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L'eredità dei Pentakos
#1
I

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Quando salpai dal porto di Tantras avevo ancora in mente il messaggio di mia madre : "Torna con urgenza, tuo nonno chiede la tua presenza, è vicino alla fine". Mio nonno, il capo famiglia, aveva vissuto una lunga vita per i canoni umani e scioccamente quella notizia che saettò magicamente nella mia mente, mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Me lo sarei dovuto aspettare ovviamente, ma ero cosi preso dai miei studi e progetti che la famiglia era da anni passata in secondo piano.
Avevo udito tra l'altro voci distanti di quanto stava accadendo alle Valli, niente di troppo preciso se non quello che riuscivo a filtrare tra le discussioni degli alti Sacerdoti, per quanto in quel periodo la mia frequenza al Tempio era drasticamente ridotta, sopportando di malavoglia lo sguardo insistente di Goubert che a quanto pare, covava ancora dell'evidente risentimento. Presi dalla mia stanza tutte le mie cose e i miei progetti, premunendomi di salutare i miei superiori e amici.
Trovare una nave per Hillsfar fu molto complicato, Tantras non commerciava con la mia città e dovetti pagare una cospicua somma di denaro al Capitano della Illustre che si sarebbe allungato di qualche miglio lasciandomi attraccare al porto con una scialuppa, niente di più, niente di meno, ovviamente accettai a malincuore, accontentandomi.
La nave non era predisposta per dei passeggeri era una piccola mercantile, il viaggio fu scomodo e dovetti condividere spesso lo spazio con marinai dalla dubbia igiene e dai modi balordi, dopo qualche giorno riuscii a far guadagnare qualche nodo di velocità a quella bagnarola, consigliando al Capitano di predisporre il peso delle merci in un modo più adeguato, così da distribuirli equamente per tutta la stiva.

Dopo quasi dieci giorni, arrivai finalmente ad Hillsfar, il porto come sempre era pieno di vita, il primo particolare che notai, era l'odore, completamente diverso da quello di Tantras, questo anzi lo trovavo quasi un fastidioso fetore. Mi avviai di gran lena alla dimora Pentakos, passando per le porte della città palesai il mio nome e le mie intenzioni alle guardie, Hillsfar era ordinata come sempre, qualche nuova struttura, qualche edificio in ristrutturazione, ma la stretta degli Zhent sembrava meno decisa, come se alla Mano Nera mancassero parecchie dita.
Venni accolto da uno dei nostri servitori, un tizio nuovo che non ricordavo o forse lo avevo semplicemente dimenticato, mia madre mi accolse in lacrime, abbracciandomi e portandomi le braccia intorno al collo a differenza di mio padre che stoico e severo si ergeva accanto al focolare annunciandomi della dipartita di suo padre. Mi consegnò un messaggio scritto con le sue ultime volontà. Ovviamente la successione degli affari spettava a lui a me invece fu donato un libro, un grosso e polveroso tomo, per quanto fossi ancora stordito dal dolore, non potei far altro che pensare quali meravigliosi e antichi segreti celasse. 


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Mi chiusi nella mia stanza, iniziando a sfogliarlo, notai che molte pagine mi erano in qualche modo ancora precluse e ad un analisi magica risultavano celate con dei potenti incantesimi di mascheramento, al tatto invece la carta sembrava più pregiata, di una fattura diversa da quelle che potevo leggere, le prime invece sembravano spiegare nel dettaglio una pratica magica, capace di unire l'arcano potere a quello divino, mi persi per ore intere nella loro lettura, tanto preso da saltare anche la cena, "La Teurgia è l'aspetto più puro e anche più sapiente di ciò che l'uomo qualunque chiama Magia..."
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#2
II

