettrice di Alberi. La famiglia, alla quale giungono le notizie la riabilita al proprio nome. Per quanto a Selvuriel non interessino più certi legami o i titoli degli elfi di Myth Drannor, accetta gli onori, nella speranza che altri possano seguire la propria via.

Continua dunque la propria esistenza fino alla propria morte, e chiede di venire tumulata dall’Enclave in un luogo segreto della foresta. Con essa vengono sepolti i suoi oggetti personali.
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#25
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Per racimolare qualche moneta abbiamo accettato un incarico per un certo Randolph Carter della compagnia commerciale di Carter. Firmammo addirittura un contratto, impegnandoci a recuperare un carico di merci proveniente da Alberi Intrecciati e mai arrivato. Eravamo un gruppo composto da me, Darry, Leonides e Ignatius e seguimmo il percorso dei carri a ritroso per un'intera giornata. Ci accampammo per la notte e degli orchi ebbero l'ardire di attaccarci nel sonno, con Leonides di guardia. Mi svegliai per ultima, i compagni contrattavano con queste bestie ma alla fine li eliminammo tenendone solo uno vivo. Non amo lasciare orchi vivi.
In cambio della libertà di farsi uccidere un'altra volta.. disse che cinque notti addietro, la tribù delle Lance nere aveva attaccato i carri, portando via tutto e tutti. Con un cenno indicò verso sud in una grotta dove si erano insediati. Controvoglia mantenni la parola, slegandolo e lasciandolo andare, ma lo minacciai usando la sua stessa lingua, tanto per essere chiara. Poi andammo in cerca della grotta che trovammo con un po' di fatica. Divento inefficiente quando lascio orchi vivi.
Qui vi erano i due carri con ancora i cavalli da traino ma l'ingresso era custodito da orchi. Finalmente li eliminammo attirandoli a me facendo rumore, così da non allarmare l'intero clan. Cosa che infatti avvenne perchè solo Leonides aveva avuto la premura di mettersi dietro un albero, così uno degli orchi li vide e urlò. A quel suono, l'ultimo orco corse nella grotta... e noi dietro sperando di raggiungere i prigionieri prima che li ammazzassero. Detesto gli orchi che si salvano.
Ovviamente ci trovammo con gli orchi davanti ma dopo averne massacrati alcuni, resero chiaro che se insistevamo avrebbero ucciso i prigionieri. Giunti al cospetto del loro capo, notammo subito che i due prigionieri erano già sotto tiro dei loro archi. Con sorpresa sentii che Leonides parlava l'orchesco come me. Il capo propose di lasciare gli uomini in cambio di andarsene con la refurtiva. Accettammo a malincuore, consapevoli che dovendo badare ai prigionieri non avremmo potuto inseguirli. Le vite di innocenti per me sono più importanti del carico e persino dell' eliminare la feccia degli orchi dalle foreste.

Quel giorno lasciammo andare gli orchi, salvando delle vite, per le quali il mercante comunque ci pagò. Da sola seguii gli orchi per un pezzo, assicurandomi della direzione presa dal clan. In cuor mio ero certa che prima o poi li avrei incontrati ancora. E quel giorno, non li avrei lasciati vivi un'altra volta. Per niente al mondo.

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Tempo dopo, io, Eric, Luth, Alakai e Leonides eravamo in esplorazione nella zona del forte decaduto, dove ci scontrammo con gli gnoll, pronti a rivendicare il possesso del loro territorio. Nei pressi delle rovine notammo alcuni carri semidistrutti, con vicino due uomini massacrati e irriconoscibili. Intorno vi erano numerose tracce e segni di trascinamento del carico, diretto all'interno del forte ma anche nell'area intorno. Così perlustrammo la zona e con grande sorpresa ritrovammo alcune casse che riportavano chiaramente il marchio della compagnia commerciale Carter, composto dalle lettere RC inscritte in un cerchio. Evidentemente perdersi il carico era diventata un'abitudine...
Questa volta non c'erano sopravvissuti da salvare, così decidemmo di recuperare quanto possibile e riportarglelo, certi di una ricompensa. Perlustrata la zona riuscimmo a sistemare tutto tra borse magiche e un coso magico di trasporto, recuperando anche i corpi. Diversi gruppi di gnoll cercarono di fermarci al suono di una sorta di allarme magico silenzioso che Alakai percepiva in qualche modo. Il che fu un bene, perchè più gnoll uscivano, meno ne avremmo dovuti affrontare dopo. Così riuscimmo a entrare al forte, dove il puzzo di sangue e chissà che altro era pungente.

Non dovemmo inoltrarci molto per trovarli. Attraversato il corridoio d'ingresso notammo un gran numero di gnoll intenti a cantilenare i loro strani versi intorno ad un altare di pietra. Qui vi erano altri tre uomini inginocchiati e rivolti verso il centro. Ovviamente anche loro ci videro e il sacerdote fece sgozzare quei poveracci sotto i nostri occhi. Dal loro sacrificio fu evocato un enorme demone aracneiforme e ci attaccarono in massa. Restammo nel corridoio per sfruttarlo a nostro vantaggio e combatterli, a fatica ma con successo, uccidendo anche quel grosso abominio.
Poi ci inoltrammo nella struttura seguendo il suono ritmico delle loro armi che battevano contro gli scudi sfidandoci. Avevano però commesso un errore privandosi degli ostaggi, così stavolta li attaccammo senza alcuna remora. Lo scontro fu ancora più duro avendo già dato fondo a molte energie, ma riuscimmo a sconfiggerli, seppur versando sangue. Almeno io... grazie ancora a quell'ultimo grosso gnoll che doveva per forza tirarmi un'asciata prima di crepare!

