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Al ritorno ad Elventree Laima aiuta Joy a riportare le donne tratte in salvo alle loro case e nel mentre cerca di indagare il più possibile riguardo alla loro esperienza ed a quello che potrebbero aver sentito dagli Ogre in merito agli schiavisti con l'obiettivo di individuarli per eliminare la minaccia una volta per tutte...
[off: se serve Diplomazia+12]
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Le donne raccontano tutte delle storie simili, anche se con lievi differenze: tutte sono state rapite mentre erano insieme alle loro famiglie, alcune direttamente dagli stessi ogre da cui le avete trovate, altre invece - come Joy - da altri ogre o umanoidi, e poi venduti alla tribù del Grande Artiglio. In tutti i casi, comunque, tutti coloro che viaggiavano con loro o le loro famiglie venivano uccisi.
Lì sono state tenute - quelle che erano lì da più tempo erano lì da circa un mese - in condizioni non eccessivamente terribili, nel senso che non venivano picchiate o affamate eccessivamente (ma neanche ricevevano cibi gourmet) né violate o qualche altra cosa terribile. Erano tendenzialmente ignorate se non creavano problemi, e proprio perché erano ignorate, gli ogre non si facevano troppi problemi a parlare davanti a loro e quindi nel tempo avevano sentito qualcosa di interessante.
Nello specifico, quello che avevano sentito è che gli ogre contassero di portavi a breve a una nave che li avrebbe aspettati dalle parti del fiume Lis; gli ogre stavano aspettando un qualche segnale da parte della nave. Non avevano fatto alcun nome, ma da alcuni discorsi riguardanti tempi, venti e quant'altro, una delle donne che aveva capacità di esploratrice si era fatta l'idea che la nave venisse da nord e andasse verso sud.
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Eran era rimasto colpito dalla quantità di preoccupazione ed attenzioni che i suoi compagni gli avevano riservato. Eric, ma soprattutto Laima e Sophie. La donna dai capelli blu aveva avuto perfino l'intenzione di chiedere al celestiale, Cassiel, se avesse potuto rigenerare il suo orecchio, ma era stata preceduta da lui. Aveva dichiarato di essere colpito da ciò che aveva passato, e detto con rammarico che un tale tipo di guarigione non rientrava tra i suoi poteri.
Il sacerdote era un pochino sorpreso. Non che la menomazione non gli desse fastidio, ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ma aver salvato tutte quelle donne, averle riportate a casa, ai suoi occhi giustificava il sacrificio. Sarebbe potuta andare peggio, pensava. E poi, un giorno avrebbe risolto il problema. Solo non quel giorno.
Aveva esposto la questione che lo turbava fin da bambino, e Cassiel aveva detto come si trattasse della sua linea di sangue. Qualcosa che avrebbe compreso, con il tempo.
Aveva scambiato poche parole con Joy, congratulandosi per il ricongiungimento con la sua famiglia, e pregandola di considerare come le differenze tra le chiese di Lathander e di Helm potessero essere superate. Stava cominciando a ronzargli un'idea in testa: il male non sarebbe stato sconfitto, fintanto che le forze del bene spendevano energie a battibeccare tra loro. Le differenze di vedute erano naturali, ma andavano messe da parte per il bene superiore.
I suoi compagni sembravano ancora dei mastini assetati di sangue, volevano dare la caccia anche ai due ogre fuggiti. Avevano già eliminato la tribù, ed Eran si chiedeva se ciò non fosse sufficiente, come punizione. Ma se avessero trovato tracce della loro presenza, non aveva alcuna intenzione di fermarli.
Eran Blackmore
"Come i bambini, bisogna minacciarli" - DM Artemis, 2022