Da una settimana dal mio arrivo le cose ad Hillsfar non sembravano eccessivamente cambiate da come le ricordavo, feci l'interessante conoscenza della figlia del famoso Morgan Morris della Tiranna dei Mari, la donna era graziosa per quanto i suoi modi lasciassero decisamente a desiderare, decisi quindi di accompagnarmi a lei e servirmi della sua abilità con la spada e con le trappole, riconoscendo il nome della mia famiglia mi chiese subito un oggetto incantato, le consigliai una cintura per rendere più robusta la sua costituzione, convincendola che le sarebbe servita e sicuramente le avrebbe salvato la vita, mi feci aiutare a cercare gli ingredienti necessari per sintetizzare il Focus.
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La cintura era di cuoio rinforzato con una piccola pietra di Granato Rosso incastonata su una fibbia di bronzo, era semplice ed elegante e cose più importante l'incantamento era riuscito perfettamente con il minimo sforzo, le chiesi 6000 pezzi d'oro che pagò dopo qualche giorno.
Decidemmo quindi di stringere un sodalizio e di mettere le nostre capacità al servizio l'uno dell'altra, almeno fin quando questo ci avrebbe portato un reciproco vantaggio. 

Gli avventurieri giunti ad Hillsfar dalle Valli sembravano in molti, i nomi di alcuni di questi erano giunti qui come un eco distante, raccontando l'opera delle loro imprese, altri invece quasi sconosciuti ma con l'ardore di compiere azioni memorabili. Mi feci raccontare da alcuni di loro gli eventi nefasti che avevano colpito la loro casa, ne rimasi sinceramente turbato, non riguardava propriamente il mio campo di sapere e mi chiedevo come gli altri studiosi avrebbero cercato di risolvere il problema, forse avrei dovuto interessarmene? una domanda che venne spazzata rapidamente via quando altri vennero a conoscenza delle mie capacità chiedendomi consiglio e un parere su quale oggetti incantati sarebbero stati loro utili.

Mi ritirai nella mia Camera al Diamante nel Letame, non avevo assolutamente intenzione di ritrovarmi di nuovo a convivere nella stessa casa con i miei genitori non dopo aver vissuto anni da solo a Tantras. Mi concentrai sulla lettura della mia eredità, le pagine che seguivano spiegavano complesse tecniche di meditazione per riuscire a convogliare in un flusso continuo sia il potere arcano che divino cosi da non dover rinunciare ne all'uno ne all'altra espandendo la propria mente per apprendere i segreti della magia nella sua intera completezza.


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Mi esercitai molte ore e a tarda notte prima di concedermi un giusto e meritato riposo decisi di dedicarmi agli schemi del mio progetto, si trattava di un vero e proprio prodigio meccanico, il quale avevo ammirato nella sua versione originaria nella chiesa del mio signore a Tantras, si chiama Orologio e io intendevo crearne una versione più piccola, da viaggio.

Sarebbe dovuto funzionare caricandolo attraverso un meccanismo di messa in orario grazie ad un sistema di trasmissione formato da alcune ruote dentate, queste vengono armate da una molla in ferro temprato contenuta in un contenitore dentellato a forma di basso barile, la carica avrebbe dovuto avere un autonomia di 24 ore, poi si sarebbe dovuto ricaricare di nuovo, possibilmente sempre alla stessa ora.
Progettai la misura e la forma di ogni meccanismo strutturandoli in alcuni disegni tecnici, ogni congegno e ogni ruota aveva ben segnato le sue misure, a Leonides sarebbe bastato solo seguire le istruzioni.

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#3
III

Tutto stava procedendo come mi ero augurato, intorno a me c'era chi provava a cambiare Hillsfar , avevo deciso di restarne distante ed esserne un attento osservatore, la mia era una città avvezza al cambiamento, mi sarei solo dovuto accertare che gli affari per la mia Famiglia in quel frangente cambiassero in meglio e non in peggio.
Io e Miss Morris passavamo giornate piacevoli e fruttuose, la sua abilità con lo stocco mi aveva salvato la vita in più di un'occasione in verità incominciavo a credere che la sua presenza mi portasse in qualche modo fortuna. Dal canto mio mantenevo la mia parola e la ricoprivo di oggetti magici firmati Pentakos che lei non esitava a pagarmi con alcune piccole agevolazioni.