Trovammo le ultime casse, questa volta contenenti diversi componenti alchemiche e metalli, tre lingotti per tipo: platino, dlarun, e mithril. Purtroppo il tutto era "decorato" dai resti di un altro corpo umano martoriato. In tutto erano morti ben 6 uomini e la cosa non era tollerabile. Recuperammo tutto e tornammo verso Hillsfar, darci una sistemata e recarci presso la Compagnia mercantile Carter. Naturalmente, non saremmo mancati di suggerire alla Compagnia di assumere una scorta armata per il passaggio delle merci almeno in certe zone selvagge.
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#26
Un altro evento per me importante di cui non avevo ancora scritto è stata la partecipazione alla mia competizione, il Grande Torneo di Hillsfar! Mi iscrissi solo al tiro con l'arco, non ho mai avuto grande interesse per la lotta e non avevo voglia di rompermi qualcosa per diletto. Quando venni qualificata tra i veterani fui.... prima incredula, poi spaventata, infine contentissima!
Insomma dai, era come se avessi fatto già un grande passo avanti e per me era un grande onore misurarmi contro i più bravi arcieri come Ariah. Ero palesemente la meno esperta di loro, lo vidi già durante gli allenamenti, ma non mi interessava affatto. Quando scesi in arena al torneo, mi sentivo davvero piccola piccola e così nervosa in mezzo a loro che ero certa di colpire qualcuno per sbaglio! Alla fine centrai il bersaglio, più o meno, ma mai così precisamente come gli altri esperti e venni eliminata al primo turno. In compenso avevo scommesso su Leonides e vinto qualche soldo. In qualche modo ero contentissima lo stesso e non vedevo l'ora di presentarmi al prossimo torneo. Mi ero ripromessa di mettercela tutta per migliorare il più possibile e misurarmi con loro un'altra volta. Accidenti ero stata la peggiore... ma comunque tra i migliori! Mica capita tutti i giorni!

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Peccato che poi Maalthiir rovinò tutto colpendo ancora Hillsfar. Nashan mi aveva avvertita di tenere gli occhi aperti e proprio al termine del Torneo notai qualcosa sbrilluccicare da un tetto di fronte l'arena. Feci appena in tempo a dare l'allarme quando una freccia colpì la consigliera Ilandra Wavemistress al collo. Mi pentii subito di non aver scoccato prima io... per fortuna si salvò.
Poi al centro dell'arena si palesò lui, il gran bastardo. Sembrava più vecchio e curvo e poi ne scoprii il motivo. Proclamò di essere Hillsfar egli stesso, con tanta tanta arroganza. Da lì fu il caos per molto tempo. L'odio verso le altre razze si era ormai diffuso tra la popolazione, che non lasciava tregua neanche ai mercanti, insulti, aggressioni.. tutto andava a favore della politica razzista di Maalthir. La scintilla era partita da quei neonati mostruosi, per opera di un abominio ma di fatto non avevamo scoperto come fosse arrivato a far tanto e se fosse stato aiutato da qualcuno... "qualcuno" a cui poco importava della Fonte stessa ma che aveva creato una situazione perfetta per risvegliare e far dilagare l'odio razzista.
Nei giorni seguenti Maalthiir chiese la resa di Hillsfar, cosa che venne rifiutata nonostante alcuni cittadini inneggiassero speranzosi di un governo migliore sotto di lui. Ero a conoscenza delle risorse che alcuni avevano scoperto avesse quel tizio, che peraltro voleva diventare un lich. A peggiorare la situazione in città, questa si era vista sempre più isolata: Yulash a causa dei fatti della rivolta aveva chiuso il commercio con Hillsfar, poi ci fu il blocco dei traffici con Elmwood e la diminuzione del commercio marittimo, infine anche i cacciatori smisero di recarsi nella foresta per la presenza di numerosi banditi.