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Con il tempo iniziavo invece a sentire mie le nozioni che mi erano state donate da mio nonno, per avere un quadro più ampio sulla Teurgia decisi di informarmi e cercare degli individui autorevoli che avevano già appreso la disciplina, ne trovai due. 
La prima mi venne indicata come Ex Teurga, Annette era una donna di mezza età che doveva averne vissute parecchie, nel suo sguardo mentre parlavamo potevo leggerci una certa malinconia, mi parlò della sua esperienza e su come aveva appreso quell'arte, ne compresi che dovevo uscire fuori dagli schemi non concentrarmi su quello che era già conosciuto ma ampliare la mia mente all'universo. La seconda invece era una giovane donna dall'aria apparentemente frivola, Eitinel aveva conciliato la magia arcana con quella druidica e grande fu il mio stupore nello scoprire che era soprattutto un accanita studiosa del mondo. Compresi dalle sue parole che avrei dovuto cercare l'equilibrio, fondermi spiritualmente con l'essenza di tutte le cose e diventarne parte. La loro esperienza mi fu utile per concretizzare la mia, decisi di non giudicare ma solo di ascoltare e comprendere il loro punto di vista e il loro cammino al riguardo, senza dubbio avrei dovuto trovare il mio facendo tesoro di quanto avevo appreso.

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Avevo finalmente consegnato i progetti a Leonides, avrebbe forgiato i meccanismi necessari per il Segnatempo meccanico portatile, per alcuni di essi invece necessitavo dell'opera di un gioielliere abile nel taglio delle pietre preziose, non sarebbe stato affatto complicato trovarlo, discutere del prezzo invece più arduo, è risaputo che di solito chi tratta le gemme è un dannato avido. Con grande compiacenza da parte mia alcuni avventurieri risposero al mio annuncio, Darry Arden, la bellissima elfa Althimara e Ariah la cacciatrice mi cercarono per vendermi alcuni degli ingredienti di cui avevo fatto richiesta, vennero tutti pagati con generosità, ricevendo un cospicuo compenso.
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#4
IV

Leonides aveva forgiato gli ingranaggi, dimostrando che nella lavorazione dei metalli era un maestro artigiano, erano ben fatti, resistenti e soprattutto precisi nelle misure che gli avevo indicato, come pagamento avrei dovuto portargli se mai mi sarebbe finito sotto mano, un fiore molto raro, lo stava cercando da molto tempo quindi la sua richiesta non mi stupì affatto.

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Strinsi un accordo con un gioielliere di Hillsfar, l'uomo non solo vendeva gioielli ma era anche abile nel lavorarli, arte che mi sarebbe servita per la creazioni dei pezzi più piccoli del mio progetto, in cambio come immaginavo mi chiese un lauto pagamento , niente che già non avevo preventivato.

Passavo il resto delle mie giornate alla ricerca di ingredienti, questo spesso faceva finire me e Miss Morris in avventure anche parecchio pericolose. La caccia al vampiro nella cava mi aveva particolarmente segnato, fino ad oggi non avevo mai affrontato creature simili. Le Progenie Vampiriche erano bestie assettate di sangue,pericolose senza dubbio ma non brillavano particolarmente di arguzia, diversamente dal vampiro che le aveva create, credo che non dimenticherò così facilmente i suoi occhi, non dopo avermi quasi ucciso.
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In tutto questo si metteva la fastidiosa e insidiosa presenza del Warlock Xovar, quell'uomo aveva cercato per ben due volte di farci ammazzare tutti, prima attivando consapevolmente e stupidamente un allarme magico ,poi suonando un gong nel cuore della tana di quel terrificante vampiro. Avrei dovuto ucciderlo e lasciarlo marcire li, ma gli eventi del fato e la pericolosità della cava frenarono la mia magia, senza ombra di dubbio non mi sarei mai più accompagnato a lui, era completamente folle e proprio per questo sospettavo fosse fedele al Signore delle tre corone.
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#5
V

Decisi di prendermi una breve pausa dai miei studi per imbarcarmi in quella che era una vera e propria caccia al Pirata, Miss Morris prese accordi con Francis Blake capitano della Goldenwind per ritrovare le merci sparite della Compagnia Bell, a ragion veduta sospettavamo invece che Nora Bell avesse preso accordi con alcuni pirati per far sparire le merci e far cadere la compagnia in banca rotta, così da poterci guadagnare qualcosa senza pagare tasse e liberarsi della società che ormai le stava parecchio stretta.
Il viaggio non fu particolarmente pericoloso, la nave era ben tenuta il capitano e il suo equipaggio ben pagati si dimostrarono efficienti e cortesi, impiegammo due giorni per arrivare sulla piccola isola che fungeva da nascondiglio e magazzino del pirata Westcoth "quattro dita". Non andò troppo male, Leonides, Corum, l'elfo Shar'el , Mastro Tobin e la signorina Echo, tralasciando qualche piccolo errore si dimostrarono all'altezza e non fecero troppe domande. Io al contrario mi informai di ogni dettaglio di cui Miss Morris era a conoscenza, dal momento che mi stava palesemente usando per garantirsi una eventuale via di fuga se le cose si fossero messe male.

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Al nostro ritorno mi presi un intero giorno per riposare, ricevetti la mattina seguente la visita del gioielliere che mi annunciava che aveva terminato le commissione che gli avevo affidato, mi chiusi in stanza per concentrarmi interamente sulla costruzione del Segnatempo Meccanico Portatile. Come da tradizione bruciai una copia del progetto nel fuoco del caminetto come parte del Sacro Disfacimento, pregai poi il Signore di tutti i Fabbri, a nome suo e in onore suo avrei costruito quel prodigio meccanico.
Vedere la mia prima opera completa e funzionante fu una grande immensa emozione, un senso di soddisfazione e completezza, la consapevolezza di non aver gettato nel pattume anni e anni di studio, la certezza di aver reso omaggio a Gond, ora avrei solo dovuto trovare dei mercanti intenzioni ad acquistare il progetto.

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#6
VI

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Finalmente mi ero impadronito di tutte le nozioni sulla Teurgia, con una certa fatica avevo trovato l'equilibrio perfetto tra l'Arcano e il Divino, questo richiedeva una concentrazione tanto elevata da farmi accantonare inevitabilmente molte materie che, se avessi scelto una sola strada si sarebbero aperte a me naturalmente. Ma non ero pentito, anzi, in questo dualismo potevo sentirmi forse per la prima volta veramente completo, le prime pagine celate della mia eredità scacciarono via la coltre che ne nascondeva i segreti rivelandomi due incantesimi che non esitai a fare miei.


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Ripensai a lungo a mio nonno, con lo sguardo fisso su quelle fantastiche pagine non facevo altro che chiedermi il motivo di quel dono, forse aveva compreso prima di me il mio essere più intimo? forse mi conosceva molto meglio di quanto io in quel periodo mi conoscessi. Per la prima volta dopo la sua morte scoppiai in lacrime, avrei voluto esserci per dargli un ultimo abbraccio e stringergli la mano nell'ultimo saluto, giurai a me stesso che lo avrei reso fiero della sua eredità.

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Gli anni passati a Tantras furono meravigliosi, per quanto mi avessero portato lontano dalla mia famiglia non rinnego nulla di quel periodo. Ero platealmente fuggito dalle mie responsabilità e dal peso del mio cognome, rapito da quello che oggi posso affermare senza remore fosse il mio primo Amore. Goubert era una mente geniale, un artista, è dalle menti argute che ancora oggi vengo attratto, è della genialità che mi innamoro. Grazie a lui mi avvicinai a Gond, ne ero tanto affascinato che feci della sua fede la mia, ne ero così ardentemente innamorato che mi innamorai follemente anche degli insegnamenti del Creatore di Meraviglie. Mi ritrovai a studiare nel grande tempio di Tantras fino a diventare un sacerdote, accettando la chiamata divina con grande gioia, ad esattamente cinque anni da allora, mi ritrovo a guardare con gli stessi occhi un altra anima, un diamante grezzo dagli occhi verdi come il mare. E ho paura, il timore che anche questo possa finire.
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#7
VII