Peraltro, Elmwood era stata occupata da Maalthiir e le sue Piume Nere. Aveva fatto prigioniere la conestabile e la sacerdotessa ma non aveva recato danno al paese e le sue persone. Ci si era solo insediato costringendo gli abitanti a non uscire. Ero molto preoccupata per le sorti anche di Alice, la madre di Miro che avevamo portato al Tempio di Selune perchè smettesse di bere e tornasse poi dai figli. Sarebbe stato meglio portarla a Elventree....
Di come si siamo liberati dei briganti scriverò poi. Ad oggi Maalthiir ha fatto un solo attacco senza nemmeno presentarsi, col solo scopo di rapire il consigliere Mordak Brelliar per poi ritirarsi oltre Elmwood a est. Lo scontro è stato cruento e c'erano dei sacerdoti in grado di rialzare i morti per farli combattere ancora, tuttavia riuscimmo a ricacciarli. In seguito un gruppo è riuscito a liberare il consigliere e riportarlo in città... ed ora ne pagano le conseguenze. Ma ho tanto ancora di cui scrivere prima...
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#27
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Ero con Eitinel, Eric, Alakai e... Xovar... in cerca di risorse utili nella foresta a sud di Hillsfar, ma invece di fiori di ginepro e alberi di felsus ci imbattemmo in un gruppo molto meno profumato di adorabili bastardi. Avevamo sentito voci circolare tra i cacciatori che avevano smesso di battere quella zona proprio per la presenza di troppi banditi, così catturammo viva l'ultima simpaticona per interrogarla. Scoprimmo così che diversi gruppi di questi banditi presidiava la foresta delineando le zone dei loro accampamenti con delle frecce conficcate nella corteccia di alberi. L'accampamento del capo ne aveva ben quattro. La nostra piccola esplorazione divenne subito una caccia e dopo diversi scontri, decisamente duri, scovammo l'accampamento del capo, un gran simpaticone di nome Comren che catturammo vivo.

Non credevo alle mie orecchie quando molto gentilmente ci illustrò i loro piani, convinto di poterci corrompere. Non dovevamo far altro che mostrare una sana diffidenza per spingerlo a dirci di più. Scoprimmo che un "qualcuno" chiaramente riconducibile a Maalthiir, li aveva pagati per presidiare la foresta. Solo quello. Dovevano starsene lì e attaccare chiunque si avvicinasse così da tagliare fuori anche la foresta dalle risorse di Hillsfar, dopo averla già messa alle strette con il blocco del traffico verso Elmwood, la diminuzione del commercio via mare e la chiusura dei rapporti con Yulash. Ovviamente non potevamo permetterlo!
Comren aveva un contatto di nome Roger, che non aveva mai incontrato e mai avrebbe dovuto farlo. Questi avrebbe mandato loro un segnale per avvisarli di entrare a Hillsfar e ritirare il loro compenso, ben 7 casse d'oro oltre a quella che avevano già avuto come anticipo. Il segnale consisteva nel dar fuoco all'accampamento poco a sud Hillsfar. Dopo aver ottenuto altre informazioni utili, Eitinel gli entrò in testa costringendolo a ubbidirle. Gli ordinò di tornare al suo campo, comportarsi normalmente senza dir nulla della nostra "chiacchierata" e prendere la strada di Elua per andare a Hillsfar alla comparsa del segnale. Rientrati in città contattammo Leonides per illustrare al Consiglio la nostra idea, una trappola praticamente già predisposta Alaki infiocchettò con gli ultimi dettagli da mettere in atto da lì a breve. 
Lui ed Eitinel avrebbero inscenato un finto incendio dell'accampamento per richiamare i banditi. I militari guidati dal caporale e avventurieri volontari si sarebbero appostati in attesa del loro passaggio mentre io ed altri esploratori avremmo tenuto d'occhio i loro movimenti nella foresta. Il merito della cattura volevamo darlo alla milizia così da instaurare maggior senso di fiducia e sicurezza nei cittadini. Il timore era che la costrizione mentale del capo venisse scoperta, ovviamente non avevamo parlato dei nostri piani davanti al capo ma avrebbero sicuramente preso delle precauzioni.

Proprio mentre mettevamo in atto il piano, Eitinel aveva sentito rompersi la sua costrizione su Comren, ma il piano funzionò alla grande lo stesso. Comren era stato ucciso e un altro aveva preso il suo posto, guidando un nutrito gruppo di banditi verso la costa, nel tentativo di prendere la milizia e i nostri combattenti in una morsa, dove già erano appostati altri banditi. Nel mentre un altro loro gruppo ancor più nutrito si stava radunando a sud, individuato da noi esploratori. I maghi avevano stabilito un contatto mentale tra alcuni di noi, così potevo comunicare i movimenti delle nostre prede nella foresta e sentire le loro imprecazioni mentre venivano attaccati alla costa. Ivor sembrava incredibilmente calmo, ma sono sicura ne stesse sculacciando un gran numero! Alakai era rimasto al campo con Eitinel e dirigeva le operazioni. Credo che poi lei fosse andata a dar man forte ai combattenti ma per fortuna lui rimase.
Stavamo controllando quest'ultimo gruppo a sud, al momento fermo e intento a organizzarsi, quando ci scoprirono. Erano una ventina inizialmente, a cui si unirono altri 6 mercenari e... noi eravamo in tre: io, Ariah, Luth. Non potevamo farci catturare assolutamente così tentammo una fuga assolutamente disperata. Avevo con me solo due pozioni per volare, che usammo io e Luth. Ad Ariah diedi invece un intruglio che le avrebbe permesso di fuggire molto più velocemente, contavo sulla sua maggiore abilità ed in effetti riuscì a non farsi prendere. Io invece divenni ben presto bersaglio dei raggi di un paio di warlock bastardi e speravo che tra questi e un ridicolo intimare la loro resa, Alakai riuscisse a raggiungerci coi rinforzi.
Combattemmo per vendere cara la vita e non farci catturare e proprio quando eravamo prossimi a soccombere, il loro attacco si fermò e si diedero alla fuga quasi tutti. Dietro di noi era difatti arrivato un gran numero di miliziani. Neanche mi chiesi dove li avesse trovati altri miliziani... ero così contenta che solo dopo aver parlato con loro sentii Alakai spiegare che erano solo un'illusione. A mia discolpa posso dire che erano fatti così bene che potevo toccarli! Praticamente era arrivato solo lui ma era comunque riuscito a salvarci lo stesso. Il nonno!