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La festa fu un evento elegante e interessante, Richard Blake non fece altro che dimostrarsi un elemento di facciata per permettere a Nashan di poter convincere le famiglie più importanti di Hillsfar ad essere parte integrante dei cambiamenti che lui e i suoi stavano organizzando. Non mi spiegavo la presenza di Tobin e della nobile elfa Althimara , entrambi a ricoprire la parte del valletto e della schiava, qualcuno si era anche presentato come accompagnatore di figure più illustri, il tutto insomma, sembrava una grande e goffa mascherata.
 Due eventi in particolare disturbarono la festa. Il sordido Vaghar si era presentato e aveva avuto di nuovo l'ardire di insultarmi, grande fu la mia soddisfazione nel vederlo cacciato via dalla sicurezza, proprio come un sacco di spazzatura, il secondo verso la fine dell'evento,alla mia uscita dal tempio vidi materializzarsi dal nulla ad una decina di metri uno spesso muro di pietra creato sicuramente dalla magia, ne fui colpito e spaventato tanto da temere che qualcuno si stesse preparando per colpirci ostruendo le più vicine via di fuga, non feci altro che rientrare e dare l'allarme attendendo che la situazione venisse risolta dalle autorità.

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Cesar Pentakos, mio padre era presente alla festa, un uomo disciplinato, arguto e carismatico, l'unica cosa alla quale gli ho visto interessarsi in 26 anni della mia vita sono la Magia e il Commercio, è sempre stato un vero e proprio affarista, il suo intento non è altro che arricchire e donare lustro a quello che ritiene quasi un casato. Non ho mai avuto un aperto ed evidente rapporto affettivo con lui, ma mi ha insegnato la magia e la disciplina nella creazione degli oggetti magici, sono ben consapevole che per quanto io sia suo figlio per lui sono anche uno strumento, come unico figlio maschio ed erede avrà già dei progetti per me, peccato che non abbia ancora compreso che ormai sono un uomo adulto e spetta solo me scegliere cosa fare della mia vita.

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Perfecta Pentakos, mia madre anche lei maga e creatrice di oggetti magici, da lei ho eredito il difetto alla vista e immagino le buone maniere. Al contrario di mio padre, mia madre è stata la mia confidente, le confessai il mio amore per Goubert e fu lei che convinse mio nonno ad acconsentire il mio viaggio per Tantras, se posso dargli un ruolo, le darei quello della consigliera, in apparenza preferisce restare in disparte ma non perde occasione di dire la sua e suggerire a mio padre qualche buona idea, sospetto che una parte dei nostri buoni affari siano opera sua.

Per quanto mio padre mi volesse ben sigillato in un teca di vetro magica, non smetto di dedicarmi all'avventura, mi è capitato di rischiare la vita un paio di volte ma sto anche imparando moltissimo è proprio durante una di queste che mi sono imbattuto in una serie di vecchie pergamene, le istruzioni per un' invenzione Gnomica. Per quanto molti considerino gli gnomi degli sprovveduti e dei folli io vedo nella loro stirpe la genialità avanguardistica di chi è avanti di anni!. La scatola di Daguarck sembra creata per evocare un servitore che si pone al servizio del proprietario dell'oggetto dopo aver recitato una semplice e stramba formula. Ma per fare in modo che questo accada è necessario costruire e creare prima degli ingredienti complessi.

-Un inchiostro che richiede alcool distillato, due bacche oscure e del polline di mule.
- Un pennello con il manico in Zalantar, le setole in fiori di euforbia trattate con un infuso di Amaranto
-Come ultimo ingrediente sospetto che siano necessari i fogli di pergamena su cui sono spiegati e illustrati tutti i componenti e le istruzioni per la scatola.

Dovrò quindi cercare del Polline di Mule è l'unico materiale che credo mi manchi, inoltre affiderò la costruzione del pennello ad Althimara, scalpito dalla voglia di scoprire quale meraviglia verrà richiamata dalla scatola una volta che avrò terminato tutti i preparativi.
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#8
VIII

[Immagine: maxresdefault.jpg]

Le mie intuizioni sugli omicidi si dimostrarono incredibilmente calzanti e azzeccate. Era stato Aldin Friel a nascondere la salma della piccola evitandole in questo modo una degna sepoltura. Dai suoi resti venne generato spinto dall'odio e dal rancore un non morto incorporeo, era proprio lo spirito della ragazzina che colto da una folle gelosia assassinava i membri delle famiglie che ricevevano le bambole del padre. Provavo pena per Aldin, quell'uomo aveva perso prima la moglie e poi la sua unica figlia, non potevo accettare il suo comportamento ma potevo comprenderlo, la disperazione lo aveva condotto alla follia che a sua volta lo aveva guidato per mano all'estremo gesto. Restai profondamente rammaricato di non essere stato abbastanza veloce per aiutarlo, era un giocattolaio e in un certo senso intervenire faceva parte dei miei doveri, in compenso donai una degna sepoltura a quello che rimaneva della ragazza assicurandomi che non potesse più tornare come non morto.