Dopo esserci curati il grosso delle ferite per rimetterci in piedi, sentii che anche alla costa era andata bene e avevano catturato il nuovo presunto capo. Restavano solo i banditi fuggiti nella foresta e proprio in quel momento, dalle fresche frasche spuntarono la testolina rossa di Cassandra, seguita dal paladino blu, Dragan e gli altri compagni del porto. Ariah e Luth erano messi male così rientrarono, mentre io e Alakai fummo ben lieti di intraprendere una nuova caccia con loro. Presto li avremmo presi tutti! O uccisi. Va bene lo stesso.

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La foresta era molto più silenziosa ora, mentre mi rimettevo a caccia in cerca di una nuova pista coi nuovi compagni sopraggiunti. Alcuni di loro già li conoscevo, Come Cassandra e Valen, altri un po' meno come Dragan e Marmorn, che si rivelarono due ottimi battipiste. Poi c'erano Alakai, il bardo Cristopher e il fabbro Heavel, a cui dovevo ancora una birra. Il punto di partenza era ovviamente lo scontro appena avvenuto e qui vi erano i tre banditi che eravamo riusciti a uccidere. Inoltre vi erano trappole pericolose nei pressi del loro campo. Feci fatica a individuare subito una pista, tra il nostro sangue versato e i cadaveri di cui avevo davvero rischiato di far parte. Poi Dragan notò tre serie di impronte: la più numerosa andava verso Sud-Est, poi altre due piste minori andavano verso verso Ovest e verso Nord-Est.

ACCAMPAMENTO IMPROVVISATO A SUD EST
Seguimmo dapprima la pista principale verso Sud-Est e scoprimmo uno dei loro accampamenti, delineato da tre frecce conficcate in un albero. Dunque non il campo principale del loro capo. Subito i banditi ci attaccarono ignorando sia le richieste di resa del paladino che le intimidazioni del lupo. Di nuovo i due simpaticissimi warlock fecero capolino dal loro nascondiglio alle nostre spalle, ma stavolta tirarono i loro ultimi raggettini. Pace all'anima loro, se ancora ce l'hanno. Con Alakai cercammo di tenere il conto dei banditi, dovevano essere in tutto circa 26 ma era un numero destinato ad aumentare in quanto si sarebbero uniti agli altri rimasti.
Procedendo a Sud dove vi erano altre tracce, ci accorgemmo di essere accerchiati da altri figuri che si spostavano furtivamente da ovest ad est. Di nuovo richieste di resa del paladino e provocazioni del lupo, nemmeno a confonderli. Ci scontrammo ma nonostante fossero una dozzina abbondante, stavolta eravamo preparati e riuscimmo a sgominarli. Mentre cercavamo nuove tracce, gli altri discutevano e Cassandra aveva frugato a dovere l'accampamento rinvenendo la cassa d'oro che avevano avuto come anticipo.
Dalla confusione dello scontro, le tracce che ne uscivano erano vecchie e dirette a nord, poi notai che deviavano verso Nord - Ovest e seguendole tronammo al punto di partenza. Probabilmente era il gruppo di rinforzo dei sei che si erano uniti ai venti che controllavo precedentemente con Ariah e Luth. Da qui prendemmo una delle due piste minori rimaste.

POSTO DI GUARDIA SUGLI ALBERI A OVEST
Seguimmo le tracce a Nord-Est e poi verso ovest e all'improvviso notammo del movimento e voci, peccato che il rumore dei nostri corazzati e il vociare generale rendesse più complicato il nostro lavoro... Nel caso non ci avessero notato tutti i banditi dei dintorni, Valen urlò ancora un po' senza mancare di presentarsi a dovere. Molto educato ma ora avevo finalmente capito perchè, nonostante il loro grande coraggio, girassero tante barzellette sui paladini!
Costrinsi il gruppo ad aumentare il passo perchè ci rendemmo conto di non raggiungerli mentre si spostavano velocemente a ovest, non sembravano però in fugo ma più che volessero distanziarci. Sentimmo degli strani cinguettii, immediatamente coperti dalle richieste di resa di Valen seguita da insulti.. a suo carico. Al cinguettio di risposta, sempre coperto dallo starnazzare del paladino, capimmo che stavano per farci qualche brutto scherzo. Giurerei di aver intravisto Cassandra prendere a ceffoni l'armatura blu quando aumentai il passo ulteriormente... fino a raggiungerli.
Notammo i due che seguivamo fermarsi e armarsi poco più avanti noi, li attaccammo e dall'alto scesero altri uomini, calandosi dagli alberi con un meccanismo di corde piuttosto ingegnoso. Non fummo colti impreparati e riuscimmo persino a catturarne uno, reso statua da Alakai e trasportato in una grossa borsa magica di Cassandra. Mentre gli altri si arrampicavano sugli alberi tra le corde che passavano da albero ad albero, io approfittai per rimettermi un po' in forze. Raramente battevo la foresta così a lungo, combattendo ripetutamente.
Tra gli alberi alcune corde formavano dei sedili e fungevano anche da carrucole, ma percorrevano solo pochi metri. Trovarono inoltre uno dei flauti usati per i segnali e Cristopher lo usò per riprodurre il suono sentito prima. Incredibilmente ci fu un lontano suono in risposta. Cassandra non fece in tempo a dire che potevano esserci trappole a terra, che ne trovai una. Dolorosamente. Poi un'altra. Dolorosamente. Il meccanismo di queste trappole era a pressione, finemente coperto dal terriccio e colpiva dietro e davanti. Impossibile sfuggirgli. Mi ricordavano quelle usate dal cacciatore John ai tempi di Anis. Forse se le procurava da questa gentaglia. Alla terza trappola, si fece avanti Valen e altri cominciarono a tirar pietre e ..cadaveri... ma ormai le avevo "disinnescate" tutte io.

RADURA A NORD EST
Tornammo al punto di partenza per seguire l'ultima pista ma ormai era confusa da quelle che sembravano le nostre tracce. Lungo la via la pista si divideva ulteriormente dopo aver incontrato qualcuno: due tracce verso Est, una verso Nord che poi si unisce ad un'altra verso Ovest che dovrebbe essere quella seguita da noi precedentemente fino agli alberi con le corde. Andammo dunque verso Est e ci inoltrammo fino a vedere due persone nella radura. Notai che ci avevano visto e una di loro era già intenta a bere qualcosa mentre la seconda si metteva in assetto da battaglia, così scoccai per fermare la prima. La colpii facendole cadere la pozione, ma la seconda sparì alla vista.
Quella colpita sembrava una chierica piuttosto ostica, venne presto circondata dal bardo e Alakai che scesero nella radura portando altri. La pestarono per bene senza che questa si arrendesse, piuttosto sembrava in grado di curarsi. Alla fine riuscirono a stordirla colpendo di piatto e catturarla. Cassandra le accomodò delle manette in grado di impedirne fughe magiche e un paratico bavaglio alla bocca. La signora fu portata in spalla da Cristopher fino alla civiltà. Le tracce dell'ultima fuggitiva invece scomparivano all'improvviso.

Una volta rientrati, molti decisamente non si fidavano di lasciare i prigionieri alla milizia, temendo la corruzione di qualche spia. Considerando che comunque era già coinvolta, il tutto era già noto e approvato dal consiglio e che certamente Maalthiir avrebbe presto saputo in ogni caso dello smacco subito dai suoi bravi banditi... Accettammo di consegnarli al Castello, dove Cristhoper sarebbe rimasto a controllarli personalmente e sicuramente era stato portato anche il prigioniero preso dai combattenti alla costa. Avevamo anche l'intenzione di chiedere di poterli interrogare personalmente, Cris pareva tenerci molto. Riguardo la cassa recuperata, avevamo idea di dividerla tra gli artigiani e mercanti mandati in fallimento e le famiglie dei 4 miliziani caduti.
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#28
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In un giorno come tanti altri ci siamo recati nella foresta lungo l'Elvenflow e tutto pareva assolutamente normale. Alta vegetazione, ottimi legnami, qualche rovina qua e là e .. tracce misteriose. Seguendole abbiamo scoperto che si trattava di lucertoloidi e si inoltravano in una zona più fitta. Oh eravamo io, Eric, Leonides, Dryden, Sarakiel, Alakai, Luth. A un certo punto abbiamo sentito le grida di una donna, evidentemente rapida da quelle bestie. Nel frattempo era scesa la notte e dal fiume si alzava una strana nebbiolina verdastra. Seguendo le tracce siamo arrivati a quelle che parevano le rovine di un tempio e potevo sentire una litania gutturale, come se le lucertole salmodiassero qualcosa.
Avvicinandoci vedemmo che la donna era stata legata e imbavagliata e uno dei lucertoloidi aveva già in mano un pugnale sacrificale. Gli altri capirono che quel rito era qualcosa di potente e stavano facendo qualcosa alle acque vicine. Non avevamo tempo per far niente se non fiondarci all'attacco, usando le magie di Alakai per far arrivare in mezzo a loro almeno alcuni di noi. Gli altri, come me, avrebbero colpito a distanza con gli archi. La salvammo appena in tempo portandola via dall'altare in cui giaceva svenuta. Per questa volta.