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La fantastica Reggia di Mordenkainen, questa era la dimora del potente mago e mercante Alfred Ulgash, uomo dalle mille risorse e magistrale creatore di oggetti magici. Trovarlo non fu assolutamente difficile ed ammirare la sua dimora fu per me un esperienza indimenticabile. Un luogo costruito e ideato dalla magia, magnifico e perfetto uno degli incantesimi più famosi della settima cerchia di potere, al suo interno ogni meraviglia che potessi immaginare, tra cui dei costrutti magici dalla fattura strepitosa. Ammetto che provai gelosia nell'ammirare cosa era in grado di creare Ulgash e dove il suo talento lo aveva condotto, mi augurai di diventerai un creatore talentuoso almeno la metà di quanto lo fosse lui.
L'avventura che ne seguì poco dopo fu altrettanto incredibile, mi ritrovai con i miei compagni imprigionato nel quadro che cercavo e bramavo, un dipinto magico ideato per essere una prigione dinamica della quale lo stesso Alfred ne era finito prigioniero. Compresi celermente il funzionamento dell'oggetto ma non come uscirne incolumi, riuscendo a venirne a capo solo grazie all'incredibile intervento di Ulgash stesso. Una volta liberati dalla prigione, il dipinto sulla tela del quadro scomparve e l'oggetto perse la sua carica magica, nonostante questo mi decisi di acquistarlo ugualmente ora che il suo proprietario ne aveva perso totalmente interesse, tutti gli accordi che avevo stretto in precedenza con i protagonisti di questa storia si incastrarono magistralmente tra loro come gli ingranaggi di un complesso meccanismo, guadagnando riconoscimento, gratitudine, oro e il quadro, il quale un giorno mi sarei adoperato per ripristinarne la magia, come diceva mio nonno  "Per avere successo negli affari è necessario fare in modo che gli altri riescano a vedere le cose nel modo in cui le vedi tu".

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Ho tutto quello che serve per la creazione degli ingredienti per la Scatola di Daguarck, ho lasciato in commissione all'elfa Althimara la creazione del pennello, inoltre ho scoperto grazie alla testimonianza di alcuni avventurieri lo scopo dell'invenzione Gnomica. A quanto pare la scatola evoca un piccolo folletto che copia in modo preciso e infallibile la prima immagine rivolta verso uno dei lati della scatola, non mi sembravano molto entusiasti durante il loro racconto, sarebbe interesse scoprire se sia in grado di replicare anche scritti e immagini magiche.
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#9
IX

Profonda indignazione e delusione, queste erano state le prime sensazioni durante gli eventi catastrofici che avevano visto la morte di un innocente per mano dei miei compagni, inutilmente avevo cercato di portare loro il buon senso, Zed il mezz'orco dalla mente di un Troglodita si era fatto magistralmente persuadere da Xovar, non solo avevano ammazzato senza remore o indugio una creatura inerme che non accennava a difendersi, avevano anche deciso di far cadere la colpa su una ragazzina che non era altro vittima degli eventi. Scavalcando la mia persona avevano deciso di prendersi da soli la responsabilità delle loro azioni, promisi loro che avrebbero pagato quanto fatto e mi adoperai i giorni seguenti per distruggere la loro vite e la loro reputazione, mai come quei giorni mi resi conto che in questo ero tutto mio padre.