Lei si chiamava Aleha e veniva da un piccolo villaggio a sud di lì, lungo il fiume. Era uscita per raccogliere della legna quando è stata presa. Ci offrimmo di riaccompagnare e camminammo per circa un miglio fino a giungere al suo strano villaggio dove era la sua casa. Vorrei poter dire "al sicuro" ma... La nebbia si era alzata maggiormente rendendo il bosco poco distinguibile, così ci fermammo per mangiare e riposare in locanda. Le case del villaggio erano ben tenute e avevano tutte una luce accesa, ma c'era molta sporcizia e macerie per le strade, persino delle ossa di cavallo ammucchiate in un angolo. La fontana in piazza era secca e puzzolente.
Un vecchio pescatore era passato col suo carico e al solo ricordo mi pare di sentire ancora quel puzzo di pesce marcio. In locanda non c'era grande allegria, tutti mangiavano in silenzio una zuppa di teste di pesce diversamente fresco e rancido. Considerando il tutto, non volevo assolutamente mangiare nulla proveniente dall'acqua del fiume. Peccato che il pane nero e duro mi costrinse a bere per non strozzarmi. All'improvviso sentimmo infrangersi un vetro per un corvo che ci si era schiantato contro. Fu inquietante per noi, a parte Sarakiel che lo vide come una cosa interessante da studiare, tanto che tempo dopo si presentò con un corvo per famiglio. Quel corvo però venne trascinato fuori la finestra in modo ancora più inquietante.
Uscimmo in strada e tutte le case, locanda compresa, venivano chiuse lasciandoci sotto la pioggia e il puzzo intenso di pesce marcio. Volevamo andarcene ma le condizioni avrebbero reso difficoltoso ritrovare la strada nella foresta. Poi venimmo attaccati da qualcosa che sparì nella nebbia. Le case ora sembravano molto più malridotte. Poco più avanti sentimmo i tamburi di una lenta processione, a cui andammo incontro. Ci nascondemmo per lasciarla passare e vedemmo che era composta da decine di uomini. Pensai agli abitanti ma poi mi accorsi che avevano dei tratti somiglianti a dei pesci. Passò poi una portantina con su un trono coperto di alghe e simboli che non conosco. Poi ne passò un'altra e sopra vi era adagiata Aleha, di nuovo svenuta. E di nuovo decidemmo di salvarla.

Sarakiel aveva visto dei simboli alle rovine del tempio e notai che i simboli visti erano i medesimi, Alakai sospettava l'opera di qualche demone. Seguimmo la processione, che si lasciava una scia di marciume e il salmodiare di un centinaio di uomini pesce. O meglio, umani fusi con creature marine di vario genere. Giunti alle mura interne si fermarono a un basso edificio di pietra. Unirci alla processione camuffandoci era un azzardo ma l'attacco fu ancora peggio. Non so se ci videro o si lanciò Leonides, ma erano davvero tantissimi e fu uno scontro molto duro. Indietreggiammo subito presi d'assalto ma riuscimmo a resistere quanto bastava ad Alakai per salvare la poveretta con un volo magico. Fuggimmo a gambe levate mentre questi cosi ci rincorrevano, finendo per inseguire un trucchetto magico di Alakai, che li ingannò depistandoli.
Ci fermammo all'alba, quando la nebbia si diradò ed eravamo a un miglio dal villaggio. Alakai aveva portato di peso Aleha ma, dopo averla posata a terra, era come scomparsa. Un pescatore ci disse che non c'era nessun villaggio a sud da almeno 200 anni e che forse eravamo stati vittime dello scherzo di un folletto. Disse che suo nonno raccontava storie secondo cui vi viveva una maga in una torre, che aveva una tresca con qualche demone e aveva traormato gli abitanti in mostri. Aveva quasi evocato il suo demone con un rito sacrificando Aleha ma un gruppo di avventurieri l'avevano salvata all'ultimo. Poi ci indicò un memoriale su una pietra vicino, dove la ragazza aveva inciso il suo ringraziamento. Ad oggi era stato dimenticato il muschio lo aveva coperto parzialmente, indubbiamente era vecchi di molti decenni.

"Io Aleha (..) ringrazio gli eroi per avermi salvato nel momento di maggior pericolo (...)
Eric, Luth, Echo, Alakai, Leonides, Sarakiel, Dryden"
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#29
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Questa volta ci eravamo spinti quasi fino alla foce di Elvenflow, quando abbiamo sentito rumori di combattimento verso sud. Avvicinandoci abbiamo scorto sei uomini che finivano di massacrarne altri tre, l'ultimo proprio mentre li attaccavamo noi altri. Uccisi i sei abbiamo controllato lo stato dei precedenti stesi al suolo, erano tutti morte tranne l'ultimo, ancora in fin di vita. Dall'equipaggiamento direi che fossero avventurieri ed Eric riuscì con i suoi poteri a far rialzare l'unico superstite, un uomo di nome Edd.
Disse che erano stati attaccati da una dozzina di quelli che parevano banditi e, guardando i corpi dei compagni caduti, disse che mancava Dorian. Controllai subito ed in effetti trovai tracce di sei uomini che si allontanavano trascinando qualcosa o qualcuno verso nord est. Disse quindi che erano in quattro, incaricati da un mercante a Elventree di recuperargli un carico di vini che sospettava fosse stato predato dagli orchi in questa zona. Qualche ora dopo essere giunti, erano stati attaccati da quegli uomini e poi siamo giunti noi.
Da parte mia, non avevo notato tracce riconducibili agli orchi o carichi depredati e questo mi faceva sorgere dei dubbi. Dubbi condivisi dal miliziano Dryden che era con noi. Lasciato tornare Edd a Elventree, noi abbiamo seguito la pista dei sei, sperando di recuperare Dorian e capire chi erano. Giungemmo all'ingresso di una grotta che doveva essere ben frequentata a giudicare dalle numerose tracce di stivali.