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Gli eventi seguenti portano con se altre brutte sorprese, la scomparsa della figlia del governatore con un azione goffa e sconsiderata, se la mano degli Zhent fosse stata ferma e decisa come un tempo questi sedicenti ribelli sarebbero già finiti in arena, gli avvenimenti furono così platealmente mal organizzati da farmi diventare in parte un testimone oculare dell'accaduto. Avrei voluto mentire volentieri all'ufficiale, ma ammetto di aver avuto timore di fallire, gli consegnai un verità accettabile e chiesi subito dopo al Braciere Bruciante di avvertire quella che a breve sarebbe diventata una ricercata. Una settimana dopo, il giocattolaio accusato degli omicidi ad Hillsfar venne salvato altrettanto platealmente e la Mano Nera diede di nuovo un incredibile quanto sconcertate dimostrazione di incompetenza, era ormai palese a me e credo a tutti che il loro tempo ad Hillsfar era agli sgoccioli

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E non era tutto, durante una cerca nei Boschi dopo esserci inoltrati forse incautamente in un fortino Gnoll, vidi Cassandra cadere quasi mortalmente ferita sotto il violento colpo d'ascia di una di quelle creature, in quel momento desiderai di avere il potere di un gran sacerdote per arginare il sangue che sgorgava come un fiume da un profondo taglio sul suo ventre, non ci fu altra soluzione che scendere a patti con una misteriosa ed eterea creatura senza volto, questo essere dalle fattezze femminili promise di salvare Cassandra, in cambio voleva strappare dal suo corpo inerme un bacio. Stupendomi io stesso delle mie parole, mi proposi di essere baciato al suo posto, qualsiasi cosa le avrebbe fatto sarebbe caduta su di me e non su di lei. Fortunatamente Darry Arner decise di sostituirmi spinto forse dal desiderio di un bacio e dall'ardore del mistero concesse le sue labbra alla creatura che mantenne la sua parola non prima di aver baciato vilmente le labbra della donna che stavo proteggendo. Ora entrambi riscontrano problemi di sonno e memoria è abbastanza evidente che ci sia una sorta di maleficio in atto, di qualsiasi cosa si tratti intendo scoprirla e fermare il processo, prima che sfugga completamente al nostro controllo.

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#10
X

Il giorno della liberazione di Hillsfar era finalmente arrivato, fino a quel momento mi ero lasciato coinvolgere superficialmente senza rischiare la mia vita, diversamente invece il giorno degli scontri mi lasciai trascinare nel tumulto della battaglia lungo le strade della mia città. Decisi di combattere e rischiare  per la prima volta la mia stessa incolumità per mostrare alla mia gente e alle future generazioni che ero diverso dagli esponenti delle altre famiglie, affrontai quella lotta con la determinazione di un condottiero ma l'impaccio di un neofita che non aveva esattamente chiaro cosa fare, restai incollato alle piacevoli terga di Miss Morris che al contrario mio sgominava un nemico dopo l'altro con la sua spada, sangue, urla e clangore di battaglia fino all'entrata del tempio del Tiranno, i miei ricordi li si affievoliscono inevitabilmente dopo essere miracolosamente sopravvissuto ad un incantesimo di un sacerdote fin troppo zelante nel voler eliminare un traditore della patria.
Mi risvegliai molti minuti dopo con altri fortunati, Cassandra mi osservava dall'alto sprezzante, mani alla cintura, nonostante il cerchio alla testa e i timpani pieni di sangue, compresi dalle parole del paladino Drake che i Tiranni erano stati sconfitti, Hillsfar era finalmente una città libera.

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Impiegai un giorno e mezzo a riprendermi completamente, restai nella mia stanza prendendomi cura io stesso del resto delle mie ferite, tra un unguento e un incantesimo non persi assolutamente tempo proseguendo i miei studi, il mio Tomo quasi volesse ripagare i miei sforzi rese visibili altre due pagine celate, mostrandomi due incantesimi della terza cerchia di potere, potere che finalmente ero in grado di controllare. 
Questo mi permise anche di completare le ultime istruzioni della Scatola di Daguarck, il cerchio magico andava tracciato con un incantesimo di Velocità , un Ridurre persone e un Cerchio magico contro il bene, ma prima di azionare la scatola avrei dovuto trovare qualcosa di degno da copiare. Avevo moltissimi progetti da portare a termine e altrettante idee da mettere in atto, il Cantiere Navale, l'Ufficio tecnico cittadino, altri ancora segreti che cautamente non scriverò su queste pagine.  Ciò che mi preoccupava di più era la maledizione che aveva colpito Cassandra e Darry, problema che non avevamo ancora risolto...


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