Nella grotta i primi uomini ci attaccarono, morendo molto male e proseguimmo inoltrandoci nelle profondità. Alcune persone parlottavano tra loro riguardo un rito da svolgere per onorare gli dei, avvicinandoci a loro si zittirono bruscamente e.. niente, uccidemmo anche loro. Tuttavia non c'era ancora traccia del prigioniero. I dubbi in merito alla veridicità di un carico di vino perduto, diventano più forti, almeno per me e Dryden, che pensavamo fosse stata solo una trappola per vittime sacrificali.
Procedendo sentimmo un uomo parlare ad altri a voce alta, predicando la venuta dal cielo dei loro dei salvatori. Loro erano gli eletti e dovevano alimentarli con la loro fede. E chiaramente vittime umane... Così intervenimmo prima che sgozzassero quel poveraccio. Eric riuscì a togliere Dorian dall'altare per metterlo in salvo ma dal buio tenebroso dietro l'altare giunse un ruggito, seguito da creature deformi. Erano orribili a vedersi e la loro forma pareva priva di senso, tanto da inquietarci guardandole.
Uccise anche loro, frugai tra i corpi e sul mago che stava vicino l'altare trovai un medaglione. Rappresentava un cerchio tagliato da una linea orizzontale e una saetta nella metà superiore. Lo stesso simbolo era impresso sull'altare ma nessuno di noi ne riconosceva un'appartenenza o significato. Poi ci accorgemmo che c'era ancora qualcosa che si muoveva lì nel buio, qualcosa di indefinito e inquietante che non riuscivamo a focalizzare. Era come scorgere qualcosa con la coda dell'occhio e poi voltarsi per scoprire che non era nulla.
Mi avvicinai furtivamente e quasi mi sentii male vedendo un orribile massa pulsante proprio sul fondo della grotta. Sembrava una cosa ancora non nata ma rivoltata verso l'esterno e di grandi dimensioni.. non sapevo neanche come descriverla agli altri, o qui adesso. Così si avvicinarono un po' per vederla coi loro occhi e... restarono altrettanto disgustati e turbati. Brandi disse che sembrava una di quelle "cose" folli venute da Reame Remoto, ma in forma embrionale.
Cominciammo a colpirla, con roba infuocata o acida finchè non iniziò a contorcersi, con un'altra mia frecciata sembrò squarciarsi. Ne emerse una creatura informe che attaccò urlando in modo straziante, infine Darry riuscì a dividerla in due. Ne emersero altre creature più piccole, colanti e tentacolari, che si muovevano ancora dopo averle fatte a pezzi. Un orrore! Finimmo col pestarli e bruciarne i resti con delle torce.

Rientrando a Elventree, io e Dryden eravamo intenzionati a trovare quel mercante e fargliela pagare. Gli altri invece erano più interessati a fare ricerche sul quel simbolo strano, per scoprire dopo qualche giorno che probabilmente era solo un'invenzione di quei cultisti. Evidentemente avevano preso per "divina" una di quelle orribili creature del Reame Remoto provenienti dalle Valli. Innanzitutto lasciamo Dorian al Tempio dell'Unicorno, dove Edd lo aspettava. Qui chiedemmo altre informazioni sul mercante. Dissero che il suo nome era Timothy ma non era di Elventree, bensì itinerante e lo avevano incontrato in locanda. Ovviamente li avrebbe pagati per il recupero solo al loro ritorno.
In locanda, Emric disse che Timothy era di sopra in stanza e gentilmente ce la indicò chiedendoci solo di bussare educatamente. E io bussai, ma non rispondeva! Chiesi di distrarre Dryden che era un poco indietro e Brandi, rapidissima, scassinò la porta con una bacchetta magica. Così semplicemente aprii... con disagio per il miliziano. Notammo una finestra aperta e gli affetti personali ancora nella stanza. In un baule cerano cose di uso comune, indumenti sparsi e delle lettere. Sembrava una noiosa corrispondenza verso i parenti di Ordulin, in Sembia, poi però notai degli schizzi col simbolo sul margine, come se li avesse tracciati dopo.
Evidentemente quando Edd era tornato, il mercante si era allarmato ed era fuggito di gran lena, ma il simbolo tracciato era sufficiente per incriminarlo. Lasciammo tutto al sacerdote Lennar che si occupò di avvertire chi di dovere. In quel paesello non erano abituati ad aver a che fare coi crimini, neanche avevano una caserma. Questioni del genere erano gestite da lord.
 
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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#30
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Avevo radunato alcuni dei soliti avventorieri per controllare la zona dei cani rognosi di Malar a sud... Oh gli "avventorieri" sono quegli avventurieri e avventori particolarmente assidui del Diamante, tipo me, Eric, Luth, Darry,... e molti altri sono sulla buona strada! Comunque abbiamo percorso la strada del Mare della Luna fino alla foresta dove si sono insediati i mannari. Peccato che non ci siamo arrivati, so che è brutto da dire ma io provo sempre grande piacere nell'uccidere orchi o il popolo del sangue nero. Eric mi mostrò una scorciatoia... o forse vide dei fiori che trovò bellissimi e decise di passare da lì... comunque sia l'aria si fece insolitamente fredda per il posto. Incontrammo e abbattemmo persino alcuni esserini fastidiosi e volanti detti mephit del ghiaccio e ci chiedevamo da dove fossero usciti, quello non era affatto il loro ambiente naturale!
Poco più avanti dei cacciatori combattevano contro altre di quelle cose gelide, così li aiutammo ad abbatterli ed Eric si occupò anche dei loro feriti. Ci furono grati ma non li trovavo particolarmente simpatici, mossi solo dal vile denaro e pregiudizi. Il loro capo disse che erano stati assoldati in un villaggio sulle colline, vicino a quella che fu Essembra, per cacciare una strega. L'avevano seguita per i boschi fino a qui ed erano riusciti a ferirla, ma lei si era rifugiata in una grotta sul picco di una roccia. Non riuscivano ad avvicinarsi tra le creaturine gelate ed i lupi locali, che li avevano ormai resi esausti, ma la strega non poteva uscire. In pratica erano in una situazione di stallo.

A loro non importava cosa avesse fatto per meritarsi un simile trattamento ed erano certi fosse una strega solo perchè evocava quelle cose gelate. Decidemmo comunque di entrare noi nella grotta, lasciando che loro sistemassero il loro campo lì fuori per mantenere il perimetro. Ci chiesero di portar loro la testa come prova per averla uccisa. Dunque a impelagarci in questa cosa eravamo io, Eric, Darry, Brandi e tutti eravamo curiosi di scoprire di che essere si trattasse in realtà. Brandi in particolare sembrava dubitare si trattasse di qualche megera.
La grotta era decisamente gelida, molte stalattiti di ghiaccio costellavano il soffitto e alcune tremolavano per poi staccarsi e diventare creature di ghiaccio che, ovviamente, ci attaccarono. Così, pur di levarci subito da lì sotto, feci strada lungo un cunicolo a caso dei tanti. In alcuni punti il muschio si era congelato diventando oltremodo scivoloso ed ebbi modo di vedere tutti i loro sederoni.. e sederini... volare in aria più di una volta. Chiaramente i miei compagni non erano affatto abituati a muoversi tra i ghiacci del Nord come me.
Più il gelo aumentava e più creature gelate cadevano come stallattiti o uscivano dall'acqua gelata, indicandoci di essere sulla pista giusta.  Arrivammo a un punto dove la grotta era completamente gelata e degli strani riflessi la illuminavano. Dietro una stalagmite c'era una ragazza rannicchiata. La presunta strega era decisamente ferita e mentre Eric la calmava mi resi conto che non era un'elfa dalla pelle particolarmente candida e azzurra... era una Virago! Spiegai agli altri che era un folletto invernale ma non sapevo molto su di loro.

Disse di chiamarsi Arash e disse che.. bhe fu imbarazzante. In pratica lei si era innamorata di un tizio nel villaggio. Uno di quelli che non sanno tener chiusa la patta delle braghe per intenderci... Questi era infatti già sposato ma corrispondeva il suo amore e pertanto, al villaggio dissero che lo aveva ammaliato. Un giorno dovevano incontrarsi e al suo posto si presentarono i mercenari.. Arash era convinta fosse stata la moglie e tentai di spiegarle mh.. le dinamiche umane del tradimento e della monogamia. Con poco successo ovviamente. Arash o forse i folletti in generale, sono tipo molto aperti e da parte sua, l'uomo, si era ben guardato dal menzionare di aver moglie.
Brandi era sicura che non stesse mentendo per quanto il suo senso di "amore" fosse molto leggero e farfallino. Ucciderla per questo era comunque troppo, anzi io avrei appeso per le palle il marito se fossi stata nella moglie.. e ringraziato Arash per avermi aperto gli occhi, oltre che la sua patta. Comunque sia non era affatto interessata ad attaccare il villaggio o altri, voleva solo difendersi e fuggire dai cacciatori. Decidemmo di aiutarla a fuggire dopo la promessa di non far del male ad altri se non per difesa. La grotta però non aveva altre uscite ma fortunatamente Eric ebbe un'idea.
Propose ad Arash di scongelare una pozza e modellò le pareti rocciose per allargarla abbastanza da far passare una persona. Le fece un incanto per respirare e la invitò a fuggire per quella via, dato che era collegata al fiume. In questo modo non sarebbe stata vista dai cacciatori. Io invece spiegai con esattezza cosa avremmo detto ai cacciatori, senza bisogno di mentire. Alludemmo infatti al non aver trovato streghe, cosa che parve strana al capo cacciatore. Così specificai che qualunque cosa ci fosse stata, probabilmente era già fuggita e li invitai a controllare loro personalmente. Brandi aggiunse qualcosa sul fatto che le streghe han sempre assi nella manica. Ovviamente ci presero per incompetenti e ci congedammo.

Nel salutarci con Arash, ci raccomandammo di non combinare guai ma.. la sua risposta "Non lo faccio mai!" aveva una doppia negazione che ci convinse del contrario. Ed infatti.... Poco tempo dopo degli uomini furono trovati morti vicino al cantiere del Tempio dei triadici di Valen. Tutto indicava ad una qualche creatura del gelo che li aveva attaccati e, dalla descrizione, parevano quei cacciatori. Così confessai, con grande disappunto del Braciere, del nostro incontro con la virago. Valen ci spiegò che sono creature malvage e ci impegnammo a porre rimedio. Insomma non volevo che Arash facesse altro male ma non è che mi dispiacesse tanto per quei mercenari!
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
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